Montanelli «Le elezioni non c'entrano» di Guido Vergani
Montanelli Montanelli «Le elezioni non c'entrano» MDLANO. E' perplesso e prudentissimo nel giudizio Indro Montanelli, se gli si chiede non una impossibile certezza sulla matrice della bomba a Palazzo Marino, ma un sensazione, un'opinione dettata dal fiuto di chi tante ne ha viste e vissute. «Non so, proprio non so. Certamente è un gesto di balordaggine. La cosa più probabile è che siano stati dei fascisti, intendo i figli e i nipoti del fascismo repubblichino, un dimostrazione contro la Resistenza, come a dire: "Vedete, ci siamo ancora". Forse, è la sola spiegazione che regga». Il china della campagna elettorale non è stato certo dei più arroventati e non giustifica questo rigurgito di violenza. Anzi, Milano è stata alla finestra. Gli schieramenti, i candidati si sono dati battaglia in una sorta di vuoto d'attenzione. «Sono elezioni poco sentite, almeno dal punto di vista della partecipazione al duello elettorale. Non credo proprio che la bomba possa essere correlata alle urne amministrative, all'appuntamento elettorale». Anche se a Milano, più che altrove, la posta in gioco ha una grossa valenza poltica per l'Ulivo, il Polo e la Lega che qui si gioca la faccia? «Sì, la posta è importante, ma il clima della campagna è stato moscio, al di là di qualche stoccatina polemica. Di certo, è stato da bava alla bocca fra le opposte fazioni. Niente poteva istigare all'attentato. Elettoralmente niente giustifica una vigliaccata del genere. Solo il luogo dell'attentato, Palazzo Marino, la sede della giunta e del Consiglio comunale, potrebbe far pensare a un gesto intimidatorio per avvelenare le elezioni. Ma, il "cui prodest?" non ha risposta. Questa violenza a chi gioverebbe? A me pare che la dilettantesca bombetta, un aggeggio rimediato da un dilettante rispetto all'omicida dinamite di via Palestra, allo scoppio che fece crollare il Padiglione d'arte contemporanea, abbia mirato al 25 aprile e non a rendere torbida, impaurita la vigilia elettorale». L'atto revancliista di un fascismo che non ha digerito la svolta di Fiuggi, l'archiviazione delle nostalgie, dei saluti romani e che si pone al di fuori anche della destra più estrema, quella rautiana? «E' possibile. E' assurdo anche questo. Ma fra gli assurdi è il meno assurdo. Per me, ma posso sempre sbagliare, la bomba ha voluto ricordare la repubblichina di Salò contro la Resistenza. Ironia vuole che, oggi, anche la Resistenze sia poco celebrata. Questo è il bello. Qui si tirano, si mettono le bombe contro i fantasmi, in nome di altri lontanissimi fantasmi. E' davvero un Paese di sciagurati, di matti, di imbecilli». Guido Vergani
Persone citate: Indro Montanelli, Montanelli
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