«Al rogo i libri di storia faziosi» di Flavia Amabile

«Al rogo i libri di storia faziosi» L'iniziativa decisa per contestare la «revisione dei programmi decisa da Berlinguer» | «Al rogo i libri di storia faziosi» Gli studenti di destra ROMA. Il primo rogo è previsto per martedì. Sarà organizzato ai piedi dell'imponente scalinata del ministero della Pubblica Istruzione, davanti a altre due-tre scuole ancora da scegliere e di fronte al Senato dove si discuterà la mozione di sfiducia degli esponenti di An nei confronti del ministro Berlinguer. A alimentarlo saranno i libri «di chiara faziosità», ovvero la maggior parte dei libri di storia in uso presso le scuole medie inferiori e superiori. L'elenco completo ha fatto ieri il giro di Roma sotto fonna di un volantino. In basso, la firma di Azione studentesca, assegnava la paternità dell'iniziativa all'associazione che riunisce gli studenti di destra. In alto, la lista dei testi all'indice: «Fare storia» di Antonio Brancati, «Leggere Europa» di Sambugar, «Verso il Duemila» di Delfino Materazzi, «Storia e storiografia» di Desideri, «Sprint Finale» di Attalienti. A questi si aggiungono altri quattro testi, i più faziosi di tutti, secondo gli studenti di Azione studentesca, perché «negano o ridimensionano fortemente le foibe». Si tratta di «Disegno storico della civiltà» di Giorgio Spini, «Storia dal 1848 ai giorni nostri» di Camera Fabietti, «Corso di Storia» di Gaeta-Villani, «Popoli e civiltà» di Antonio Brancati. Per tutti, la stessa sentenza: condannati a essere bruciati, come avveniva ai tempi dell'Inquisizione con le streghe e gli eretici. 0, in anni più recenti, con l'avvento di Adolf Hitler. A ricordarlo agli organizzatori della manifestazione sono stati in tanti ieri. Lo ha fatto Giulio Calvisi, coordinatore nazionale della Sinistra Giovanile del Pds, che si è dichiarato «allibito» e ha paragonato Azione studentesca al movimento dei taleban dell'Afghanistan. Ma nemmeno da destra le reazioni sono state tenere. Giuseppe Malgieri, direttore del Secolo d'Italia, il quotidiano di An, ha affermato di non essere d'accordo con «chi fa appello ai roghi, che appartengono a un capitolo storico da dimenticare». Un giudizio appena più severo di quello espresso dal leader di An, Gianfranco Fini, poi apparso in un comunicato del movimento: «Quella dei giovani di Azione Studentesca è una sciocca provocazione. I libri si possono confutare e in ogni caso, i giovani di Azione Studentesca farebbero meglio a leggerli». Forte e deciso, dunque il richiamo giunto fin dai sommi vertici. Ma nemmeno questo sembra in grado di fermare gli studenti di destra. Roberta Angelini, eurodeputato di An, ex-rautiana, ora della corrente di Storace e una delle organizzatrici dell'iniziativa, respinge le accuse. «Sappiano che si tratta di un'azione provocatoria, probabilmente sgradevole, di cattivo gusto, ma forse soltanto questo può garantirci un risultato». Il risultato dell'onorevole Angelini e degli studenti di destra è «richiamare l'attenzione del ministro Berlinguer, ottenere una modifica dei programmi di storia». Il responsabile di Azione studentesca, Marco Marsilio, ha invece chiamato in causa Ernesto Galli della Loggia: «Di fronte alle polemiche sorte grazie ai suoi meritori articoli - ha detto Marsilio -, Berlinguer non ha saputo fare di meglio che rilasciare dichiarazioni del tipo "Se un docente vuol fare studiare le foibe invece che la resistenza è libero di farlo". Sono affermazioni sconcertanti». Pronta la replica dèi politologo, che noi giorni scorsi aveva commentato il decreto ministeriale che rivoluziona l'insegnamento della storia, sottolineando ad esempio come nei programmi venissero menzionati i crimini fascisti e mai quelli comunisti: «Citare i miei articoli in margine all'annuncio del rogo è un tipico caso di strumentalizzazione - ha spiegato Galli della Loggia -. I libri non si devono bruciare e il signor Marsilio forse non sa di avere tra i suoi progenitori i nazisti, cui è andata piuttosto male. Sarebbe bene non replicare gesti di giustizia sommaria verso l'oggetto-libro che hanno un sapore mequivocabilmente barbarico». I roghi saranno, dunque, l'ultimo capitolo di un braccio di ferro in corso da un anno tra gli studenti e il ministro. «I professori delle nostre scuole non sanno che cosa sono le foibe», denuncia Roberto D'Ambrogio, presidente del circolo di Azione Studentesca del Gianicolense. Flavia Amabile Anche Fini si unisce al coro della condanna «Un'idea sciocca» Galli della Loggia «Strumentalizzano i miei articoli»

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