Di fronte al voto, l'Ulivo ostenta sicurezza e il polo spera che il premier si affondi da solo Cala il sipario sulle «larghe intese»
Cala il sipario sulle «larghe intese» Di fronte al voto, l'Ulivo ostenta sicurezza e il Polo spera che il premier si affondi da solo Cala il sipario sulle «larghe intese» Prodi: «In Europa con questa maggioranza» ROMA DALLA REDAZIONE Da una parte il governo che ostenta sicurezza ed esorcizza coralmente le ipotizzate «larghe intese», care a Berlusconi. Dall'altra il Polo che ripiega infuriato e frustrato, con la sola speranza di vedere un Prodi che si affonda da solo mancando l'obbiettivo europeo. Così si presentano gli schieramenti principali alla vigilia del voto amministrativo. Che, con queste premesse, non pare tale da innescare sorprese politiche, comunque vada. La prima, amara delusione a Berlusconi, Casini e Buttigliene (che avevano puntato al governo di «larghe intese», al contrario di Fini) l'aveva data Massimo D'Alema negando la possibilità di un allargamento a destra della maggioranza di governo. Ieri lo hanno fatto anche il presidente dal Consiglio, Prodi e il suo vice, Veltroni («con le larghe intese, semmai, si esce dall'Europa»). Col sollievo di chi si è convinto che D'Alema fa sul serio. Si va in Europa con questa maggioranza, senza passare necessariamente per i tagli allo Stato sociale, si incarica di spiegare per conto di Prodi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Enrico Micheli. E, quindi, niente governo Prodi con un'altra maggio¬ ranza («lo ha sempre escluso») e non parliamo di un governo Ciampi «per l'Europa» che si cerca la maggioranza in Parlamento. «Cose campate in aria che riguarderebbero il dopo, abbastanza catastrofico, di una crisi di governo». Dietro tanta sicurezza c'è l'analisi che rende esplicita Piero Fassino, sottosegretario pidiessino agli Esteri. Governo e maggioranza «sono più stabili di quanto non si creda» perché manca «una maggioranza alternativa» ed è impossibile far nascere il governo delle «larghe intese». «Infatti, Berlusconi le larghe intese le farebbe pure, ma non è in grado di spiegarle al suo elettorato, che è assai più saldato con quello di An di quanto non si pensi». Dall'altra parte, Bertinotti sa che «può fare valere la propria rendita di posizione fin quando c'è l'Ulivo. Affossato l'Ulivo la sua rendita di posizione è zero». Per questo Bertinotti, alla fine, voterà le riforme strutturali. Quelli del Polo sembrano, anche loro, convinti che ormai il governo Prodi ce la può fare ad andare avanti anche senza il loro aiuto. E, allora, «adesso basta». «Non si illudano di poter contare ancora sul nostro aiuto: di Albania ce n'è una sola» avvisa Giuseppe Pisanu, presidente dei deputati berlusconiani. «La valutazione generosa di Berlusconi sulle larghe intese, proposta nell'interesse del Paese, è stata respinta a priori. Ora diciamo che, sempre avendo a cuore il bene dell'Italia, ci dobbiamo liberare del governo Prodi». Il proposito c'è, il fatto è che il Polo non sa come realizzarlo. Rocco Buttigliene, che si appassiona a disegnare futuribili scenari, una speranzella la coltiva: «Il percorso potrebbe essere questo: il governo fallisce definitivamente l'obbiettivo Europa, la Bicamerale centra in qualche modo quello delle riforme, D'Alema diventa l'unico ad aver raggiunto un risultato e dà il benservito a Prodi, accomodan¬ dosi a Palazzo Chigi». Ma non sembra crederci neanche lui in uno scenario così sofisticato. L'unica cosa vera, ammette Buttiglione, è «siamo fermi, forse anche perché si attende il risultato delle elezioni amministrative». E Prodi sappia che ora è più difficile «pensare ad un Prodi-bis. Siamo buoni ma non possiamo far finta di niente di fronte a chi ci insolentisce». Modi che Francesco D'Onofrio, del ecd, anche lui contrariato definisce «supponenti, esilaranti. Abbiamo sbagliato a presentare la proposta delle larghe intese, ma certo, gli altri la respingono con modi decisamente arroganti». pa non si Bertilere la izione Afnlludaora sul ce n'è ppe Piputati ce a * Qui accanto Marco Minniti segretario organizzativo del pds Al centro il leader del Polo Silvio Berlusconi Giuseppe Pisanu capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati
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