Major tallona Blair, anzi no di Fabio Galvano

Major tallona Blair, anzi no Per il Guardian il premier è a soli 5 punti dal rivale, per il Telegraph a 21 Major tallona Blair, anzi no In Gran Bretagna guerra dei sondaggi tra i giornali LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Come una scossa elettrica, a una settimana dal voto del 1° maggio, un sondaggio pubblicato ieri dal «Guardian» dà nuova vita a una campagna che stava forse spegnendosi nella convinzione che Tony Blair e il New Labour avessero ormai la vittoria in pugno, n loro vantaggio sui conservatori di John Major, rivela il sondaggio, si è ridotto in ima settimana da 14 a 5 punti. La corsa è di nuovo aperta, anche se un altro sondaggio pubblicato dal «Daily Telegraph» era ieri di segno esattamente opposto, con un Labour in risalita e un colossale vantaggio di 21 punti sui conservatori. Una «guerra dei sondaggi»? Difficile crederlo, anche se la dietrologia potrebbe intravedere nei da¬ ti del «Guardian» (giornale di fede laborista) l'esigenza di suonare l'allarme per Blair, affinché non riposi pericolosamente sugli allori. Se quella era l'intenzione, il leader laborista ha raccolto il messaggio, affrontando ieri i consueti impegni elettorali con nuovo vigore e nuovo smalto. Blair ha promesso fra l'altro che la fetta di denaro della lotteria nazionale destinata alle «buone cause» - culturali, sportive, caritatevoli - servirà anche a istituire un fondo di 2700 miliardi di lire per l'educazione e la sanità. E' convinto che l'elettorato, critico in passato di certi usi di quel denaro, lo avrebbe appoggiato. Ma finora ha soltanto fatto il gioco di Major: «Ecco - ha detto il primo ministro - da dove Blair intende prendere soldi per tappare i buchi neri delle sue avventate promesse». E resta, nell'orecchio di tutti, quel vantaggio di Blair ridotto a 5 punti, il livello più basso dal novembre 1993:42% al Labour, 37% ai Tories, soltanto 14% ai liberaldemocratici di Paddy Ashdown (la settimana scorsa i tre partiti avevano rispettivamente 45, 31 e 19 punti). Quel che è peggio, per Tony Blair, è che per la prima volta Major lo supera (33 a 32, mentre una settimana fa il leader laborista era in vantaggio per 35 a 28) come «miglior primo ministro». Quale partito è il migliore per l'economia nazionale? Per 30 a 28 i Tories scavalcano il New Labour. E in quel grottesco bisticcio sull'Europa? Conservatori avanti di 8 lunghezze - 36 a 28 - a riprova che Major sta recuperando e raccattando voti grazie alla sua più ferma posizione su un tema che fa soffrire quest'Inghilter¬ ra sospettosa di Bruxelles. «L'importante - ha detto ieri Blair - è disfarci del governo conservatore». Ma era scosso. «Sono molto contento - ha detto invece Major - del modo in cui la campagna sta andando e sono sempre più fiducioso man mano che ci avviciniamo al 1° maggio». Persino gli allibratori riaprono le scommesse: William Hill ha ridotto le quotazioni dei Tories da 9-2 a 7-2. E ieri sera Major, che in giornata aveva nuovamente toccato il ta- sto europeo dicendosi pronto a «sabotare 0 vertice di Amsterdam» se ne emergeranno ambizioni federaliste, ha lanciato un altro attacco a Blair dalla roccaforte scozzese del Labour. In un discorso ad Aberdeen egli ha denunciato il progetto di devolution voluto da Blair: una forma di autonomia che a suo avviso mina la compattezza del Regno Unito. Poche ore prima l'attore Sean Connery, militante del partito nazionalista (Snp), aveva lanciato un appello per l'indipendenza della Scozia. «Il mio più profondo desiderio - dice in una lettera diffusa in mezzo milione di copie - è di vedere la Scozia libera». E' molto semplice, afferma l'ex 007: «Se vince l'Snp vince la Scozia». Major non lo ha degnato di replica. Fabio Galvano A una settimana dal voto si scalda l'atmosfera elettorale in Inghilterra Il primo ministro pare sempre più sicuro della vittoria, nonostante tutto

Persone citate: John Major, Paddy Ashdown, Sean Connery, Tony Blair, William Hill

Luoghi citati: Amsterdam, Bruxelles, Europa, Gran Bretagna, Inghilterra, Londra, Regno Unito, Scozia