Non era stupro, ma un tradimento di Fabio Poletti

La donna confessa: ero con il mio amante, ha aggredito mio marito quando si è svegliato La donna confessa: ero con il mio amante, ha aggredito mio marito quando si è svegliato Non era stupro, ma un tradimento Falsa V«Arancia meccanica» nel Bresciano CAPRIOLO (Brescia) DAL NOSTRO INVIATO «Macché albanesi, l'unico incubo è quello di avere una moglie così», se la ride davanti al Campari, l'avventore del bar vicino alla chiesa di Capriolo, poche anime e una mente diabolica. Quella di Maria Angiola Assoni, 33 anni, che si è inventata tutto, dallo stupro agli albanesi. Tutto pur di nascondere la tresca con l'amante che aveva accolto in casa, a un metro dal marito che dormiva e che si è preso una montagna di botte. «Erano in due, parlavano male italiano, forse erano albanesi, mi hanno violentato», aveva detto lei ai carabinieri giovedì notte, in lacrime per quello che doveva essere stato un incubo. «Sì, ma io ne ho visto solo uno, quello che mi ha aggredito», quasi confermava suo marito, Oliviero Signoroni, finito all'ospedale di Chiari per le coltellate e i colpi in testa col mattarello preso in cucina. «Non so se era slavo, assomigliava a un nostro conoscente», aggiungeva lui, senza sapere di essere a un pelo dalla verità. Perché era proprio un amico di famiglia, Massimo Foglia, 34 anni di Lodi, quell'ombra nel buio che l'aveva aggredito e poi era scappato con un milione, perché così fanno gli amanti che vogliono sembrare ladri. E' stata quella frase, quella vaga somiglianza nel buio, a mettere i carabinieri di Brescia sulla pista giusta, dopo che per giorni avevano setacciato tra i campi degli albanesi. In mano l'identikit di fantasia fornito dalla donna, impiegata in una falegnameria, lunghi capelli biondi, molto carina dicono tutti. Quella frase, più alcuni particolari che non tornavano. Come fa ceva l'aggressore a sapere dov'era la cucina, dov'erano riposti coltelli e mattarello? E poi i guanti di gomma presi dal lavello, che se uno avesse voluto se li sarebbe portati con sé. Mica così, al buio, alle due di notte. Con il marito che grida, la donna in un'altra stanza, sul divano dove era stata con l'amante a inventare l'albanese che la violentava, tanto poi i medici avrebbero comunque capito che c'era stato un rapporto sessuale Adesso Maria Angiola Assoni è in stato di fermo. Deve rispondere di tentato omicidio e di procurato allarme, per aver inventato la bai la degli albanesi. Ha confessato tutto, ma la storia forse non è an cora del tutto chiara. Almeno a sentire la versione del marito, che giura di essere stata aggredito in camera da letto. E allora perché svegliarlo? Se non per ammazzarlo, per toglierlo di mezzo, ma così sarebbe omicidio premeditato. Nega tutto, invece, Massimo Foglia, pregiudicato per furto e ri cettazione. Nega anche davanti all'ufficiale dei carabinieri, che gli sventola sotto al naso i suoi vestiti sporclù di sangue, macchiati dal sangue di Oliviero Signoroni, che l'aveva scoperto o che - forse - era di troppo in quel menage dande stino, lungo due anni e nessuno sapeva niente. «Ma chi l'avrebbe detto, una ra gazza così a modo», fa marcia in¬ dietro Fabrizio Rigamonti, sindaco della Lega a Capriolo. Che, come tutti in paese, era pronto a far partire le ronde contro gli albanesi e gli slavi. Anche il parroco, era pronto a fare la predica durante la messa. Ma poi, naturalmente, ha cambiato idea. «Va bè, il caso è risolto, ma problema degli albanesi rimane», scivola via Francesco Tabladini, senatore della Lega. Che aveva chiesto l'intervento di Giorgio Napolitano e il ministro gli aveva promesso l'invio di una task force. «(Anziché fare le ronde, stiano a casa di notte che è meglio. Se no rischiano di incentivare il fenomeno», ammicca Carlo Giovanardi del Ccd. E mette il dito nella piaga dello scivolone collettivo: giornali, tv, carabinieri e politici pronti a gridare alla nuova arancia meccanica, che poi invece era un vecchio film di serie B. Con i soliti ingredienti: lui, lei e l'altro. In realtà ci sarebbe un quarto protagonista. Si chiama Massimibano, ha 8 anni, è il figlio della coppia. «Chissà cosa penserà da grande, quando saprà che la mamma è stata stuprata», si chiedeva qualcuno in paese. Senza immaginare che Capriolo non è in guerra, assediato dagli albanesi. Al massimo è un paese come tanti, con storie di corna che qualche volta finiscono male. Nella villetta grigia di via don Alfredo Chiudarob 14, tutte le persiane sono abbassate. In giardino c'è solo un pallone che deve essere stato di Massimiliano ed è rimasto lì, sul prato con le statue false come il pozzo di pietra che non porta a niente. Fabio Poletti I carabinieri davano la caccia a due rapinatori slavi Ma le discordanze nella ricostruzione hanno svelato la messa in scena La Lega rinuncia all'idea delle ronde Sotto Oliviero Signoroni e la moglie Maria Angiola Assoni

Luoghi citati: Brescia, Capriolo, Lodi