«Con il 3% rinasce il psi» di Fabio Martini

«Con il 3% rinasce il psi» IL CASO Liste unitarie con De Michelis regista, Craxi era contrario «Con il 3% rinasce il psi» Bosetti: «Siamo tornati a fare comizi» Per Intini una «Rifondazione socialista» IL RISVEGLIO USL GAROFANO CROMA OME se la macchina del tempo si fosse fermata, Paris il roscio ha già ricostituito la sua «corente», perché «a Roma comando io». Enrìchetto il baro, dietro le quinte, ha già ricominciato a disegnare scenari. E Ugo Palmiro sta solcando lo Stivale come non faceva neanche ai tempi di Bettino-Cinghiatone. Paris dell'Unto, Enrico Manca e Ugo Intuii: ecco tre dei tanti personaggi che sembravano cancellati dall'infarto che ha ucciso il psi. E invece i socialisti sono tornati: lo spezzone «ulivista» del Si di Boselli e quello craxiano (e antipds) del Garofano di Intini sono riusciti a sanare in pochi giorni profonde differenze e odii reciproci, presentando liste unitarie in quasi tutti i Comuni nei quali si vota domenica. E per farsi coraggio hanno appeso sui muri di mezza Italia un manifesto da film western: «Socialisti, su la testa». Eppure, c'è una sorpresa ancora più sorprendente del ritorno socialista: tutti Sondaggi realizzati prima del black-out imposto dalla legge, accreditavano l'operazione-nostalgia di un discreto successo. Certo, piccoli numeri ma inimmaginabili dopo la bomba atomica che tra il 1992 e il 1994 aveva cancellato ogni traccia socialista. «Se in centri come Ancona, Trieste, Siena e Catanzaro saremo, come pare, attorno al 5 per cento - dice Enrico Boselli, segretario del Si - e in città per noi molto difficili come Torino e Milano ci attesteremo tra il 2 e il 3,5 per cento, a quel punto in Italia accadrà una cosa molto semplice: si riaprirà una questione socialista, con buona pace di D'Alema e della Cosa-2». Umiliati, offesi e derisi per anni, ora i «socialisti uniti» corrono già con la fantasia, immaginano nientedimenoche di dare una lezione a D'Alema. Fantasie di chi è restato a lungo nell'ombra, ma certo se lunedì prossimo i risultati delle amministrative dovessero confermare la tendenza delineata dai sondaggi, a quel punto anche a Botteghe Oscure dovrebbero rifare un po' di conti: anche perché il trend suggerito dagli ultimi sondaggi quotava i socialisti poco al di sotto del ppi e spesso sopra Rinnovamento Italiano, il partito di colui che è considerato da D'Alema l'alleato più fedele: Lamberto Dini. Non è stato semplice rimettere assieme due delle quattro fazioni della litigiosissima diaspora socialista. Enrico Boselli - prudentissimo segretario del Si - ha dovuto vincere le perplessità di Ottaviano Del Turco e di quasi metà del suo partitino, restio a rompere con l'Ulivo e a rimettersi in casa quelli del Garofano, compagni come Enrico. Manca, Fabrizio Cicchitto, Luca Josi. Ma le riserve più corpose all'operazione-socialisti uniti sono arrivate proprio dal Garofano. In particolare da Hammamet. A chi, come dell'Unto, va spesso al suo capezzale, Bettino Craxi ha ripetuto che «è sbagliato fare un'alleanza con il Si, che è alleato con il pds e sostiene il governo Prodi». Ma il vecchio Bettino non conta più come una volta neanche in un partito di reduci come il Garofano e così il no di Craxi è stato controbilanciato dal lavorìo di un personaggio che le cronache dei giornali davano come ormai disinteressato alla politica: Gianni De Michelis. E le prime tre settimane di campagna elettorale sembrano dare ragione a Boselli, Intini e De Michelis. «Sabato scorso - racconta Boselli - in una città per noi difficile come Milano siamo tornati a fare un comizio: non accadeva da 7 anni, in piazza San Carlo c'erano quasi mille persone e neanche un fischio, una battuta greve. Una cosa mi ha commosso: quando sono sceso dal palco mi è venuto incontro Carlo Fontana, sovrintendente della Scala. Non so come voterà, ma qualcosa sta cambiando». Ma basterà qualche buon sondaggio o i 6-700 socialisti di piazza San Carlo per far rinascere il psi? «Rispetto ai partiti finti come Forza Italia o come quello di Dini - racconta Ugo Intini - i socialisti possono contare in ogni realtà su un nucleo di militanti che non ha mollato, una rete che si è tramandata per generazioni e che non si può sfaldare in pochi anni». E così, se la mattina del 28 aprile il risveglio della realtà non sarà troppo brusco, le prossime tappe sono già segnate: «Sì, a quel punto Rifondazione socialista sarà una realtà - dice Intini - e potremo arrivare all'unità attraverso una Costituente». Fabio Martini Qui accanto Ugo Intini ed Enrico Boselli Nella foto grande a destra l'ex ministro degli Esteri Gianni De Michelis