«No al governissimo Al Paese non serve»

«No al governissimo Al Paese non serve» «No al governissimo Al Paese non serve» IL COMIZIO DEL LEADER PDS RAVENNA 01 siamo qui per raccogliere ancora la sfida per l'Europa. Siamo qui a dire che difenderemo gli sforzi fatti fino a oggi dal Paese. Non ci saranno governissimi. Non ci saranno accordi con le destre. Noi siamo il pds, la maggior forza di questo governo. 11 nostro governo». Così D'Alema - impermeabile bianco, faccia bianca, umore acceso, palco rosso - in grandissima forma nella piazza di Ravenna, allagata di luci, bandiere, applausi e una gigantesca scritta che dice: «Sicuri con noi». Insomma un Massimo D'Alema in versione satellitare: 8-10 mila persone qui a Ravenna, e collegamenti via satellite con un'altra cinquantina di città italiane, per 70 minuti di parole. E quasi altrettante di ovazioni. Riassumendo: molto duro con Berlusconi e del tutto indisponibile alle sue avances. Rigido con Bertinotti e quasi sprezzante per le sue spallate e i suoi no alla riforma dello Stato sociale («caro Bertinotti, caro Bertinotti, non ci sono pensionati di serie A, B, C... Devi imparare a distinguere tra i privilegiati e i deboli»). E con Prodi? Tiepido. Una sola volta citato: «Questo è il nostro governo, il governo Prodi». Dunque dal palco: «Vorrei dire all'onorevole Berlusconi che non abbiamo affatto bisogno di un governissimo - ha esordito D'Alema - né di larghe intese, né di consociativismo. Il governissimo sarebbe il governo della paralisi». Ancora: «Non c'è alcun ragionevole motivo per pensare che un governo di tutti e con tutti saprebbe affrontare meglio i problemi economici e sociali del Paese». E poi, con il sorriso tagliente: «Già è difficile oggi tenere insieme questa maggioranza, figuratevi se a quelle riunioni, oggi così faticose per me, aggiungessimo anche Fini e Berlusconi». Si agitano le bandiere, partono gli appausi. D'Alema ha appena cominciato: «Onorevole Berlusconi, onorevole Fini, onorevole Bossi... Voi dite: avete fallito, l'Europa ci ha respinto. Eh no. Quando lei, onorevole Berlusconi è stato presidente del Consiglio... - fischi, buuh, buuh, dalla piazza - lo è stato per una breve e fuggevole stagione... Fortunatamente fuggevole! Quando lei è scompar¬ so come una meteora ci ha lasciato un Paese in condizioni assai peggiori. L'inflazione superiore al 4 per cento e un rapporto deficit-pil intorno al 9,8 per cento... Con quale diritto oggi dice a noi che abbiamo fallito e addirittura si ripropone al governo?». No, niente alleanze: se Ber¬ lusconi ha dim^...irato di saper bene amministrare le sue aziende («tanto di cappello») al governo del Paese si è dimostrato un disastro. «Con il governissimo non si verrebbe a capo di nulla». Riprende: «Non siamo qui per difendere posizioni di potere, sentiamo sulle nostre spalle il peso della responsabilità, forse un peso maggiore delle nostre forze. Però abbiamo vinto le elezioni. Siamo al governo e intendiamo onorare gli impegni». Ne indica i due maggiori: lo sforzo verso l'Europa di Maastricht e le riforme istituzionali. «E' in questa duplice responsabilità che si definisce il ruolo del partito democratico della sinistra». Dunque: «Per il risanamento del Paese abbiamo fatto tanto. Nessuno poteva immaginare solo un anno fa che saremmo arrivati a questi risultati. L'Europa è dietro l'angolo, non ci fermeremo adesso. Questo Paese è rien¬ trato nello Sme, abbiamo ridotto l'inflazione fino al 2,2 per cento, un livello che non si raggiungeva da decenni. Vuol dire che l'aumento reale dei salari che quest'anno è stato del 4 per cento è per la prima volta superiore all'inflazione... Abbiamo difeso i vostri salari... I salari di tutti». Le riforme: «La strada della Bicamerale è indicata: noi dobbiamo arrivare all'alternanza, altro che governissimi». Lo Stato sociale: «Deve essere ripensato perché sta diventando e diventerà sempre di più inefficace nella difesa dei deboli perché questo sistema rischia di non avere una base economica su cui poggiare per poter garantire le pensioni ai nostri figli». [p. cor.] Berlusconi: «Nessuno di noi pensa di portare in Bicamerale un progetto e di venirne fuori con l'approvazione integrale Ci vorranno delle transazioni, una serie di modifiche...» Armaroli, costituzionalista di An «Il segretario pds è come una di quelle figure delle tragedie greche che deve scegliere quale figlio sacrificare: l'esecutivo oppure la sua Commissione» E sull'Europa «Tedeschi e francesi hanno avuto un 3% politico» «Caro Bertinotti, non è giusto che ci siano pensioni di serie A, B e C» o di noi amerale ne fuori ntegrale sazioni, fiche...» Bicamerale mo D'Alema A sinistra Marco Boato e qui accanto il ministro della Giustizia Giovanni Maria Flick Il presidente della Bicamerale Massimo D'Alema

Luoghi citati: Europa, Maastricht, Ravenna