«l'ltalia è al traguardo di Maastricht» Il Fmi: ma deve riformare lo stato sociale entro il '98 di Stefano Lepri

«l/ltqlia è al traguardo di Maastricht» Il Fondo polemico con la Bundesbank. Ciampi: non ho mai rappresentato un Paese così forte «l/ltqlia è al traguardo di Maastricht» IlFmi: ma deve riformare lo Stato sociale entro il '98 WASHINGTON DAL NOSTRO INVIATO Se qualcuno può aspirare al titolo di ragioniere del mondo, è il Fondo monetario internazionale. E sono proprio loro, i tecnici del Fmi, a non avere una visione da ragionieri dell'unione monetaria europea. Hanno scarsa importanza, dicono, quei decimali che sembrano premere tanto alla Bundesbank: «Non sarà un 3,1% di deficit a rendere debole l'Euro, come non sarà un 2,9% a renderlo forte». Dunque «tutti i Paesi dell'unione europea, salvo la Grecia, potrebbero qualificarsi» per i criteri del trattato di Maastricht. Rivolto all'Italia, c'è un invito severo a risparmiare le chiacchiere e i nazionali stracciamenti di vesti. «Il rumore che si è fatto sulle previsioni di Bruxelles è eccessivo - dice Massimo Russo, fino a ieri principale esaminatore dell'Italia, ora consigliere speciale del direttore generale Fmi per l'unione monetaria europea - perché in sostanza nel '97 siete in vista del traguardo. H guaio sono le misure una tantum con le quali ci siete arrivati». Dunque bisogna guardare soprattutto al '98, riformare le pensioni e gli altri settori delicati della spesa pubblica. «E' solo un problema di volontà politica» riassume Russo. Occorre quel coraggio ad affrontare i nodi strutturali che finora a Roma è mancato. Le ricette da adottare sono, più o meno, quelle indicate dalla commissione Onofri per la riforma dello Stato sociale; mentre «non c'è spazio per ulteriori aumenti della pressione fiscale». Si potrà farlo con la legge finanziaria '98, che dovrebbe incidere per almeno 22.000 miliardi di lire. Anche la Francia ha un problema simile. Al giudizio sostanzialmente positivo del Fmi fa eco l'affermazione di Ciampi al suo arrivo a Washington: «Non ho mai rappresentato al fondo monetario un' economia italiana più forte di quella attuale: l'inflazione è domata, la bilancia dei pagamenti è forte in tutte le sue componenti e le prospettive sono favorevoli». E' la prima volta che il Fmi fa sapere chiaramente cosa pensa sulla moneta unica europea. Lo fa in termini sorprendentemente polemici contro le idee che prevalgono in Germania, soprattutto nella Francoforte della Bundesbank e delle grandi banche. Nulla osta, secondo il Fmi, a una unione monetaria «larga» che comprenda fin dall'inizio quasi tutti i Paesi membri. Potrà farne parte anche l'Italia se in tempo per il momento della scelta - fine aprile '98 - dimostrerà di aver eliminato lo squilibrio strutturale del suo bilancio. «Le condizioni di convergenza tra le economie sono per la maggior parte già raggiunte» afferma anche Jacques Artus, al Fmi vicedirettore del dipartimento europeo. Ha detto più volte nei giorni scorsi la Bundesbank che se i Paesi principali non sono perfettamente in regola con i criteri di Maastricht è pre¬ feribile un rinvio. Niente affatto, risponde da Washington il Fondo monetario: «Un rinvio potrebbe provocare turbolenze sui mercati. Un eventuale lieve superamento dei criteri va confrontato con questo rischio». Prolungare la fase di sacrifici che molti Paesi stanno attraversando in nome dell'Euro potrebbe avere gravi effetti recessivi sulle economie. «Un rinvio per motivi tecnici non sarebbe grave - precisa poi Russo - ma dovrebbe essere davvero solo tecnico; e allora perché deciderlo?». Stando alle previsioni del Fmi, sia l'Italia sia la Germania sia la Francia chiuderanno il '97 con un deficit pubblico poco sopra il famoso 3% del prodotto interno lordo. Da sempre l'avvocato dell'austerità e del rigore, il Fondo monetario non si spinge a sconsigliare nuovi interventi (per l'Italia una manovra-ter); ma in tutti i modi fa capire che si tratta di una questione di scarso rilievo. Se non ci si riuscirà, pazienza; tutti i dati economici già mostrano tra i Paesi aspiranti all'Euro una forte convergenza. Specificamente sull'Italia, le analisi del Fmi portano a ritenere già strutturale, duratura, la convergenza nell'inflazione. «L'avete ridotta più di quanto chiunque nel mondo si aspettasse, noi inclusi» dice Russo; e non appaiono pericoli all'orizzonte, né dal costo del J lavoro né da nient'altro. Stefano Lepri * • mi ★ ★ * ' *

Persone citate: Ciampi, Jacques Artus, Massimo Russo, Onofri