Netanyahu supera la prova sospetto di Aldo Baquis

 Netanyahu supera la prova sospetto MEDIO ORIENTE Ma i laboristi ricorrono alla Corte suprema perché riesamini le prove a suo carico Netanyahu supera la prova sospetto Per la maggioranza degli israeliani scandalo chiuso TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO All'indomani della conclusione dello scandalo Hebrongate con una «assoluzione» per mancanza di prove, il premier Benyamin Netanyahu ha constatato ieri che la coalizione di governo ha retto il colpo in modo soddisfacente e che nessuno dei ministri che minacciavano di dimettersi ha in definitiva realizzato quei propositi: per appagare le ansietà dei compagni di governo a Netanyahu è stato sufficiente promettere la costituzione di una commissione speciale sulle nomine agli incarichi pubblici. Da parte sua l'opposizione di sinistra non intende lasciarsi sfuggire una rara occasione di abbattere il governo Netanyahu e già ieri quattro deputati hanno avanzato altrettanti ricorsi in cui chiedono alla Corte Suprema di esaminare il materiale raccolto in tre mesi di inchiesta e di accogliere la richiesta della polizia di incriminare i protagonisti dello scandalo: oltre a Netanyahu, il ministro della Giustizia Zani Hanegby, il leader dell'influente partito religioso Shas Arie Deri e il direttore generale dell'ufficio del premier Avigdor Lieberman. La Corte Suprema studierà questi ricorsi a maggio. Domenica il consigliere legale del governo Elyakim Rubinstein ha eloquentemente spiegato in un documento di 80 pa¬ gine che sulla base dei dati raccolti dalla polizia è possibile incriminare il solo Deri. Rubinstein ha consigliato alla polizia di proseguire l'inchiesta su Lieberman ma ha chiuso la pratica nei confronti di Netanyahu e Hanegby per «mancanza di prove». Rubinstein ha lamentato che non sia stata rintracciata tuia cassetta (da lui chiamata anche: «una scatola nera») che avrebbe rivelato molti enigmi relativi al loro comportamento. Su questa «mancanza di prove» si sono soffermati ieri i commenta¬ tori israeliani. Il diffuso Yediot Ahronot ironizza pesantemente sul comportamento di Netanyahu in occasione della nomina dell'avvocato Roni Bar-On alla carica di consigliere legale del governo, nel gennaio 1997. «Si è appreso - nota il giornale - che Netanyahu non ha saputo spiegare alla polizia come sia avvenuta una nomina da lui voluta»: non ricordava chi avesse menzionato per primo il nome di Bar-On, né le minacce di Deri, né gli avvertimenti dei suoi collaboratori. «Non c'è niente di meglio per rinfrescare la memoria di Netanyahu che un ricorso alla Corte Suprema» ha osservato Yossi Sarid, leader del partito di sinistra Meretz. Ma Netanyahu, assicurano i suoi collaboratori, non ha niente da temere da un nuovo dibattito giudiziario. Non solo: nei primi sondaggi si delinea un sostanziale sostegno al premier nell'opinione pubblica. «Non c'è alcun motivo che si dimetta» hanno detto il 58 per cento degli israeliani intervistati. Per i palestinesi questi sviluppi sono una vera doccia fredda. «Avevamo sperato per un momento che la polizia israeliana avrebbe bloccato Netanyahu» ha confessato Sallah Taamri, un membro del Consiglio dell'Autonomia. Il premier è invece emerso dalla crisi con umore battagliero e ha confermato la prosecuzione dei controversi lavori edili a Har Homà, la indivisibilità di Gerusalemme e il mantenimento del controllo israeliano sulle alture occupate del Golan. Il negoziatore capo palestinese Saeb Erekat era ieri pessimista: «Adesso - ha osservato - Netanyahu dovrà appoggiarsi ancora di più sui partiti di destra che lo hanno sostenuto durante la crisi». Intanto nel timore di attentati, la chiusura ermetica dei territori proseguirà per tutta la durata della Pasqua ebraica, cioè Fmo alla fine di aprile. Aldo Baquis Per il negoziatore capo palestinese Saeb Erekat «ora il premier dovrà appoggiarsi ancor più alla destra» ^ Edna Arbel, il sostituto procuratore che ha condotto l'inchiesta Hebrongate

Luoghi citati: Gerusalemme, Medio, Tel Aviv