Industria segnali di ripresa di Fr. Bu.
Industria segnali di ripresa Produzione '97 Industria segnali di ripresa ROMA. E' incominciato male il 1997 per l'industria italiana: a gennaio si è registrato, infatti, un calo del fatturato pari al 3,9% rispetto allo stesso periodo del '96, quando si raggiunse un +8,9%. In flessione anche gli ordinativi che nello stesso mese hanno accusato una diminuzione tendenziale del 3,7%. Non va meglio per le famiglie, preoccupate per la situazione economica e per la disoccupazione, mentre l'inflazione, fino a pochi mesi fa vero e proprio flagello dei bilanci, è diventato l'unico motivo di consolazione. Oltre 40 famiglie italiane su cento (indagine Iseo di aprile) ritengono che i prezzi o non subiranno variazioni o diminuiranno nel corso dell'anno. Ma l'orizzonte non è tutto nero: tiepidi segnali di ripresa vengono dalla produzione industriale. L'indagine periodica condotta dal Centro studi della Confindustria rileva un aumento del livello della produzione media giornaliera (corretta della componente stagionale) dello 0,4% ad aprile, rispetto al mese precedente. Questo dato porta così i livelli di attività del secondo bimestre dell'anno ad un incremento dello 0,7% nei confronti dei valori medi (destagionalizzati) del periodo gennaio-febbraio. L'incremento, seppur ancora di lieve entità, dimostra «una tendenza - spiega la Confindustria - al superamento della fase più critica dell'attività industriale che si era manifestata negli ultimi mesi del '96>>. In termini tendenziali la produzione media giornaliera di aprile registra un aumento dell'1,4%, mentre la media del primo quadrimestre accusa una flessione dello 0,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (-2,9% il dato generale). In crescita il volume delle vendite di prodotti industriali che, in termini grezzi, presentano un aumento tendenziale del 5,8%. Oltre ad un andamento apprezzabile dei mercati esteri ( + 6,5%), si rilevano tendenze positive per le vendite sul mercato interno ( + 5,2%). Le acquisizioni di nuovi ordini, infine, dovrebbero registrare un rialzo tendenziale del 3,1%. I dati negativi sul fatturato, ha spiegato l'Istat, derivano dalla diminuzione sia di quello realizzato sul mercato interno (-3,1%), sia di quello ottenuto sui mercati esteri (-5,5%). L'indice degli ordinativi ha fatto registrare una diminuzione tendenziale del 3,7%, sintesi di una contrazione del 6,9% degli ordini provenienti dal mercato interno e di un aumento dell' 1,1% di quelli derivanti dai mercati esteri. Considerando la destinazione economica dei beni prodotti, si registrano un aumento tendenziale dell'indice del fatturato dell'1,7% per i beni di consumo e diminuzioni del 5,5% per i beni di investimento e del 6,7% per i beni intermedi. Le cifre fornite dall'Istat preoccupano il sindacato. Il calo di fatturato e ordinativi dell'industria «è la spia della grave situazione che stiamo attraversando - ha detto Pirani (Uil) dal punto di vista della capacità di competere non solo sul mercato nazionale, ma anche e direi soprattutto su quello internazionale». Per il sindacalista «le conseguenze occupazionali di questa condizione sono evidenti e negative; occorre che si capisca bene la necessità di rilanciare il «sistema paese» attraverso precise scelte di investimenti, di realizzazione delle grandi opere infrastnitturali previste, di sviluppo della ricerca e dell'innovazione». [fr. bu.]
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