Caso Borrelli, Flick chiede le registrazioni
Caso Bottelli, f lick chiede le registrazioni Si stempera la polemica politica, mentre nella Bicamerale oggi si riparla di giustizia Caso Bottelli, f lick chiede le registrazioni Ma i provvedimenti disciplinari spaccano il Csm ROMA. 11 ministro di Grazia e Giustizia Giovanni Maria Flick ha chiesto ieri al Direttore generale dell'organizzazione giudiziaria Ernesto Lupo «di acquisire ogni utile informazione sulle dichiarazioni rese da magistrati il 19 aprile scorso durante l'assemblea dell'Anni svoltasi a palazzo di Giustizia di Roma e riprese dagli organi di stampa». La richiesta riguarda, dunque, informazioni, registrazioni, trascrizioni, in forma integrale e accompagnati da qualsiasi altro elemento in grado di chiarire che cosa esattamente sia accaduto sabato nel corso dell'assemblea dei magistrati. Ma non è, come potrebbe apparire, una risposta alle precisazioni del procuratore di Milano Francesco Saverio Borrelli, che ha sottolineato come alcune sue frasi siano state estrapolate. E' un'iniziativa decisa in precedenza per «consentire al ministro le proprie valutazioni», e disporre di elementi per rispondere a eventuali interrogazioni parlamentari. La richiesta di informazioni è il primo passo concreto compiuto dal ministro Flick dopo lo scontro fra il leader del Polo Silvio Berlusconi e il procuratore di Milano Borrelli. Soltanto dopo aver ricevuto tutto il materiale, completo di una valutazione del presidente Lupo, il ministro deciderà se avviare o meno l'inchiesta disciplinare nei confronti del procuratore capo di Milano, come ventilato due giorni fa. Una decisione su cui ieri si è ancora diviso il mondo della magistratura e della politica. All'interno del Csm ha prevalso la linea dura, e la considerazione che le dichiarazioni di Borrelli siano state quantomeno mopportune. Ma se Agostino Viviani, di Forza Italia affermava che esistono tutti gli elementi per procedere contro Borrelli, gli altri componenti dell'organismo si dichiaravano poco convinti della fon- datezza di un'eventuale azione disciplinare. Al coro delle critiche dei giorni scorsi, si è aggiunta ieri la condanna dell'Osservatore Romano che ha ricordato come lo scontro Borrelli-Berlusconi abbia toccato «livelli assai drammatici e pericolosi per la stessa democrazia del Paese». Il giornale della Santa Sede non ha avuto esitazioni nel giudicare «anomali» i comportamenti di giudici che hanno finito per fare dei propri meriti «un piedistallo». All'interno deella magistratura, invece, dopo le prese di distanza di due giorni fa, ieri è stata la giornata del primo riavvicinamento. Secondo Vittorio Boraccetti segretario nazionale di Magistratura Democratica, le parole di Borrelli, anche se «inopportune nel metodo, e in parte non condivisibili nel contenuto, costituiscono comunque espressione del diritto di manifestazione del pensiero e non contrastano con i doveri del magistrato». Anche il senatore del pds, Raffaele Bertoni, uno dei firmatari del documento dei 59 contro la bozza Boato ha preso le difese del procuratore capo di Milano. «Io sto con lui - ha affermato - anche perché dice quello che pensa il 90% dei magistrati». «Se Flick - ha aggiunto Bertoni promuovesse contro di lui un'azione disciplinare farebbe una cosa sbagliatissima». Anche nel mondo politico, è parsa prevalere la tendenza verso un generale anmiorbidimento delle posizioni, anche se non sono mancate divisioni all'interno della maggioranza e all'interno di An. «Tutti abbassino i toni», era l'invito rivolto dal presidente del Senato Nicola Mancino. E la stessa richiesta giungeva dal ministro degli Esteri Lamberto Dini. Il presidente della Camera ha preferito limitarsi a chiedere «almeno un giorno di silenzio la settimana sulla giustizia». Pietro Folena, responsabile per il pds della Giustizia, invece, ha espresso il suo «disappunto», per «l'effetto negativo» che le dichiarazioni possono avere. Cesare Salvi ha ricordato che «un magistrato non può parlare come un macchinista dei Cobas». Una breccia si è apetta nella maggioranza con la dichiarazione di Giuseppe Gargani responsabile del Dipartimento Giustizia del ppi che ha giudicato «non credibili Borrelli e Caselli». E Luigi Manconi, portavoce dei Verdi, ha giudicato «improprie e illiberali» le dichiarazioni di Borrelli. All'interno di An, Ignazio La Russa ha accusato il suo par¬ tito di andare «a rimorchio», di aver perso «di smalto», e ha chiesto una riunione all'indomani delle elezioni per un riesame complessivo del tema giustizia. Il leader di Rifondazione, Fausto Bertinotti, ha ricordato che «a produrre danni è la mafia a Palermo e Tangentopoli a Milano, non le procure». Secondo Bertinotti la Bicamerale «potrebbe contribuire a rasserenare gli animi, rimettendo la discussione sulla giustizia alle aule parlamentari». E oggi, a Montecitorio, si riunirà la commissione Bicamerale sulla giustizia, per riprendere la discussione su una possibile riforma. [f. am.l I LEADER HANNO DETTO Petrini (Ri) «Non parteciperò alla pubblica lapidazione del procuratore Saverio Borrelli» Mancino «La politica non si deve vendicare, come a giustizia non | può prendere di mira un politico I ad ogni costo» j Caselli «Ci sono cose che possono essere fatte per migliorare formazione, produttività e professionalità dei magistrati e tutta una serie di cose per potenziare e rendere più effettivi i controlli. Una magistratura è una giustizia senza padroni, ma efficiente e responsabile». Casini «La stagione dei diktat da parte del pool di Milano penso sia finita» Urbani «Borrelli? Gli autogol non finiscono mai: ■f"i Ora sappiamo davvero i come la pensa» Biondi i «C'è una specie di i sconfinamento: rispetto ai limiti posti dalla Costituzione e dalla tradizione, c'è una sindrome di onnipotenza» Snaturo ! «Credo che le reazioni .alle dichiarazioni di Borrelli, a| (quale tutto l'ufficio è vicino, siano francamente esagerate» ! Bertoni:; «Borrelli ha ragione, anche perché dice quello che pensa il 90 per cento dei magistrati...^ ; Hauti «Berlusconi, Fini e il pds si devono vergognare per questo attacco ingeneroso nei confronti di uomini che hanno liberato il Paese dalla tirannia corrotta e corruttrice della prima Repubblica» |I i
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