Guida alla Londra laborista Pub, ristoranti e salotti del clan Blair di Fabio Galvano

Cuida alla Londra laborista Cuida alla Londra laborista Pub, ristoranti e salotti del clan Blair NEI LOCALI DEI VINCITORI CLONDRA ON Blair e con il New Labour è cambiata anche la geografia politica di Londra. Gli «abbeveratoi» di quello che con il passare dei giorni si profila sempre più chiaramente come il prossimo governo britannico - i ristoranti, i pub, i salotti - non sono più nei quartieri settentrionali della città, a Highgate e a Hampstead, dove ville miliardarie e case bohémiennes si spartivano l'intellighenzia della sinistra inglese. Il Labour di oggi, con la sua metamorfosi politica, si è talmente avvicinato ai conservatori da spartirne addirittura il terreno di caccia; e allora, con Blair che abita in una delle sacche eleganti di Islington, anche gli abbeveratoi rispondono a esigenze pratiche, non d'immagine ma di distanza - in minuti dal centro del potere. Per questo, ferme restando certe roccaforti a Sud del Tamigi, nei quartieri più popolari della città (la Brixton Brasserie, il ristorante di Lambeth frequentato dagli attivisti del vecchio Labour, o il Bricklayers Arms, il pub presso il quartier generale del Labour e quindi preferito dagli apparatchiki di partito nell'altrettanto popolare Walwoith), l'onda laborista si è spostata a Westminster, a Chelsea, alla zona di Covent Garden. Alle zone, insomma, frequentate dai milioni di turisti che ogni anno si riversano su Londra - la stagione è appena cominciata - e che a giorni potrebbero avere la sorpresa di bere una birra accanto a un nuovo ministro labo- rista o di cenare con un pezzo di governo seduto al tavolo accanto. L'Atrium, una specie di vasta serra a un passo dal palazzo di Westminster, passa un po' come l'Everest dei ristoranti: i personaggi del nuovo Labour ci vanno «perché è lì», quasi accanto al loro quartier generale elettorale situato nella torre di Millbank. Ma tutti, lì, vedono tutti: più discreto Shepherd's, nell'adiacente Marsham Street, dove Martin - il maitre - è molto abile nel si¬ stemare i politici a tavoli ben separati e acusticamente isolati. Il budget permette conti più salati? Ecco allora Simply Nico, in Rochester Row; oppure i tradizionali club, Buck's o Reform, Savile o White's o Garrick. Ma il pellegrinaggio dei fedelissimi laboristi, se il partito giovedì vincerà, dovrà essere al Granita, ristorante nella Upper Street di Islington dove si è consumato il patto d'acciaio fra Tony Blair e Gordon Brown: un locale in stile palestra svedese dove Brown aveva accettato di rinunciare - per il bene del New Labour - alla lotta per la leadership. Fra i ristoranti preferiti da Blair ci sono anche il Red Fort, nel cuore di Soho, e Frederik's, in Camden Passage; oppure, per un pasto più rapido, l'indiano Kundan di Horseferry Road, poco lontano da L'Amico ora in disuso perché era il preferito di Neil Kinnock. La frequentazione da parte dell'ancien regime è costata cara anche al Gay Hussar di Soho, al Beefsteak, al Pratt's. L'immagine laborista è cam¬ biata molto. Passati sono i tempi in cui Aneurin Bevan lasciava la sua «auto blu» a qualche isolato da casa per farsi vedere arrivare con l'utilitaria personale. Il sacrificio pubblico, la negazione rituale di quanto nella vita può esserci di gradevole sono cose del passato, come la pipa di Harold Wilson, i maglioni, i montgomery e il puritanesimo intellettuale. E allora i protagonisti del New Labour non esitano a farsi vedere in abbeveratoi «in» come l'elegante Café des Amis du Vin, il tradizionale Rules, l'Ivy di Covent Garden, Chez Gerard a Soho, Rodins a Millbank dove gli amici di Gordon Brown erano andati a piangere, la sua rinuncia, RSJ dove frequentemente si vede Peter Mandelson, lo stratega della campagna elettorale laborista. Con tutto questo non si deve credere che il New Labour sia tutto un banchetto, o che schiere di deputati e ministri siano sempre reperibili nei due pub più vicini a Westminster: il Marquis of Granby, il preferito in assolu¬ to, o il Westminster Arms, che è piuttosto abbeveratoio dell'ala sinistra appiattita da Blair. La vita sociale della nuova compagine laborista è fatta anche di salotti più o meno discreti: quelli dell'industriale Lord Hollick e dello stratega laborista Philip Gould (con la moglie, l'editore Gail Rebuck), entrambi a Holland Park in quella che è conosciuta come Pinterland, per le scorrerie del drammaturgo Harold Pinter e di sua moglie, la scrittrice Antonia Fraser. Tengono salotto, in onore di Blair e dei suoi fidi, gli avvocati Geoffrey Robertson e Helena Kennedy, il giornalista Alastair Campbell che ha in mano l'ufficio stampa di Blair. Ma poi ci sono i Follett: lo scrittore Ken e sua moglie Barbara, candidata alle elezioni. Nella loro elegante casa di Cheyne Walk, sul Tamigi, tengono corte per la Camelot che nella mappa del nuovo potere i fedeli sperano di vedere un giorno sotto Big Ben. Fabio Galvano La nuova sinistra non teme di mostrarsi nei posti più «in» Il leader laborista Tony Blair

Luoghi citati: Londra, Rochester