Santer allea Tory e Labour di Fabio Galvano

Santer allea Tory e Labour Santer allea Tory e Labour «Bruxelles non si intrometta nel voto» LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Tutti gridano all'interferenza; ma il discorso in cui il presidente della Commissione europea Jacques Santer ha castigato lunedì gli euroscettici, definendoli «mercanti di disgrazie», non fa che esacerbare una battaglia già accesa da qualche giorno. Da quando, in tema di moneta unica e di integrazione europea, conservatori e laboristi s'erano accapigliati in nome di una sovranità nazionale minacciata dalle presunte «mire» di Bruxelles, facendo scivolare la campagna elettorale al livello della rissa paesana. Ieri, aumentata dalle parole di Santer, quella rissa è cresciuta di tono, anche attraverso gli attac- chi personali che i due leader si sono scambiati. «Da Tony Blair - ha detto Major - non ho mai sentito nulla di inequivocabile in tema europeo, ma soltanto parole scivolose. Dice quello che la gente vuole sentire, cambiando idea da un momento all'altro». Non meno aspro il leader del New Labour: «Major guida un partito pietosamente diviso». A nove giorni dal voto, la «questione europea» non fa che accavallarsi alle mille accuse quotidiane e agli sgarbi. Ieri il Labour ha sparato una bordata con una pubblicità a tutta pagina sul Times in cui Major e il cancelliere Clarke appaiono nei panni di Laurei e Hardy. E' la risposta alla pubblicità conservatrice in cui Blair era un pupazzo sulle ginocchia di Kohl. La riprova, dicono molti, che la fase finale la campagna elettorale sta scivolando nella trivialità. Che Major si sia scagliato ieri a Perth contro l'autonomia scozzese promessa dai laboristi e abbia presentato un vasto programma di lotta alla delinquenza poco conta. Come in secondo piano sono passate le bordate di Blair in tema economico. L'Europa, ieri, era ancora uber alles. Le parole di Santer, ha detto Major, indicano quali saranno le pressioni integraliste al vertice di Amsterdam. «Solo il governo conservatore - ha detto denunciando la supina accettazione laborista di numerose richieste di Bruxelles - è capace di dire no a un'Europa federale. In tema europeo c'è ora una netta linea di demarcazione fra i due partiti». «Santer - ha replicato Blair - rappresenta la Commissione europea. Se eletto io rappresenterò la Gran Bretagna». I conservatori dicono che non rinunceranno mai al potere di veto, respingeranno qualsiasi ipotesi di Europa federale, esclu¬ deranno ogni forma d'integrazione della difesa. Blair, che accoglie il capitolo sociale di Bruxelles, ripete che non rinuncerà mai al potere di veto in tema di difesa, fiscalità, immigrazione. Ma sulla moneta unica, con i laboristi più propensi e i conservatori invece tormentati dalla ribellione di 200 candidati che nei giorni scorsi hanno già detto no rinnegando la linea dell'attesa sancita da Major, paradossalmente è il governo a segnare punti. Il discorso di Santer sta saldando molte fratture. Non solo: per molti l'Europa è, rispetto ai conservatori, un male maggiore; e i tories potrebbero finire per guadagnare qualche punto nei sondaggi. Fabio Galvano John Major e il cancelliere dello Scacchiere Clarke truccati da Laurel&Hard/ in una pubblicità laborista sul Times