«Fausto sia meno arrogante» di Antonella Rampino

«Fausto sia meno arrogante» «Fausto sia meno arrogante» Minniti: «Anche noi siamo cresciuti » ROMA. Chi ha vinto le elezioni? A Botteghe oscure non hanno dubbi: il pds certo non le ha perse. Anzi. Massimo D'Alema, unico tra i segretari di partito, parla non in conferenza stampa ma dal Tgl: «Le cifre vanno studiate: noi abbiamno guadagnato diversi punti. Adesso si andrà al ballottaggio: e gli apparentamenti con Rifondazione, che dovrebbe essere meno arrogante per evitare di rimanere politicamente isolata, non li decidono i partiti. Li decideranno i sindaci interessati». L'offensiva del pds era partita già all'indomani delle elezioni, con un comunicato: «Tutti i titoli dei giornali di stamattina sono sbagliati». Insomma, sarà anche vero che l'Ulivo rischia di perdere la poltrona di Torino e di vedersi sfuggire ancora una volta quella di Milano, ma i dati riferiti al cosiddetto voto di lista, alle comunali e soprattutto alle provinciali, mostrano chiaramente una avanzata di Botteghe Oscure. Le cronache narrano che, la mattina dopo le elezioni, un indaffaratissimo Claudio Velardi, braccio destro di Massimo D'A- lema, e fino alle elezioni politiche dell'aprile scorso suo portavoce, abbia messo all'opera i ragazzi di Botteghe Oscure. Nel palazzo, si sa che non si muove Velardi senza che D'Alema non voglia. E così, prima il comunicato, e poi, nel pomeriggio, conferenza stampa. Dove, sorpresa, D'Alema non c'è. In prima fila, al suo posto, ed è forse la prima volta che all'indomani delle elezioni non si presenta il segretario per la consueta conferepza stampa a Botteghe Oscure, c'è Marco Minniti. Che già aveva retto la diretta del Tgl dalle prime ore del mattino, rimbeccando, sempre dati alla mano, Urso e Buttiglione che cantavano vittoria per il Polo. Minniti, insieme a Domenici, responsabile per gli enti locali del pds, illustrano i dati ufficiali del partito. Si tratta dei raffronti omogenei, «su dati assoluti», precisano, dei risultati nelle province di Mantova, Pavia, Gorizia, Ravenna, Lucca e Viterbo: comparati con quelli delle precedenti elezioni provinciali,il pds è cresciuto dell'1,85 per cento, Rifondazione del 2,55. Mentre Alleanza Nazionale, «che i giornali continuano a dare sempre in crescita, da anni» dice Minniti, ha perso l'I,02 per cento, rispetto alle politiche, però Forza Italia il 3,86 e la Lega Nord il 16,06. Non solo: le elaborazioni del pds riguardo a 88 Comuni con oltre 15 mila abitanti dicono che il centrosinistra ha vinto in 16 città, è al ballottaggio in 62, mentre il Polo ha conquistato 8 piazze, e la Lega solo una. Altro giro, altri dati: la base che elesse Castellani sindaco di Torino era del 27,8 per cento, oggi è del 35 per cento. Fumagalli poteva contare sul 15,2 per cento dell'elettorato: oggi ha il 27,4 per cento. I giornalisti mordono il freno. Eppure, è la domanda, le città di Torino e Milano il centrosinistra rischia di perderle, a meno di «apparentarsi» con Rifondazione. «Facciamo appello, e anzi sono i sindaci a lanciare questa richiesta, all'elettorato di Rifondazione» è la risposta di Minniti. Ma Rifondazione ha già detto che, senza patti chiari, non darà ai suoi elettori l'indicazione di votare per il candidato dell'Ulivo. Messo alle strette, Minniti risponde «Mi risulta che siano in corso contatti. E' vero, Fumagalli a Milano ha dichiarato che non accetterà di rivedere il proprio programma, come Rifondazione chiede. Cercheremo di espandere lo spettro della coalizione, ci rivolgeremo agli elettori della Lega». E poi, gli fa eco Domenici, che Rifondazione stia attenta: «Se si irrigidisce, rischia di consegnare al Polo le grandi città». Nella tardissima serata di ieri, comunque, gli apparentamenti sono stati discussi in una riunione notturna a Montecitorio da tutti i deputati del pds. Antonella Rampino «Ci sono dei contatti con Rifondazione. Ma ci rivolgeremo anche agli elettori leghisti» Sugli apparentamenti si è tenuta ieri sera una riunione riservata fra tutti i deputati Marco Minniti coordinatore della segreteria della Quercia