Fontana: «La Scala rischia di chiudere» di Guido Vergani
Fontana: «La Scala rischia di chiudere» Dura polemica sul teatro alla Bicocca Fontana: «La Scala rischia di chiudere» Dice: «Urgenti i lavori di restauro non bastano interventi tampone» MILANO.«La Scala è a rischio di una chiusura improvvisa. Nessun intervento tampone può risolvere la sicurezza e la funzionalità del palcoscenico. Occorre un radicale lavoro di ristrutturazione nel pieno rispetto storico, artistico e acustico del teatro. Essere costretti a sospendere le recite da un giorno all'altro sarebbe un salto nel buio». Carlo Fontana, il sovraintendente, ha suonato le campane a martello nella conferenza stampa convocata per spiegare la posizione di via Filodrammatici di fronte all'ulteriore rinvio del problema Scala per la mancata votazione del Consiglio comunale sulla licenza che avrebbe dato il via al cantiere del nuovo teatro-auditorium alla Bicocca, spazio dove, nel luglio del 1999, la Scala avrebbe dovuto temporaneamente traslocare per permettere il rammodernamento del proprio palcoscenico. Per evitare l'accusa di tambureggiare demagogicamente sull'emergenza, Fontana ha dato la parola al conservatore dell'immobile scaligero Leonardo Corbo, un prefetto che ha diretto la protezione civile, e al direttore tecnico degli allestimenti scenici Franco Malgrande. «Noi del Consiglio d'amministrazione - ha affermato Fontana - non facciamo altro che recepire quel che ci dicono gli esperti, i responsabili e, dopo averlo approfondito, portarlo all'attenzione degli amministratori pubblici. Siamo alla vigilia delle elezioni. Faccio appello al sindaco, alla giunta e ai consiglieri che verranno perché affrontino prioritariamente Carlo Fontana e con un approccio laico, senza pregiudizi di schieramento, questa faccenda urgente e ineludibile». Qual è il verdetto degli esperti? Per il suo ruolo, se Leonardo Corbo si fosse appiattito sull'allarme di Fontana (qualche accentuazione dell'emergenza è diretta a sollecitare gli infiniti tempi della politica) si sarebbe autodenunciato. Ha invece parlato di necessari adeguamenti alle nuove norme di sicurezza sia per gli spettatori sia per i macchinisti del palcoscenico, ma di tempi non rawicinatissimi. Malgrande, che ha chiarito come un precedente progetto (è costato un miliardo e passa, prevedeva scavi di 18 metri e un sistema di ascensori per dare nuovi spazi di produttività al palcoscenico) sia stato bocciato dalle esperienze dell'OpéraBastille di Parigi e del Carlo Felice di Genova, ha giudicato «molto precaria» la situazione e a rischio come «quella di un'auto che abbia 300 mila chilometri sul gobbo e vistosamente stia perdendo colpi». Per una cura radicale è obbligatorio un trasloco di 18 mesi. «Noi non abbiamo mai chiesto una Scala bis dice Fontana - è fuorviante e strumentale chiamare così il teatro alla Bicocca che noi scaligeri valutiamo positivamente perché non esistono alternative al nostro immediato bisogno e perché l'ubicazione consente di prefigurare un vasto pubblico al quale la Scala, una volta tornata in sede, garantirebbe un terzo della programmazione». Guido Vergani Carlo Fontana
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