Scalfaro: il Welfare va cambiato subito

Scalfivo: il Welfare va cambiato subito L'appello da Berlino: se aspettiamo troppo il nodo-pensioni si aggroviglierà ancora di più Scalfivo: il Welfare va cambiato subito «Divisi non si va in Europa» BERLINO DAL NOSTRO INVIATO Le «sirene» paventate da Fausto Bertinotti, quelle alle quali Prodi non dovrebbe dar retta «perché propongono i tagli alle pensioni», evidentemente cantano anche a Berlino. E ad ascoltarle è stato lo stesso Oscar Luigi Scalfaro che, dopo un lungo e probabilmente difficile incontro con il Presidente tedesco, è entrato con il piglio di chi non ha dubbi nel dibattito che incendia i palazzi della politica: «Lo Stato sociale ha la necessità di riforme strutturali» che vanno affrontate «sistematicamente, oggi stesso». Vale a dire: il nodo gordiano delle pensioni può essere sciolto soltanto con un colpo di spada, senza aspettare un «domani» che lo aggrovigli ancora di più e ci metta di fronte a «difficoltà» insormontabili. Certo, la drasticità dell'intervento dovrà contemperarsi con la difesa delle classi più deboli, certo sarà necessario salvaguardare i diritti «acquisiti, purché validi e motivati», ma sono tempi in cui occorre avere l'occhio lungo. E, appunto, saper guardare anche a chi, tra qualche anno, terminerà la stagione del suo lavoro e potrà trovarsi nel dramma di non avere un adeguato assegno di vecchiaia. Il messaggio di Scalfaro sembra tradurre il pensiero di Walter Veltroni quando afferma che «nel sistema pensioni- stico ci sono grandi privilegi e grandi povertà che vanno equilibrate», ma, detto qui ed ora, assume una valenza politica del tutto particolare: suona come una sorta di certificazione nei confronti della Germania - partner inflessibile e, secondo alcuni, anche egoisticamente ipocrita - che l'Italia è in grado di affrontare con fermezza la questione del suo ingresso in Europa. Non attraverso quelle manovre o manovrine che alcuni economisti tedeschi considerano come estemporanei pannicelli caldi, ma attraverso un intervento forte e chiaro che si ponga, davvero, come un'inversione di tendenza. Non per nulla l'avvertimento quirinalizio si materializza proprio dopo l'incontro a quattr'occhi con Roman Herzog, il quale tiene a precisare che «si è discusso sulle riforme in atto nei nostri due Paesi mettendo a confronto le diverse situazioni». E, così, mentre la Germania, a detta del suo Presidente, concentra le proprie attenzioni «su temi come le riforme fiscali, sanitarie e pensionistiche, in Italia, in questi momenti, ci si occupa soprattutto del rinnovamento istituzionale dello Stato e dei suoi organi». Una frase che, fuor di linguaggio diplomatico, può bruciare come una sferzata: noi, a Berlino, affrontiamo temi concreti in vista dell'Europa; voi, a Roma, pensate invece agli impegni importanti, ma astratti della commissione Bicamerale. La risposta di Scalfaro suona, appunto, come rassicurazione ed è richiamo alla concretezza. Con la sicurezza del tutore che sa quanto i suoi protetti siano preparati per superare un esame di maturità, avverte: l'Italia dovrà e saprà far fronte al problema più urgente dello Stato sociale. «Oggi stesso», senza indugi, con «sistematicità». Il Presidente detta i tempi e i modi. E, così, rischia addirittura di creare qualche imbarazzo nello stesso premier che, infatti, reagisce con una vena di velata freddezza: grazie per «l'alto richiamo» che, però, costituisce la più autorevole conferma di una necessità «piii volte espressa dal governo d'attuare celermente il confronto sullo Stato sociale». E' una lunga giornata, per Scalfaro, quella che si dipana a Berlino. E nel pomeriggio, parlando agli italiani nella vecchia sede consolare, torna con toni, questa volta, obliqui, sul tema. Rinnova l'elogio dell'ottimismo coinvolgendo tutti quelli che «sanno guardare con crudezza alla realtà, ma si impegnano a rimboccarsi le maniche «per superare gli scogli»: gli uomini positivi che si op¬ pongono a quei «pessimisti» che regalano diagnosi negative per, poi, «ritirarsi dall'impegno e, magari, dedicarsi ai propri interessi». Proprio l'atteggiamento di cui, oggi, l'Italia non ha bisogno in vista del traguardo di Maastricht. L'Europa «si raggiunge camminando insieme, lungo la stessa strada in cui si avventurano molti, senza egoismi e divisioni». E' una concordia che il Capo dello Stato riesce a scorgere anche in questo Parlamento cosi lacerato sui grandi temi delle riforme: «Nel nostro schieramento parlamentare - dice con qualche sollievo - non c'è nessuno, infatti, che dica no all'Europa». Renato Rizzo Veltroni ringrazia «Il governo è da tempo avviato su questa strada» GLI APPELLI DAL QUIRINALE 2/6/'96 Giustizia. Discorso per il 50° anniversario del referendum costituzionale sulla Repubblica. Scalfaro rende omaggio alla magistratura ma denuncia gli errori giudiziari degli ultimi anni e auspica chela po- litica con la «P» maiuscola riprenda ai giudici lo spazio perduto. 7/6/'96 Emergenza Lega. Da Cracovia invoca tempi rapidi per i smo. federali- 19/6/'96 Difende i dipendenti pubblici dopo gli attacchi del ministro Di Pietra, condanna la «cultura del sospetto» e invita a una revisione della legge sull'abuso d'ufficio. 24/6/'96 Fisco. Invita a pagare le tasse ma rivendica chiarezza da parte del Governo nei confronti del cittadino. 25/7/'96 Giustizia. Chiede una revisione dell'avviso di garanzia, concepito «per tutelare il cittadino» ma trasformatosi "in una fucilata diretta». l8/9/'96 Emergenza Lega. Messaggio alle Camere sull'onda delle manifestazioni leghiste per l'indipendenza della Padania. Scalfaro avverte: «Guai a non prestare intelligenza al malessere che è all'origine di tanto scontento». 29/10/'96 Riforme. Da Kiev: «Servono leggi più rapide». !9/l2/'96 Riforme. «Sulle riforme è ora di passare ai fatti». 18/2/'97 Pensioni. «Troppe le pensioni vertiginose e inaccettabili». 5/3/'97 Emergenza Lavoro. «Sono pronto a firmare i decreti per l'occupazione». Scalfaro convoca il Governo. 7/3/'97 Emergenza lavoro. Da Messina Scalfaro invita i disoccupati a «bussare sempre alla porta del Governo, non soltanto quando si è sicuri di ottenere». E spiega le ragioni che hanno portato alla conte- stata riunione di Prodi e dei ministri economici al Quirinale. 9/3/'97 Emergenza Lavoro. «Dobbiamo vedere gli ostacoli e trovare Te vie legislative per correggerli». Giustizia. «La Bicamerale salvaguardi l'autonomia e l'indipendenza dei magistrati». A destra il presidente Scalfaro con il presidente tedesco Herzog