«Dopo Tangentopoli tutto come prima» e si uccide

«Dopo Tangentopoli tutto come prima» e si uccide Si è sparato nel suo ufficio in azienda lasciando un messaggio alla famiglia. «Non credo più nel futuro» «Dopo Tangentopoli tutto come prima» e si uccide Industriale milanese: «L'onestà non paga in questo Paese corrotto» MILANO. Ambrogio Mauri, 66 anni, imprenditore di Desio, si è ucciso nella sua ditta sparandosi in testa con una 357 Magnum. «Si fa fatica, perché l'onestà non paga»: Mauri lo ha scritto nelle lettere, una per ogni familiare, e nell'ultima, trovata sulla scrivania del suo ufficio. Una stanza senza fronzoli da cui dirigeva la sua piccola azienda a Desio, specializzata nella costruzione di autobus e pullman. E dove, lunedì mattina, ha deciso di farla finita. Era stata una delle poche aziende, la Mauri, a non finire nelle inchieste di Tangentopoli nonostante le commesse ricevute dall'Atm, la società dei trasporti pubblici milanese. Un fiore all'occhiello difficile da esibire. E duro da conquistare: talmente duro che Ambrogio Mauri ha scritto: «La correttezza e la trasparenza non pagano. Questo non è più il mio mondo», e si è sparato. A PAG. 13

Persone citate: Ambrogio Mauri, Mauri

Luoghi citati: Desio, Milano