Treno travolge 2 operai sulla «linea maledetta»

Treno travolge 2 operai sulla «linea maledetta» Un morto e un ferito l'altra notte sulla Piacenza-Lodi: non hanno sentito il segnale d'allarme Treno travolge 2 operai sulla «linea maledetta» PIACENZA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il 17 aprile del '96 l'operaio Silvano Ruffo. Il 12 gennaio scorso Lidio De Santis, Pasquale Sorbo, Francesco Ardito, Gaetano Morgese, Carmela Landi, Agatina Carbonara, Cinzia Aspetta, Lorenza Santoni, tutte vittime della tragedia del Pendolino. Ieri, un altro operaio, Moreno Craighero. Un anno tragico per un tratto di ferrovia tra la provincia di Piacenza e quella di Lodi. Dieci i morti. L'ultimo, nei primissimi minuti di ieri. Era da poco passata la mezzanotte quando un treno espresso proveniente da Milano ha travolto due operai che si trovavano lungo la ferrovia per iniziare lavori di manutenzione delle rotaie. Uno, Moreno Craighero, è deceduto sul colpo. L'altro, Gianni Gressani, è ricoverato all'ospedale di Piacenza in prognosi riservata. L'incidente è avvenuto a San Fiorano, uno degli ultimi paesi della Lombardia prima del ponte sul Po che porta in Emilia. Da una prima ricostruzione, sembra che i due si fossero incamminati lungo i binari allontanandosi dal gruppo di lavoro. Il ferroviere che, nel rispetto delle regole, aveva accompagnato gli operai, avvertito dalla stazione di Codogno dell'arrivo dell'espresso, avrebbe richiamato Craighero e Gressani senza però essere sentito. I due non si sono accorti nemmeno dell'espresso 1911 che era partito dalla stazione di Milano Centrale alle 23,25 diretto a Napoli. Il macchinista dell'espresso avrebbe visto all'ultimo momento gli operai ed avrebbe anche ripetutamente suonato la sirena d'allarme, azionando inoltre il dispositivo di frenata rapida. Ma non c'è stato nulla da fare. Moreno Craighero è rimasto incastrato sotto il treno ed è morto sul colpo. Per estrarre il suo corpo i vigili del fuoco hanno dovuto lavorare un'ora e mezzo. Gianni Gressani, invece, è stato sbalzato lontano dalla linea ferroviaria. Soccorso, è stato poi trasportato all'ospedale di Piacenza. Ha riportato una frattura scomposta del femore della gamba sinistra e della gamba destra. E' stato ricoverato in prognosi riservata nel reparto di rianimazione. Sulla dinamica dell'incidente stanno indagando la polizia ferroviaria di Lodi e la procura del¬ la Repubblica di Lodi. Moreno Craighero era nato 36 anni fa a Ligosullo, un piccolo centro della Carnia. Per lavoro si era trasferito a Sanremo e poi si era stabilito a Tolmezzo. Lascia la moglie Mirella ed un figlio di 10 anni. Gressani, 33 anni, friulano, abita a Paularo con i genitori. A seguito dell'incidente la linea ferroviaria è rimasta bloccata por un'ora in direzione Milano o fino alle 3 in direzione Bologna. Poi il traffico è ripreso normalmente. Craighero e Gressani lavoravano per la Gefer, ditta appaltatrice delle Ferrovie. Distrutti ed in lacrime i colleghi alla stazione di Codogno. «Eravamo stati a cena insieme un paio d'ore prima, sembrava una notte normale. Abbiamo visto il treno fermarsi, pensavamo ci l'osse il segnale di stop, invece subito dopo ci siamo accorti che era successo qualcosa di grave. Speriamo che questa ennesima tragedia possa servire di lezione. E che non venga messo tutto a tacere. A lavorare di notte i rischi aumentano». L'incidente di San Fiorano ha riportato subito alla memoria quello di un anno fa sulla stessa linea in provincia di Piacenza, a Pontenure. Il 17 aprile '96 due operai piacentini che stavano la¬ vorando sui binari vennero travolti dal Pendolino Giotto RomaMilano. Silvano Ruffo, 35 anni, morì poco dopo l'impatto. Pietro Coltellini, 47 anni, se la cavò con piccole fratture. Invece è eh tre mesi fa la tragedia del Pendolino poco prima della stazione di Piacenza. Sull'accaduto immediata ò stata la presa di posizione dei sindacati dei ferrovieri e dell'Associazione degli invalidi sul lavoro (Anmil). «Anche se non si conosce bene la dinamica - ha detto Mario Pettcnclla della segreteria nazionale della Filt-Cisl - non è la prima volta che un incidente del genero accade. 11 fatto è che ora c'è troppa liberalizzazione nel settore degli appalti». «Mentre a Roma si continua a discutere di tagli e ristrutturazione, si continua a morire sui binari», ha affermato il coordinatore nazionale dei macchinisti del Conni, Savio Galvani. Carlo Annovazzi Nell'ultimo anno in quel tratto di ferrovia ci sono state dieci vittime Dure proteste dei sindacati GU INCIDENTI NELLE FERROVIE ANNO 1970 1975 1980 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992* 1993 1994 1995 'NC'DENTI I! MORTI FERITI 1 ^igMEHiii i dm ' 'DAI 1992 NON SI TIENE CONTO DI INCIDENTI VERIFICATISI IN MAGAZZINI, DEPOSITI O OFFICINE FERROVIARIE W m m Il guanto di uno dei due operai travolti dall'espresso « 1911 » mentre lavoravano sui binari Il tratto della ferrovia in cui è avvenuto l'incidente mortale, all'altezza di San Fiorano