Europa difficile anche per Bonn di Emanuele Novazio

La disoccupazione record peggiora i conti tedeschi, in vista aumenti delle tasse La disoccupazione record peggiora i conti tedeschi, in vista aumenti delle tasse Europa difficile anche per Bonn Da 20 a 40 mila miliardi il «buco» del bilancio BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Europa a rischio anche per la Germania: nel bilancio pubblico tedesco si è aperta una voragine imprevista di decine di miliardi di marchi, nel primo trimestre dell'anno: quaranta, secondo l'opposizione socialdemocratica; una ventina almeno secondo fonti vicine governo, e purché la congiuntura migliori nel secon do semestre dell'anno. Un buco che mette «in serio pericolo» la partecipazione di Bonn all'Unione monetaria il primo gennaio del '99, ammettono fonti del governo citate dalla «Welt am Sonntag»: a meno di altri «drammatici tagli» alle spese sociali, o di un aumento di tasse e imposte del quale pochi vogliono tuttavia sentir parlare. Mercoledì il ministro delle Finanze Theo Waigel - che la scorsa settimana, mitigando inaspettatamente l'ottimismo sempre ostentato in proposito, aveva considerato soltanto «possibile» il rispetto di tutti i criteri di convergenza previsti dal trattato di Maastricht ■ esporrà alla commissione bilancio del «Bundestag» il piano del governo per fronteggiare l'emergenza. Per un quadro più preciso della situazione bisognerà comunque aspettare i conti di maggio sul gettito fiscale. All'origine delle nuove diffi- colta sarebbe soprattutto la disoccupazione record registrata nei primi mesi dell'anno, destinata del resto a non diminuire in modo sostanziale a medio termine, secondo le previsioni dei principali istituti di ricerca: molti dei quali ritengono che la media annuale sarà di quattro milioni e 300 mila persone senza lavoro. Da una parte, la crisi del mercato del lavoro ha costretto lo Stato a maggiori spese per i contributi ai senza lavoro; dall'altra ha ridotto il gettito fiscale. Secondo i socialdemocratici, tuttavia, gli effetti della situazione potrebbero essere «pe¬ santi» negli anni a venire: Joachim Pass, esperto di problemi finanziari dell'Spd, ritiene che a partire dal 1998 il deficit di bilancio potrebbe salire a cento miliardi di marchi. Anche se la Germania riuscisse a raggiungere il limite del 3 per cento fra deficit e prodotto interno lordo alla fine del '97 (l'anno decisivo per l'ammissione all'Unione economica monetaria, nel '99), potrebbe non farcela negli anni successivi dunque, avverte l'Spd. Ma come fare a raggiungere l'obiettivo, quest'anno? Con altri tagli alle spese, o aumentando le tasse? La prima strada è difficile, anche se il responsabile della Cdu nella commissione finanze del Parlamento, Peter Harald Rauen, ritiene che «su un bilancio sociale di 1200 miliardi di marchi, tagli pari all'1,6 per cento sono - anche politicamente - possibili», considerate le priorità europee del Paese. I socialdemocratici - che controllano il «Bundesrat», la Camera a componente regionale il cui consenso è indispensabile per l'approvazione definitiva di molte leggi importanti - obiettano però che il limite è ormai stato raggiunto e che «tutte le possibilità di risparmio sono state sfruttate». Resta la seconda strada, quella dell'aumento del prelievo fiscale. Cominciando dall'Iva e dalla benzina a partire da luglio, come molti ritengono probabile? A parte l'ostilità dell'Spd, anche i liberali partner di Kohl nel governo sono contrari a «nuove tasse per l'Euro»: provocherebbero danni gravissimi - anche da un punto di vista psicologico - alla moneta unica, sostiene il presidente del partito, Hermann Otto Solms. Emanuele Novazio Theo Waigel

Persone citate: Hermann Otto Solms, Joachim Pass, Kohl, Peter Harald Rauen, Sonntag, Theo Waigel

Luoghi citati: Bonn, Europa, Germania