Vent'anni di segreti di Stato Dal caso Cirillo alla P2: i documenti scottanti di Fra. Gri.

Vent'anni di segreti di Stato Vent'anni di segreti di Stato Dal caso Cirillo alla P2: i documenti scottanti RETROSCENA L'ARCHIVIO PARALLELO Cjr ROMA ~ E' il caso Moro, il sequestro Cirillo, la P2, e poi il terrorismo rosso e nero, nelle ultime carte scoperte al Viminale. Si tratta di un certo numero di fascicoli rinvenuti nella stanza di un anziano ispettore di polizia, vecchio del mestiere, forse anche troppo. Anche questi ultimi fascicoli, per stare alle parole di Napolitano, erano «impropriamente conservati». Cioè senza numeri di protocollo. E ora è tutto un ammettere che «certo che il ritrovamento è antipatico». Oppure, «abbiamo fatto una figuraccia che ci potevamo risparmiare». Tutti a dimostrarsi «assolutamente meravigliati» dalla scoperta di tre scatoloni zeppi di dossier. I nuovi fascicoli, al pari dei 150 mila rinvenuti nel deposito periferico sulla via Appia, e insieme al «libro mastro» dei 250 informatori dell'Ufficio Affari Riservati, sono all'esame di tre magistrati romani. Franco Ionta, Giovanni Salvi e Pietro Saviotti stanno passando tutto al setaccio. Hanno già incaricato i tre periti che stavano esaminando le carte dell'Appia di estendere i loro accertamenti. A giudicare da una prima lettura, sembra che i fascicoli siano composti di fotocopie di documenti processuali. Insomma, dossier del tutto legittimi. Illegittimo sarebbe il metodo di conservazione. Ma poi ci sono anche i fascicoli intestati ai politici, gruppi e singoli individui. Addirittura alcuni fascicoli sarebbero aggiornati fino ai primi mesi del 1994. E come si ricorderà, proprio in quei giorni, dopo la vittoria elettorale di Berlusconi, nel marzo '94, si insediò al ministero Roberto Maroni, il primo ministro dell'Interno non democristiano nella storia della Repubblica. Di lì a poco fu sostituito il capo della polizia, Vincenzo Parisi, eminenza grigia del Viminale per quasi 20 anni. Ecco dunque che il riferirsi ai primi mesi del '94 delimita chiaramente i fatti alla passata gestione. Quegli appunti che portano l'intestazione «all'attenzione del capoufficio e del signor capo della Polizia», rinviano dunque a Parisi e non all'attuale capo della polizia, Fernando Masone. Secondo indiscrezioni, poi, i fascicoli relativi ai politici sa- rebbero ricchi soprattutto di denunce e segnalazioni firmate dai politici medesimi contro ignoti. Si tratterebbe dei cosiddetti «fascicoli a tutela» che la polizia apre ogni qualvolta una personalità si rivolge al ministero dell'Interno. C'è quindi l'onorevole che sospetta di essere seguito, quello che è sicuro di essere intercettato, l'altro ancora che ha paura di diventare vittima di attentati. Tutte queste segnalazioni, evidentemente, non venivano cestinate. Al contrario, terminavano in un fascicolo. Il quale veniva poi girato per competenza all'Ucigos - oggi ribattezzato Polizia di prevenzione che è l'erede della polizia politica e che tradizionalmente si occupa di qualsiasi cosa abbia a che fare con questioni delicate o di Stato. Ma sembra anche che questi fascicoli in alcuni casi si sono poi arricchiti di informazioni la cui ricerca non era mai stata autorizzata per via ufficiale. Nei prossimi giorni, i pm Ionta, Salvi e Saviotti si incontreranno con i loro colleghi milanesi, bresciani e veneziani. Tutti insieme valuteranno i nuovi ritrovamenti. [fra. gri.]

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