la battaglia si sposta sulle pensioni

la battaglia si sposta sulle pensioni Colazione di lavoro in casa Veltroni, Prodi incontra il leader di Rifondazione. Attesa per i ballottaggi la battaglia si sposta sulle pensioni Scintille Dini-Bertinotti, subito verifica nell'Ulivo ROMA. Con i numeri veri in mano, ognuno rifa i conti e corregge le impressioni date dagli exitpoli notturni. Recriminano (e correggono), in particolare, pds e popolari che, secondo dati accorpati tra comunali e provinciali da stime pidiessine, sono andati numericamente meglio di quel che non apparisse domenica sera. Nel complesso, sempre secondo le stime elaborate dalla Quercia, l'alleanza di centro-sinistra si espande anche senza Rifondazione comunista, il pds cresce (anche se di poco rispetto al '96) all'interno dell'alleanza. Da parte loro i popolari sostengono di toccare uno stimato 8% a livello nazionale («puntiamo al 10» dichiara Marini). Ma tutte queste elaborazioni sono contestate dal Polo che a sua volta canta vittoria. Rimane il fatto che il Polo ha i suoi candidati sindaco in prima posizione nelle due città-vetrina (Milano e Torino). E a questo dato i partiti del Polo si agganciano per dimostrare che a loro è andata bene. Nel Polo si ridimensiona l'effetto del duello Fini-Berlusconi. Rispetto alle politiche '96 An perde l'I,2 (secondo calcoli del pds) e Fi il 3,8. Quella della Lega è una disfatta se paragonata alle precedenti amministrative (e già ci sono segnali di rivolta interna contro Bossi, vedi Trieste) ma rispetto alle politiche del '96 la perdita è inferiore a mezzo punto. 1 problemi veri sono nel cam- po della maggioranza. Ne hanno parlato ieri sera durante una colazione di lavoro a casa Veltroni il presidente del Consiglio Prodi, lo stesso Veltroni e Bertinotti. Era presente pare anche D'Alema. L'incontro non ha trovato conferme in ambienti di governo. Ma c'è chi afferma che si sia discusso anche di Stato sociale. La maggioranza, dicono gli osservatori, dovrà tenere gli occhi ben puntati sull'ala destra di Dini. Il ministro degli Esteri ha presentato sue liste distinte dall'Ulivo per dimostrare che ha una forza autonoma e i risultati ì finali confermano che ha fallito. I popolari prendono il risultato del «concorrente» Dini con non celata soddisfazione. «D'Alema ha sbagliato a puntare su di lui pensando che sarebbe stato in grado di sfondare al centro» dicono. La sconfitta non induce, però, Dini a tirarsi indietro. Al contrario, il capo di Rinnovamento italiano sente che il tempo è contro di lui e pare intenzionato a forzare per arrivare prima di giugno a un chiarimento definitivo nella maggioranza. Cioè, punta a realizzare la sognata rottura con Bertinotti. E' quello che ha mandato a dire da Washington avvisando che i tagli strutturali alla spesa sociale vanno realizzati al più presto e approvati in Parlamento senza porsi il problema della maggioranza che li sosterrà. Il repubblicano Giorgio La Malfa, che naviga affiancato a Dini, ieri diceva con tono di minaccia che il risultato elettorale «non sarà privo di conseguenze». Assai cauto, il pds (Mussi) risponde a Dini che è meglio non far colpi di testa: «Lasciare il certo per l'incerto è sempre rischioso». E Bertinotti, forte della sua affermazione elettorale, ribatte che sarà Dini «che si mette fuori da questo quadro politico. Al centro c'è stato rumore di sciabole, ma non ha pagato». Massimo D'Alema è indubbiamente in seri imbarazzi a causa del radicamento di Rifondazione alla sua sinistra accompagnata dal cedimento di Dini sulla de- stra dell'alleanza di governo. Per il momento il segretario del pds reagisce con un orgoglioso: la linea della conquista dei moderati non si cambia. Ma si coglie un certo imbarazzo nel maneggiare il problema Rifondazione. A Bertinotti che chiede accordi, per fare eleggere i sindaci dell'Ulivo a Torino e Milano, D'Alema risponde lavandosene le mani: sono problemi dei candidati. Vuole evitare, cioè, una trattativa globale che coinvolga gli obiettivi del governo e quelli della commissione per le riforme. Compresa la nuova mormorata legge elettorale. Che è il rovello di Bertinotti. «E' chiaro che nessuno può cancellarci» dice il segretario di Rifondazione a D'Alema. Il capitolo riforme è tutto aperto. D'Alema, ieri sera, cercava di rassicurare Berlusconi sul percorso concordato. Il capo del Polo sta a vedere. Anche per lui, come per D'Alema, il rafforzamento del sistema bipolare e dei maggiori partiti-guida è non rinunciabile. Da fuori, il mondo dell'impresa guarda preoccupato ai risultati di domenica che, secondo Umberto Agnelli, vicepresidente dell'Ifi, rendono «urgente la necessità che la Bicamerale proponga coraggiose riforne del sistema elettorale in senso maggioritario» per mettere stabilità di governo altrimenti «l'obiettivo Europa è, a mio avviso, irraggiungibile». Alberto Rapisarda RISULTATI PR0WIS0RIDE6LISCRUTINI Dl TU1TE U 3257 SEZIONIDEUE ELEZIONI PROVINCIAll | • PROVINCIAL11997 PRECEDENTI PROV. POLITICHE 1996 ¥0T«ITI:75P8% ¥01*1111:83,3% VOTAHTI: 88,7% 1 GRUPPI % GRUPPI % GRUPPI % PDS 20,0 PDS 19,3 PDS 23,7 RIFONDAZIONE COMUNISTA 12,0 RIFONDAZIONE COMUKISTA 9,2 RIFONDAZIONE COMUNISTA 9,4 PROGRESSISTI ('94) 3,9 PPI(POP) 2,5 • DC 15,0 PPI 2,9 POP-SVP-PRI-UDPRODI 7,1 RINNOVAMENTO ITAL.-DINI 0,2 RINN0VAMENTOITAL-DINI 4,3 FED. VERDI 1,8 FED. VERDI 1,8 FED. VERDI 2,6 PRI 1,1 PRI 0,4 • SI 0,1 • - ■ PSI 0,9 RETE-M.D. 0,1 RETE-M.D. 1,8 L'UUVO 6,9 SINISTRA 1,6 CENTRO-SINISTRA(C.U.) 2,8 CENTRO-SINISTRA(CIV.) 0,1 CENTRO 1,2 LEGANORD 11,4 LEG A NORD 21,1 LEGANORD 11,4 FORZA ITALIA 13,1 FORZAITAUA 19,9 AN 13,5 AN 2,4 AN 14,5 MSI-DN 4,8 CCD 1,1 - CDU 1,8 • - CCD-CDU 2,1 CCDCDU 5,3 CENTRODESTRA (CU) 3,9 CENTRO-DESTRA (C.U.) 5,2 MOV.SOC.TR. 0,4 • MOV.SOC.TR. 0,6 PANNELLA-SGARBI 0,8 PSDI 0,8 ALTRE LEGHE 0,9 LISTE AUTONOME 0,5 USTEAUTONOME 2,0 LISTEAUTONOME 0,1 ALTRE LISTE 1,2 ALTRE LISTE 7,6 ALTRE LISTE 0,2 Il premier Romano Prodi

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