Marini: «Richiamo più che giusto » di Antonella Rampino

Marini: «Richiamo più che giusto » Marini: «Richiamo più che giusto » «Ma non possiamo aspettare dieci anni» IL LEADER DEI POPOLARI OROMA NOREVOLE Mai-ini, dalla Germania Scalfaro ha chiesto al governo di riformare lo Stato sociale in tempi rapidissimi... «Questa non è certo una novità. Un punto di verifica fondamentale per il governo è il documento di programmazione economica e finanziaria di giugno. E in quel provvedimento, come ha detto Ciampi, si tratterà anche dello Stato sociale». Insomma, secondo lei Scalfaro non ha scavalcato il governo, come già sull'emergenza disoccupazione? «Assolutamente no. E' un giusto richiamo, quello del Presidente della Repubblica, su un problema di cui il governo è perfettamente consapevole». Si riuscirà a tagliare la spesa sociale? «Questo è un obiettivo che, in verità, non si pone neanche Ciampi, perché il livello di spesa, il 24 per cento sul pil, è inferiore a quello degli altri Paesi europei. Resta il fatto che ci sono alcuni meccanismi, specie nella spesa previdenziale, che vanno ritoccati, altrimenti in pochi anni crescerebbero esponenzialmente. Le tasse non si possono aumentare, e d'altro canto l'Ulivo non vuole tagliare le pensioni dei cittadini: essi hanno un patto con lo Stato, e va rispettato. Dobbiamo mettere in equilibrio i conti. Si può fare agendo sull'età pensionabile, inserendo delle flessibilità, riducendo alcune voci assistenziali, si possono unificare le normative e gli istituti di previdenza... Insomma, provvedimenti che diano equilibrio ai conti e che liberino, in 3 o 4 anni, risorse per la disoccupazione, che è la vera emergenza del Paese». Lei è molto sereno, ma la discussione, nel Paese, lo sarà? «La discussione dovrà essere laica, costruttiva, e cominciare presto, già a a giugno. Poi l'esecuzione dei provvedimenti può anche essere più in là». Tra dieci anni, come chiede Bertinotti, e come prevedeva la legge Dini? «Delle decisioni si devono prendere subito, poi vedremo quando andranno a regime». Un crocevia della politica è la Bicamerale. I popolari sono contrari al doppio turno. e alla proposta Barbera? «Ci si rimprovera di essere affezionati alla quota proporzionale: ma è l'unica che consenta di mantenere un minimo di articolazione, e non va contro l'esigen¬ za di una maggiore stabilità. Ci dipingono anche come una forza furiosamente contraria al doppio turno: non è così. Stiamo approfondendo la proposta Barbera, per trovare soluzioni coeren¬ ti con tre punti per noi irrinunciabili. Dare al Paese un sistema che garantisca una maggioranza stabile ed omogenea. Poi vorremmo che dal confronto elettorale non venisse solo l'investitu¬ ra di un leader, ma che i partiti mantenessero una funzione di indirizzo. Infine, che forze minoritarie in Parlamento, ma presenti nel Paese, non venissero cancellate. Entreremo nel vivo, in Bicamerale, alla fine del mese». Veltroni giorni fa ha detto che tutte le altre proposte, a pai-te quella di Barbera, «riaccenderebbero i vecchi giochi centristi». Ce l'aveva con lei, onorevole Marini? «Questa preoccupazione di una ricostituzione di un centro trasversale sembra togliere il sonno a molti esponenti politici, ma per quanto ci riguarda non è in cima alle nostre preoccupazioni. Abbiamo fatto una scelta: ci collochiamo nel centro-sinistra, e siamo per la democrazia dell'alternanza. Uno schema costituzionale e di legge elettorale che assicuri un ricambio più spento dei gruppi dirigenti alla guida del Paese e la stabilità delle legislature è indispensabile. Quindi crediamo nel bipolarismo, e non abbiamo nessuna aspirazione al centro trasversale». Ma lei si pone un problema di leadership nel centro-sinistra, tant'è che vorrebbe dare una tessera del suo partito, una tessera d'oro, a Prodi.. «Io ho sempre detto a Prodi, cosi come gli diceva Bianco in passato, che un presidente del Consiglio non può pensare di governare astraendosi dalla politica. E poi è indubbia l'appartenenza di Prodi alla nostra area politica». Ma si dice che Prodi avrebbe meno feeling con Marini di quanto ne avesse con Bianco, e che proprio per questo avrebbe rafforzato il suo rapporto con Rifondazione... «Debbo dire che non vedo Prodi così vicino a Bertinotti. Sul piano del metodo, Prodi avrebbe fatto bene a negoziare con Rifondazione assieme a tutta l'area dell'Ulivo. Perche qualche volta si è data quest'impressione al Paese, mentre invece era solo il presidente del Consiglio a mediare con Bertinotti. I confronti, nelle coalizioni, si fanno assieme. Non nego che, in passato, su questo ci sia stato anche qualche urto. Ma al di là dello scontro sull'Albania, nel quale Rifondazione ha indebolito la maggioranza, essa ha, almeno fino ad oggi, appoggiato i provvedimenti necessari ad entrare in Europa, a cominciare dalla finanziaria. Per il futuro, Prodi non può navigare a vista: dobbiamo fissare degli obiettivi nel medio termine, e garantire al governo acque sicure. Sono profondamente convinto che Bertinotti e Rifondazione non abbiano alcun interesse a far naufragare questa maggioranza. Affronteremo la verifica con questo spirito». Antonella Rampino «Verifica entro due mesi Sul piatto le pensioni» «HI MA -ini, alfai rie in vità. menmenomiE in e ha nche cal«Verifica entro due mesi Sul piatto le pensioni» Marini: ««Ma non po

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