«Nessun danno all'operazione» di Vincenzo TessandoriPierangelo Sapegno

«Nessun danno cooperazione» «Nessun danno cooperazione» 7/ gen. Forlani: sono cose che capitano TIRANA DAL NOSTRO INVIATO Il Vittorio Veneto?, sembra chiedere a se stesso il generale Luciano Forlani che da stamattina comanda la forza multinazionale di pace. E pare voler temporeggiare. Sì, generale, il Veneto, infilato nelle sabbie di Valona. «Io non sono in Marina, non sono in comando, per cui non conosco neanche i fatti perché questi sono stati riferiti a Roma a chi di.;dovere. So dell'episodio, la nave era alla fonda; per quello che so. Il vento ieri sera era forte, lo scirocco veniva proprio da quella parte». Il generale dev'essere uno prudente, e ci vuole uno così, in una missione piena di imprevisti. Ma è normale un episodio del genere? «Sono cose che capitano. Non è che io voglia nùnimizzare, ma non c'è stato alcun .nocumento all'operazione». Davvero? «Assolutamente. Né danni a persone o cose, visibili». Ma uno studio dei fondali era stato fatto? «Eh!, la Marina: sicuramente l'ha fatto». Ma dalla Marina lamentano che i portolani sarebbero arcaici, superati, insomma adatti a creare problemi, come accadde nel '39, quando l'invasione si complicò perché alcune unità s'incagliarono proprio nelle sabbie di Valona. Ma a Valona gli sfaccendati che seguivano le mosse dei militari italiani, verso le 11 hanno potu¬ to assistere in diretta a un altro episodio, inquietante anziché no. C'era un ferito, un ragazzotto colpito alla testa da un proiettile sparato da non si sa chi, e si pretendeva l'intervento dell'elicottero. Anzi, per chiarire, quelli di Valona hanno sequestrato un cameraman. E l'elicottero è arrivato. Generale, che cosa è successo? «Episodi di questo genere erano prevedibili. L'ambiente, d'altronde, lo conosciamo. Il comportamento della forza multinazionale di pace del resto è quello della missione che gli è stata affidata. I nostri compiti sono noti a tutti, mettiamo in pratica quello che ci è stato detto di fare. Bisogna tener presente che noi siamo stati chiamati dal governo albanese e siamo qui dopo che ci è stato l'ok dell'Ue e dell'Osce». ' i ll'hl l q p'Ma quell'episodio di ieri mattina all'hotel Bologna di Valona? «I compiti di polizia non rientrano nel nostro mandato». Non crede che ci siano più problemi di quelli previsti? Bella domanda e pessima risposta: «Non saremmo qui, se non ci fossero problemi». Ma se uno si presenta armato a un posto di controllo? «Ci sono le regole d'ingaggio a precisare il nostro comportamento. Noi abbiamo l'obbligo dell'autodifesa, ma se uno passa per strada armato, questo non ci riguarda. Certo, qui son tutti armati». Va bene, ma quella richiesta di soccorso sottolineata dai kalashnikov? «E' un fatto umano e di condotta. Le circostanze che si pos¬ sono verificare sono 5000 e non è possibile prevederle tutte. Il buon senso è quello che definisce le decisioni». Ecco, c'è un rischio fra i tanti, che preoccupa: è cominciata una specie di corsa alla forza multinazionale, ognuno cerca di tirarla dalla sua parte, come fa Albert Shyuti, numero uno del «Comitato per la salvezza di Valona» che ha speso parole e musica senza risparmio per dimostrare buona volontà collettiva di dare una mano. Ma poi ha anche aggiunto che c'è il rischio che se ci fossero scontri con quelli di Tirana, «sarebbero coinvolti i soldati italiani, francesi e greci». E il presidente Sali Berisha, in un'intervista, fa sapere che militari o no, se l'ordine non tornerà a Valona e dintorni, lui manderà giù la polizia. E' difficile pensare a questo punto che si tratti degli agenti con le divise blu, quelli che dirigono anche il traffico. Insomma, trame balcaniche: dalle quali, costi quel che costi, bisogna rimaner fuori. Ma non sarà facile. Le provocazioni non si contano, ieri all'alba davanti alla nunziatura apostolica, a due passi da piazza Scanderbeg, il cuore di Tirana, hanno fatto saltare col tritolo una Croma amaranto: era del vicecapo della polizia Arben Ujkaj. C'era ancora il coprifuoco, la strada era battuta da poliziotti. Vincenzo Tessandori Pierangelo Sapegno

Persone citate: Albert Shyuti, Arben Ujkaj, Forlani, Luciano Forlani, Sali Berisha

Luoghi citati: Bologna, Roma, Tirana, Veneto, Vittorio Veneto