Gli strateghi delle bombe Ecco come agisce azione rivoluzionaria di Flavia Amabile
Gli strateghi delle bombe Gli strateghi delle bombe Ecco come agisce Azione rivoluzionaria retroscena Glile tracce del passato EccoSROMA ONO a 360 gradi le indagini del pool costituito ieri a Milano per dare un nome agli autori dell'attentato compiuto due giorni fa contro Palazzo Marino. Ma l'unica traccia concreta da cui partire è la telefonata giunta due sere fa alla sede dell'Ansa di Bologna. Una voce ha attribuito al gruppo «Azione Rivoluzionaria» la paternità dell'episodio. Si tratta di un'organizzazione anarchica nota da diversi anni a tutte le Procure d'Italia per aver messo a segno tra la seconda metà degli Anni Settanta e i primi Anni Ottanta una lunga serie di attentati, ma che non opera a Milano dal 1978 e che secondo Valpreda si sarebbe sciolta. Quello che in queste ore rende effettivamente percorribile la pista di Azione Rivoluzionaria sono alcune similitudini riscontrate dagli inquirenti. Alla procura di Firenze stanno studiando i legami presenti con il ritrovamento, avvenuto nel capoluogo toscano il 7 marzo dello scorso anno, di un ordigno davanti alla caserma Prodieri che ospita il comando di Eurofor, la forza internazionale di pronto intervento per l'area mediterranea. In quell'occasione il gesto fu rivendicato con una lettera fatta ritrovare davanti alla sede milanese di Radio Popolare, senza sigle, ma con uno slogan: «Viva l'anarchia». Nel volan¬ tino si rivendicava anche l'esplosione avvenuta pochi giorni prima all'esterno della sede dell'Aeronautica a Roma. Si trattò di «un regalo a Marini, e uno a Vigna», come scrissero con un normografo gli autori della rivendicazione, riferendosi ai due pm che negli ultimi anni si sono occupati delle frange anarchiche insurrezionaliste. Anche il tipo di ordigno «a barilotto», utilizzato per l'attentato di due giorni fa a Palazzo Marino rappresenta un dettaglio che potrebbe condurre dritto verso il gruppo anarchico secondo gli mqxùrenti toscani. Lo stesso tipo di ordigno è stato sequestrato in passato nell'ambito delle inchieste condotte è di fattura molto simile a altri utilizzati nella lunga serie di attentati firmati da Azione Rivoluzionaria. Al vaglio degli inquirenti dunque è ora l'attività del gruppo, un'attività che affonda le sue radici nel periodo più buio del terrorismo e si presentò immediatamente con caratteristiche tutte particolari. Secondo la ricostruzione effettuata dal procuratore della Repubblica Antonio Marini che ha chiesto 68 rin vii a giudizio, gli attentati di Ar venivano allora rivendicati con volantini nei quali si prendevano le distanze dagli altri movimenti anarchici considerati «senza strategia e tattica». Azione Rivoluzionaria, invece, affermava di avere entrambe: intendeva «portare una critica distruttiva dello Stato, attraverso l'uso della violenza rivoluzionaria, la lotta armata, la propaganda del fatto». Al contrario degli altri movimenti anarchici, Azione Rivoluzionaria si era data anche un'organizzazione, quelli che definiva «gruppi di affinità», una sorta di «famiglia i cui legami tradizionali sono rimpiazzati da rapporti profondamente simpatetici», come spiegava in un opuscolo fatto trovare il 1° ottobre 1978 a Bologna. Da Azione Rivoluzionaria nacque poi l'Organizzazione Rivoluzionaria Insurrezionalista Anarchica che ha operato a partire dall'inizio degli Anni Ottanta ponendo la propria firma sotto gli attentati ai tralicci dell'Enel e alla Standa di via Cola di Rienzo a Roma, il sequestro di Mirella Silocchi e di Marzio Perrini. Nessuna rivendicazione, ma le indagini consentirono agli mquirenti di collegare all'Organizzazione Rivoluzionaria Insurrezionalista Anarchica anche l'esplosione di un'autobomba avvenuta il 24 ottobre 1989 nel quartiere Prenestino di Roma, un incidente che costò la vita a Luigi De Blasi, membro del gruppo e autore della bomba che avrebbe dovuto rappresentare la risposta alla linea dura instaurata dal procuratore della Repubblica di Firenze, Vigna, nei confronti dei sequestratori di Dante Belardinelli. Flavia Amabile
Persone citate: Antonio Marini, Dante Belardinelli, Luigi De Blasi, Marzio Perrini, Mirella Silocchi, Valpreda, Vigna
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