Costa, «e l'affare è casto» di Stefano Bartezzaghi
Costa, «e l'affare è casto» Il gioco dei cognomi anagrammati: Castellani? «Alla listona vincente» Costa, «e l'affare è casto» PER la carica di sindaco di Torino, quattro anni fa, Diego Novelli ballottò con Valentino Castellani. L'anagramma del nome di quest'ultimo, di conseguenza, affermava: nasce l'anti-Novellità. Più che l'anagramma, però, il nome fatale di Valentino, congiunto al cognome di Castellani, sembrava particolarmente adatto per il sindaco di Torino. Certamente le istituzioni non possono tener conto di indicazioni enigmistiche date da nomi o cognomi: altrimenti Prodi sarebbe ope legis un generale e Fini uno stilista (e di Buttigliene e Casini tacer sarebbe bello). Però, però. Oggi il candidato del Movimento sociale Fiamma Tricolore è Zippo, l'unico che ha ancora voglia di scherzare col fuoco, sottolineando il connubio tra Fiamma e Zippo, nome di accendino. In quanto poi al responso anagrammatico, Antonio Zippo è colto nel far controinformazione: oppon notizia. Altro cognome eloquente, quello dell'ambientalista Lupi (Verdi verdi), a cui saranno certo care le sorti delle specie, più o meno ululanti, in via di estinzione. Il suo anagramma calza meno (a volte il gioco si diverte a dire il contrario del vero: in inglese, l'anagramma di funeral e redi fun, vero spasso). Maurizio Lupi dà l'affermazione palazzinaro (o separatista): alzo più i muri. Pare simmetricamente inverosimile che di muri la candidata pivettiana Francesca Casella (Italia Federale) voglia invece demolirne: fa scancellar case. Un altro paradosso è costituito dalla presenza di un «omino» nel cognome del prestante leghista Cornino. L'anagramma è impertinente: Domenico Cornino non vedrà mica la città come condominio? A fidarsi del significato letterale dei cognomi, una Carla Spagnuolo (Socialisti Uniti) evocherebbe corride e flamenchi; invece l'anagramma (op, la lunga corsa) forse misura la via del ritorno per il partito dei garofani (e di Radicofani). Altrettanto ingannevole il cognome da disboscamento di Lucia Sechi (Partito Umanista). L'anagramma è incerto: prima le ascrive comportamenti da gran dama corteggiata (usi i lacchè); poi, indulgenze ai luoghi comuni (usa i cliché); infine scambia i fattori e trova nella candidata umanista caratteri yankee: i cliché U.S.A. Nitori di laboratorio nelle generalità della diniana Bianca Vetrino. Essendo una candidata di Rinnovamento Italiano, non sarà incongruo l'anagramma: innovar ti è ABC; mentre quella di votar in cabine pare indicazione utile, ma un po' troppo didascalica. Ci sono certo cognomi che non corrispondono ad alcuna parola: quello di Renzo Rabellino (lista Immigrati Clandestini Basta!), per esempio, il cui anagramma vuole regolare nomadismi e migrazioni: erranze in bollo. O quello di Gianni Pintus (Noi per Torino), che potrebbe difendere le pensioni nel governo locale: I.N.P.S. in giunta. O quello di Luciano Garatti (Movimento Italia Unita) il cui anagramma è l'unico che alluda al recente e disastroso incendio: la cotta-Guarini. Doublé face, sereno di qua e pugnace di là, l'anagramma di Eleonora Artesio (Rifondazione Comunista): e a Torino è solare / e a Torino è l'osare. La questione dei cognomi si riapre sulla sfida tra Polo e Ulivo. E' inevitabile, quando un Costa si candida nei giorni dello sbarco in Albania, con relativi arenamenti litoranei (anche a voler tralasciare la dolente attualità della voce del verbo costare; soggetto: l'Europa, lo Stato sociale, la vita...). I due anagrammi consecutivi di Raffaele Costa (Polo) aggiungono un tocco da pubblicità di onesta agenzia immobiliare: t'offre la casa e / l'affare è casto. Resta l'attuale sindaco-castellano, che essendosi ri-candidato andrà rianagrammato. Ovviamente Valentino Castellani (Ulivo) spera di essere collegato alla listona vincente. A dargli o a negargli questa soddisfazione, però, non basterà uno scrutinio enigmistico. Stefano Bartezzaghi Il missino Zippo scherza con il fuoco E l'ecologista Lupi «alza più i muri»
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