Milano, parte la caccia al voto leghista di Susanna MarzollaIrene Pivetti
Milano, parte la caccia al voto leghista Il candidato del Polo meglio del previsto, a sinistra resta l'incognita di Rifondazione Milano, parte la caccia al voto leghista Albertini: capiranno chi manifesta per il fisco Fumagalli comincia a «corteggiare» Formentini MILANO.«E' senz'altro un risultato superiore alle mie attese, però è presto per cantar vittoria. Meglio aspettare e continuare a lavorare». Sono quasi le sei del pomeriggio quando Gabriele Albertini, candidato sindaco del Polo, detta alle agenzie questa dichiarazione. A quell'ora i risultati (veri e non virtuali) sono ormai ufficiali: tra i candidati il primo è lui, indiscutibilmente, con il 40,7% dei voti. Seguito da Aldo Fumagalli, candidato dell'Ulivo, con il 27,4%: in mezzo, quindi, uno scarto percentuale di oltre 13 punti. Un eccesso di prudenza, allora, quello di Albertini? A sentire Riccardo De Corato, di Alleanza Nazionale, sicuramente sì: «Il ballottaggio - dichiara infatti sarà per il Polo solo una formalità da adempiere». A guardare i numeri, invece, la prudenza di Albertini non sembra affatto eccessiva. Innanzitutto se (e al momento è un «se» tutto da sottolineare) Fumagalli riuscisse a catturare i voti di Rifondazione comunista (9,3%) e di altre liste di centro sinistra (Rinnovamento italiano e Socialisti uniti) quello scarto si ridurrebbe da 13 a soli 2 punti. Una partenza quasi alla pari, quindi, per poi contendersi quell'oltre 20% di voti andati alla Lega (15% al partito, 19 al sindaco uscente Marco Formentini) e a un variegatissimo panorama di sigle (a Milano in queste elezioni è stato raggiunto un record: 26 liste per 15 candidati sindaco). Una contesa cominciata fin da subito con dichiarazioni-invito all'elettorato leghista da parte di entrambi i contendenti. Dice Albertini, ricordando la manifestazione indetta dal Polo a Milano il 3 maggio contro la politica fiscale del governo: «Gli elettori della Lega dovrebbero essere solidali con chi promuove queste manifestazioni. Non penso di dover fare uno sforzo per rivolgermi a chi ha votato Formentini». Gli fa eco Ignazio La Russa, di An: «Nel 1993 per battere le sinistre la destra non ebbe dubbi nel far confluire tutti i propri voti su Formentini. Oggi si tratta ancora una volta di impedire che Milano sia governata dalle sinistre». Fumagalli, dal canto suo, parte con un'affermazione di stima per Formentini: «Ha portato valore aggiunto rispetto al voto politico del suo partito. Lo stesso ho fatto io; per Albertini invece è successo il contrario». E poi, verso la Lega: «Condivido l'idea di autonomia da Roma. E chi più di me potrà garantirla? Mi sono concentrato sui problemi della città, sui suoi interessi; al contrario di chi pensa solo, strumentalmente, alla politica nazionale». Così per la Lega. E verso Rifondazione? Fumagalli ribadisce che esistono «molti punti in comune» ma non vuol sentir parlare di apparentamenti o di «accordi sotto banco». Umberto Gay, candidato sindaco di Rifondazione insiste invece sul fatto che un qualche accordo si deve pur trovare: «Spero che l'Ulivo e Fumagalli vogliano darsi una chance per la vittoria». Chance che, per il prc, non può essere senza contropartita: «Se Fumagalli non vuole l'apparentamento si possono studiare altre forme. Noi puntiamo alla compartecipazione a tutti gli effetti al governo della città». Da qui all' 11 maggio si vedrà se Fumagalli vorrà «ammorbidirsi» verso Rifondazione. Molto potrà dipendere, per lui e per Albertini, dalla composizione della «squadra» che possono portare al Comune. Il candidato del Polo ci sta già lavorando e assicura che, prima del ballottaggio, presenterà parte della possibile giunta. Luigi Manconi, portavoce dei Verdi, sta invece lavorando a un accordo con Massimo Moratti, che il suo partito avrebbe voluto candidato dell'Ulivo: «Gli chiedo di fare una dichiarazione di voto a favore di Fumagalli». Infine, le curiosità. Formentini appoggia l'ipotesi leghista di astensione, ma ha dichiarato che lui, NI maggio «in quanto sindaco» andrà a votare. Sconfitta, oltre ogni aspettativa, per il candidato di Rinnovamento italiano, Antonio Marinoni (0,6% dei voti) e per quel Marco Tordelli di Italia Federale, il raggruppamento di Irene Pivetti: 0,4%. Giancarlo Cito e la sua Lega meridionale hanno preso di più: 0,8 %. Premiati nelle preferenze i candidati «locali»: Letizia Girardelli, pds, presidente del consiglio comunale uscente, ha battuto il suo capolista, il ministro Antonio Bassanini; De Corato, An, ha visto premiato il suo attivismo stracciando il candidato dal blasonatissimo nome (Giangaleazzo Visconti di Modrone) che il suo partito aveva messo per primo. Nessuna sorpresa invece in Forza Italia: Silvio Berlusconi è sempre la star. Susanna Marzolla A destra Albertini Qui sopra Fumagalli A centro pagina Formentini e, sotto, Irene Pivetti
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