Inflazione, come ventotto anni fa

Inflazione, come ventotto anni fa Prodi: un passaggio decisivo per il risanamento. Nuova polemica tra Fini e Palazzo Chigi Inflazione, come ventotto anni fa Dini: ora Bankitalia tagli il tasso di sconto ROMA. Atteso e vantato a iosa già in anticipo, ecco il calo dell'inflazione sotto il 2%. Stando ai dati di sei città campione di ieri, nel mese di aprile il costo della vita dovrebbe essere cresciuto dello 0,2% su marzo, dell'1,8% rispetto a un anno prima; occorre risalire a 28 anni fa, alla primavera '69, per trovare una cifra così bassa. E in maggio si potrà scendere ancora, all'1,6-1,7%. Però nelle ultime ore l'entusiasmo è calato; la riduzione del tasso di sconto, che tutti la settimana scorsa davano per certa, potrebbe anche non esserci. Al governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio, perché si muova, si appellano un po' tutti. Lo fa forse con un pizzico di rancore il ministro degli Esteri Lamberto Dini, lo fa per dovere di ruolo il ministro dell'Industria Pierluigi Bersani, lo fa naturalmente la Confindustria e le altre associazioni imprenditoriali, lo fanno i sindacati. Secondo gli analisti finanziari, i dati di mercato danno spazio a un calo del tasso di sconto tra 0,75% e 0,5%. Ma Fazio, di cui spesso si sente dire che «sui tassi non ha mai sbagliato una mossa» potrebbe preferire la prudenza. Il momento, infatti, è delicato. C'è il verdetto di domani a Bruxelles, con le previsioni economiche della Commissione europea; c'è la manovrabis a rischio nel voto della Camera. C'è il nodo dello Stato sociale da affrontare almeno nelle grandi linee entro un mese. La regolarità geometrica della previsione di un calo adesso (0,75% ogni tre mesi è la traiettoria seguita da Fazio negli ultimi 9 mesi) potrebbe non trovare conferma. Alcuni si aspettano che il calo avvenga solo in maggio, magari do¬ po il «Dpef» (il documento del governo con le linee della manovra '98); sempre che il periodo favorevole non si chiuda con l'aumento dei tassi Usa atteso per il 20 maggio. Tanto più che i dati di ieri proprio tanto buoni non sono. Nelle due città più grandi tra le sei che hanno diffuso i dati ieri, Milano e Napoli, l'incremento mensile è dello 0,3%. Torino fa segnare +0,2%. La discesa impressionante di Trieste, meno 0,6%, è anomala perché in Friuli è stata detassata la benzina a causa della concorrenza slovena. Con lo zero di Bari e il -0,1% di Venezia, la media delle sei città è +0,14%; su questa base alcuni ieri si sono spinti a pronosticare un +1,7% annuo. Ma considerando che il caso Trieste resterà isolato, le 5 città di oggi pomerigigo completeranno il campione portando probabilmente la media verso lo 0,2%; quindi 1,8% nell'anno. Romano Prodi non rinuncia a esaltare il risultato: «E' un passaggio decisivo nella storia del risanamento finanziario di questo Paese. Sotto l'azione di questo governo l'inflazione, il grande nemico dell'economia e dello sviluppo, è stata duramente colpita». Per una volta la Confindustria non contesta l'analisi («i dati di aprile confermano il consolidamento del calo dell'inflazione») ma teme un rialzo nella seconda metà dell'anno se il governo non sarà capace di «ridurre la spesa pubblica e la pressione fiscale e contributiva» riformando lo Stato sociale. In breve, alla tesi «il calo dell'inflazione è merito del governo» gli industriali replicano «il calo è vero ma è merito nostro», con il contenimento dei prezzi alla produzione. Sono al contrario la Coni commercio e la Confartigianato a sposare la tesi «calano i prezzi perché non si consuma» cara anche ai partiti dell'opposizione (ma c'è anche, voce del monetarismo ortodosso, l'economista e deputato di Forza Italia Antonio Martino: «la sola causa del calo sta nella politica monetaria restrittiva della Banca d'Italia»). «Crollo dei consumi»? Ancora una volta Prodi ha reagito alla frase che il leader di Alleanza nazionale Gianfranco Fini va ripetendo nella campagna elettorale per le amministrative. «I dati dimostrano il contrario» ripete Palazzo Chigi: ufficialmente a consuntivo del '96 l'Istat dà i consumi delle famiglie in crescita dello 0,7%; per il '97 l'Ocse prevede un + 1% e in genere tutti gli osservatori economici si attestano su valori moderatamente positivi. Tanto è vero che per la seconda metà dell'anno il ravvivarsi della domanda probabilmente farà risalire gli indici di inflazione. A margine, il ministro Bersani nota che la tanto criticata mossa dell'Eni di ribassare la benzina di 50 lire negli impianti self-service ha aperto una nuova stagione di concorrenza sul prezzo; occorre dunque perseverare nella razionalizzazione della rete dei distributori. Stefano Lepri DI SEGUITO L'ANDAMENTO 1 DELL'INDICE DEI PREZZI AL CONSUMO 1 DI APRILE NELLE CITTA' CAMPIONE [TRA PARENTESI IL DATO DEL MESE PRECEDENTE] 1 VARIAZIONE VARIAZIONE | TENDENZIALE CONGIUNTURALE j MILANO +1,8 [+2,2] +0,3 TORINO +2,1 [+2,3] +0,2 BARI +1,3 1+1,8] 0 NAPOLI +2,5 [+2,8] +0,3 VENEZIA +1,5 [+2,0] -0,1 TRIESTE +1,2 [+2,2] -0,6 2,5 APRILE PREVISIONE 97 97