«Roma vincerà, non ho dubbi» di Renato Rizzo

«Roma vincerà, non ho dubbi» «Roma vincerà, non ho dubbi» Scalfaro a Herzog: il nostro impegno è grande BERLINO DAL NOSTRO INVIATO Ai pranzi di Stato, i discorsi sono morbidi, felpati di diplomazia. A nessuno verrebbe in mente di parlare dei «sorci verdi» che, tempo fa, Prodi aveva promesso di mostrare all'Europa. Ma il senso del discorso di Scalfaro sta in un'analoga, orgogliosa promessa: a dispetto di chi non ci crede e di chi, magari, rema contro, riusciremo a entrare nel club dell'euro: «Mancherei di schiettezza - dice al presidente tedesco Roman Herzog - se tacessi a me stesso che sulla nostra riuscita in questa impresa ci sono tra voi dubbi e scetticismi che rispetto e preferisco ai complimenti di maniera». Ma l'Italia non si fermerà di fronte alle perplessità, vere o interessa- te, che la Germania avanza per bocca di certi «professori abituati a dare pagelle»: «Continuerà con generosità totale nell'impegno e nel cammino che, al nostro popolo, è già costato sacrifici e prezzi elevati». Una dichiarazione che è più di una promessa: sembra, ancora una volta, un modo per impegnare il lavoro del governo, bussola offerta o, forse, imposta, all'esecutivo per orientarne le future decisioni. E le parole che sanciscono gli sforzi del Bel Paese non sono rivolte solo al Presidente tedesco che, peraltro, esprime la sua speranza in un nostro tempestivo ingresso in Europa. C'è un ingombrante convitato di pietra alla tavola del settecentesco Palazzo Bellevue: quel Jacques Santer, capo della commissione che, oggi, a Bruxelles, dichiarerà pubblicamente se gli sforzi dell'Italia sono sufficienti per non scendere nella serie B. Herzog guarda al cammino del nostro Paese e gli appunta una medaglia di «rispetto». In particolare per «la decisione e i successi ottenuti grazie ad una politica di stabilità». Una medaglia, appunto: premio di incoraggiamento ma anche segno d'una considerazione che ha riflessi importanti per questo Stato di opulenze e nuove povertà: «Noi siamo lieti per ogni Paese che centri i parametri di Maastricht e si qualifichi per la partecipazione all'Uem. Questo è certamente vero per l'Italia. Anche perché, in fin dei conti, i nostri sono Stati esportatori e trarranno vantaggio dalla moneta unica. Non esiste alternativa con l'enorme sfida che l'Europa ha davanti a sé». Scalfaro si sforza di leggere oltre la prosa prudente del suo ospite. Vuole cogliere il senso di certi brivi¬ di di disagio che percorrono le possenti schiene dei santuari economici tedeschi quando si parla di Maastricht e di Italia. Una seduta di psicologia politica per questa Germania dei dubbi: «Comprendo le difficoltà che il popolo tedesco vive nel dover abbandonare il marco che, oggi, è emblema di forza, saldezza e unità, per fonderlo con monete meno pesanti e trarne una moneta unica per tutti. Ma una comunità monetaria troppo ristretta non è Europa, né passo sicuro verso l'Europa». E' la proposta di un compromesso politico finanziario che, nonostante un certo scetticismo di Berlino e le prospettive sempre più buie evocate da Bruxelles, pare convincere una consistente parte della Germania industriale. Un'apertura di credito che il Presidente incassa nella stori¬ ca Camera di Commercio della città più ricca d'Europa, Amburgo. Il responsabile dei rapporti con l'estero dell'istituzione, il manager della chimica Udo Boettcher, fa, a nome di certa imprenditoria, atto di contrizione: «E' facile criticare il prossimo cercando di nascondere debolezze e problemi invece di affrontarli». E, subito dopo, regala una sentenza che non ammette dubbi: «Dal nostro punto di vista una Germania senza Italia o un'Italia senza Germania è inconcepibile nel contesto dell'Uem». Sorride Scalfaro. E sorride anche Piero Fassino, sottosegretario agli Esteri che spazza via con una scrollata di spalle i sussurri su un'eventuale bocciatura dell'Italia: «Ne risentiremo tante, prima del '99». Renato Rizzo Il presidente tedesco «Ho molto rispetto per i vostri sforzi» Il presidente Oscar Luigi Scalfaro

Persone citate: Herzog, Jacques Santer, Oscar Luigi Scalfaro, Piero Fassino, Roman Herzog, Scalfaro