Divide i partiti l'appello del Presidente

Divide i partiti l'appello del Presidente Non piace al premier il riferimento alla politica interna fatto dal Capo dello Stato in Germania Divide i partiti l'appello del Presidente Infastidito Prodi: è un invito rivolto a tutti i gruppi KUMA. Cose giusto, ma lo doveva dire proprio all'estero e pioprio lui? I partiti di governo hanno apprezzato il «giusto richiamo» di Scalfaro (le iiiorme strutturali vanno affrontate «oggi stesso») ma con una punta di malcelato fastidio. Gioisce platealmente solo il partito di Dini (e il Polo. «Ineccepibile» commenta Fini), mentre si infuria Rifondazjune comunista, che si sente il nersagiio dei discorsi presidenziali (ieri Cossutta e stato lapidario: Scalfaro, smettila di esternare). Anche il presidente del Consiglio non è riuscito a nascondere, al primo impatto, la sua sorpresa per le parole del capo dello Stato. E cosi, trovandosi ad un onvegno di politica estera, Prodi ha risposto contrariato ai cronisti che lo assediavano ,j.:r avere una sua dichiarazioni;. «So bene quello che ha detto Scalfaro in Germania, ma oggi ho parlato dell'Albania e ■ un delle pensioni...». Poi è ruggito («ma questo è un assalto!») infilandosi tra due file di poltrone e seminando i cronisti inseguitori. Un paio d'ore dopo, avendo capito che il suo comportamento poteva essere male interpretato, Prodi ha diffuso un comunicato per dire che «le parole del Presidente della Re- pubblica costituiscono la più autorevole conferma della necessità, più volte espressa dal governo, di attuare con celerità il necessario ed inderogabile confronto sullo Stato sociale». E che il governo considera «l'alto richiamo» del capo dello Stato un appello rivolto a tutti. Il vicepresidente del Consiglio, Veltroni, insisteva anche lui sul fatto che il governo è già al lavoro («è un lavoro già cominciato che il governo sta affrontando con la necessaria urgenza»). In realtà, la presa di posizione di Scalfaro è esplosa in due tempi. Al primo impatto, i più l'hanno presa come una mossa tattica di politica interna. Uno strattone a Prodi. Un modo per cominciare a mettere sotto tutela presidenziale un capo del governo considerato debole e logorato. Più tardi è stato valutato il fatto che Scalfaro ha lanciato il suo appello dopo avere parlato col presidente della Repubblica di Germania, Herzog. Cioè, dopo aver sentito, ad altissimo livello, quali sono le valutazioni tedesche sulle possibilità italiane di partecipare alla moneta unica. La lettura della esternazione presidenziale è diventata, così, più preoccupata. In sostanza, Scalfaro pare dire che non c'è un minuto da perdere per dimostrare all'Europa che i nostri conti saranno stabilmente risanati e che questo è un compito primario, che non ammette il rinvio ad elezioni anticipate in caso di crisi di governo. Se cade Prodi perché non trova l'accordo con Bertinotti, si forma un altro governo. Impressione rafforzata da quel che ieri diceva, da Varsavia, la seconda carica della Repubblica, il presidente del Senato, Nicola Mancino. «Ora le forze politiche debbono valutare se è compatibile, se sia nell'interesse del Paese mantenere in vita la coalizione. Se le difficoltà aumentano, certo non si può lavorare contro gli interessi del Paese». Insomma, se Rifondazione comunista crea troppi problemi per riformare il sistema delle garanzie sociali, via ad un altro governo. Che, come chiede Achille Occhetto, do- vrebbe essere «istituzionale», nel caso non si potesse andare subito ad elezioni. Che è quel che propone, dal fronte del Polo, anche Rocco Ruttigliene: «0 questo governo prosegue sotto la tutela del Presidente della Repubblica, e equivarrebbe ad un altro governo, o si passa direttamente ad un esecutivo diverso e sempre sotto tutela». I «diniani» (Natale D'Amico) lo dicono ad alta voce: «Siamo al redde rationem». Dini spiega che il governo deve affrontare «da subito», già nel documento di programmazione economica, le misure da adottare. Per il pds ha risposto a Scalfaro il numero due del partito, Marco Minniti: «Giusto richiamo. E' una questione che si è già posta e si pone davanti alla maggioranza parlamentare che sostiene il governo». Come dire, è compito nostro e ce ne stavamo già occupando. «Scalfaro ha ragione», dice anche Marini, segretario dei popolari. «L'approdo è a giugno». D'accordo con la fretta di Scalfaro anche Sergio Cofferati, segretario generale della Cgil, che chiede a governo e maggioranza di mettersi d'accordo e di presentare poi la loro soluzione all'esame dei sindacati, [a. r.] Mancino «Le difficoltà aumentano e il governo deve intervenire» E per qualcuno il Quirinale mette sotto tutela l'esecutivo Per i diniani siamo ormai al «redde rationem» Nella foto qui sotto il vicepresidente del Consiglio Walter Veltroni n basso a destra il presidente di An Gianfranco Fini Nella foto qui sotto il vicepresidente del Consiglio Walter Veltroni n basso a destra il presidente di An Gianfranco Fini Fausto Bertinotti leader di Rifondazione comunista

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