Torino, 8 punti dividono Costa da Castellani

Torino, 8 punii dividono Costa da Castellani Sono stati determinanti i voti della Lega e l'alto tasso di astensione. Sarà decisivo il voto di Re Torino, 8 punii dividono Costa da Castellani Forza Italia primo partito, al Polo i quartieri operai TORINO. «Quando Francesco Rutelli è venuto a Torino mi ha chiesto una previsione. Ho scritto su un foglietto: 37. Non mi sono allontanato di molto. Quel che mi ha sorpreso è il risultato ottenuto da Costa al primo turno». Le parole di Valentino Castellani si possono usare per raccontare il risultato del primo turno sotto la Mole: quarantaseimila voti separano Raffaele Costa (Polo per le Libertà) dal professore dell'Ulivo. Otto punti percentuali: 43,25 a 35,39. E ancora: Forza Italia primo partito con un risultato storico: 27,2, meglio di quanto accadde il 27 marzo 1994, quando Silvio Berlusconi conquistò il governo. Il Polo vince anche in nove delle dieci circoscrizioni. Il centro-destra non passa solo a Mirafiori sud ma espugna le roccaforti «rosse» di San Paolo, Borgo Vittoria, Barriera di Milano. Solo un anno fa alle elezioni politiche era finita 12 a zero (otto deputati e quattro senatori) per l'Ulivo. «E' uno spettacolo», commenta, divertito, Roberto Rosso, coordinatore regionale di Forza Italia. Doveva essere un testa a testa e invece il ballottaggio per il sindaco uscente si presenta in salita molto ripida. Da Roma la «velina rossa» parla di «una situazione difficile a Torino dove Castellani dovrà in qualche modo fare opera di convincimento verso vari settori della cittadinanza per essere rieletto». Se, con una operazione matematica e non politica - le trattative per l'apparentamento non sono ancora iniziate e si preannunciano difficili per la riluttanza di Castellani e le resistenze dei centristi della coalizione - aggiungessimo ai voti dell'Ulivo quelli di Rifondazione, Castellani passerebbe in testa di poco. E a quel punto diventerebbe decisivo l'atteggiamento dei piccoli partiti, della Lega Nord, e di quel 27 per cento di torinesi che domenica non ha votato. Preoccupazione che emerge anche dalle parole di Claudio Caron, segretario di Rifondazione: «Per battere Raffaele Costa non ba¬ sta una generica alleanza tra l'Ulivo e i comunisti in nome dell'antifascismo. Serve un accordo di programma che va da Dini a noi». Già, quei duecentodiecimila torinesi che domenica non sono andati a votare diventano il terreno di battaglia da conquistare per il ballottaggio. A loro si rivolge l'ex ministro: «Li invito a superare lo scetticismo o l'inerzia che li ha tenuti lontani dall'urna, sollecitandoli a scommettere sulla buona volontà di chi, come noi, vuole voltare pagina». A loro si rivolge anche Alberto Nigra. Secondo il segretario del pds «l'astensionismo ha bocciato la sinistra. Mancano all'appello 45 mila elettori del pds, altrettanti di Rifondazione. Qualcuno avrà anche cambiato idea, altri invece e sono la maggioranza non sono andati a votare. Abbiamo avuto segnali precisi. E' a loro che dobbiamo rivolgerci». In ogni caso il responso che esce dalle urne per l'Ulivo è negativo: la Quercia perde un punto percentuale, Rifondazione due, i popolari un punto e mezzo. Stabile Alleanza per Torino, la lista nata attorno a Castellani. Solo i verdi hanno una crescita minima: 0,25 per cento. E il sindaco uscente riesce a trascinare un due per cento in più. Ulivo e Rifondazione insieme, comunque, batterebbero di misura il Polo. Nel centrodestra il successo di Forza Italia è travolgente: il partito di Silvio Berlusconi, da solo, ha ottenuto il doppio dei consensi dei suoi alleati. In caso di vittoria di Raffaele Costa porterebbe in consiglio comunale venti rappresentanti. Alleanza nazionale perde quattro punti e mezzo rispetto al '96. Il partito di Gianfranco Fini non supera il dieci per cento e interrompe quell'onda lunga che a Torino l'aveva premiato dopo la svolta di Fiuggi. Ccd-cdu uniti con l'udc di Raffaele Costa arrivano al 4,70 per cento e i pensionati per l'Europa sono allo 0,70, lontani dalla possibilità di conquistare un seggio. Degli altri undici candidati solo Domenico Cornino (Lega Nord) ed Eleonora Artesio (Rifondazione) entreranno in Consiglio Comunale. Dunque i torinesi hanno premiato il bipolarismo. Il Carroccio perde consensi: sfiora il sette per cento, tre punti in meno del 1996, e addirittura diciassette rispetto alle precedenti comunali. Dodici partiti sui 23 presenti non superano la soglia dell'un per cento e tutti insieme non arrivano al sei. La sfiorano i pensionati che appoggiano Castellani (0,99) e l'oltrepassano i Socialisti uniti: 1,38 per cento (Ugo Intini ha avuto 104 preferenze, Enrico Boselli 53). Sotto, invece, Rinnovamento Italiano (0,84 per cento) e Italia Federale di Irene Pivetti. L'ex presidente della Camera è stata votata da 132 torinesi. Maurizio Tropeano Solo un anno fa, alle politiche era finita 12 a zero per l'Ulivo Anche San Paolo passa al «nemico» Il partito di Berlusconi ha ottenuto da solo il doppio dei consensi guadagnati dai rispettivi alleati Nella foto qui sopra il candidato del Polo Raffaele Costa e il sindaco uscente Valentino Castellani