A Bruxelles la rabbia verde

A Bruxelles la rabbia verde A Bruxelles la rabbia verde In diecimila per protestare contro le quote latte CAMPO IN RIVOLTA LUSSEMBURGO I N diecimila, con fischietti, Ba trombe, fisarmoniche e un mare di berretti gialli, i piccoli imprenditori della Coldiretti hanno invaso ieri il Plateau de Kirchberg, l'ampia spianata che si stende attorno al Centro europeo, dove ieri si sono riuniti i ministri dell'Agricoltura dell'Unione. Nove voli charter, due treni speciali, duecento pullman hanno portato nel piccolissimo granducato del Lussemburgo i coltivatori di tutta Italia per denunciare «le continue penalizzazioni dei prodotti tradizionali italiani nei progetti di riforma» della Politica agricola europea, l'insufficienza delle quote latte assegnate al nostro Paese e «la svendita dei prodotti agricoli neUe trattative sul commercio internazionale». Dopo aver sfilato per la superstrada che conduce al Kircliberg, i coltivatori si sono radunati ai piedi dell'alta torre del Centro europeo, dando vita ad un animato comizio. Il ministro delle Risorse agricole Michele Pinto «è una talpa e deve uscire dal letargo - ha detto il presidente della Coldiretti Paolo Micolini tra gli applausi -, Prodi deve scendere in campo in prima persona, come fece a suo tempo Francois Mitterrand per difendere l'agricoltura francese. Il problema delle quote latte deve diventare un problema nazionale». Il ministro Pinto ha ribattuto che «il governo ha organizzato dei "tavoli verdi" con le confederazioni», e che «il presidente del Consiglio è intervenuto con il presidente della Commissione europea Santer per la questione delle quote latte». E nel pomeriggio prima che iniziasse il Consiglio dei ministri europei, i delegati della Coldiretti hanno incontrato Pinto, un rappresentante della presidenza di turno olandese ed il capo di gabinetto del commissario europeo Franz Fischler, responsabile dell'a¬ gricoltura. Oltre alla richiesta di aumentare la quota latte italiana da 9,9 a 10,5 milioni di tonnellate, Micolini ed i suoi hanno espresso preoccupazione per il rafforzamento della lira, che rischia di penalizzare i produttori italiani, e per i sempre più generalizzati accordi di libero scambio con i Paesi extra-comunitari. Gli è stato risposto che la lira si è rivalutata dopo una grossa svalutazione, e che i Paesi terzi, soprattutto quelli in via di sviluppo, non accettano di essere invasi dai prodotti industriali europei «senza poter avere accesso ai nostri mercati agricoli». Al termine Micolini ha commentato secco: «Abbiamo aperto una vertenza, ma non possiamo ritenerci soddisfatti. Altri riprenderanno l'iniziativa in difesa dell'agricoltura italiana. Qualche passo avanti è stato fatto, perché abbiamo reso evidente il malessere». E i diecimila in berretto giallo, arrotolate le bandiere tricolori ed europee, sono risaliti sui pullman per far ritorno alle loro fattorie, [r. b.] I delegati Coldiretti «I nostri prodotti sono penalizzati» Due momenti della manifestazione di protesta degli allevatori a Bruxelles

Persone citate: Francois Mitterrand, Franz Fischler, Michele Pinto, Micolini, Paolo Micolini, Prodi, Santer

Luoghi citati: Bruxelles, Italia, Lussemburgo