« Arad liberato con un Blitz »

« « Arad liberato con un Mhz » Ma la Difesa smentisce le voci sul pilota GERUSALEMME. Il ministro della Difesa Yitzhak Mordechai ha smentito ieri le voci, diffusesi nei giorni scorsi in Israele, secondo le quali sarebbe già stato liberato «con una avventurosa operazione in territorio iraniano» Ron Arad, il navigatore di un caccia F-4 «Phantom» israeliano caduto nel Libano del Sud nel 1986 e da allora ritenuto prigioniero di una fazione sciita filo-iraniana vicina a Hezbollah, forse in una prigione in Iran. «Si tratta di voci del tutto infondate di cui non conosciamo l'origine» ha detto Mordechai alla radio militare. Ma la smentita non ha convinto tutti. Secondo le voci, giunte con insistenza nei giorni scorsi ad alcuni corrispondenti militari, Arad era stato liberato grazie a una operazione portata a termine dalla «Sayeret Matcal», la principale unità di élite delle forze armate israeliane. Le fonti avevano aggiunto che almeno tre combattenti israeliani erano rimasti uccisi nel corso del blitz. Col passare dei giorni nuove voci avevano riferito del «ricovero di Arad» in un ospedale di Safed (Galilea). Altre voci collegavano infine la liberazione del prigioniero all'arresto dell'uomo d'affari israeliano Nahum Manbar che in passato ha venduto armi all'Iran e che adesso è agli arresti perché sospettato di aver recato danno alla sicurezza dello Stato ebraico. Stamane Mordechai ha pubblicamente smentito una volta per tutte questa ridda di informazioni. Tuttavia le voci hanno continuato a circolare. Poco dopo da Teheran il capo dei servizi segreti denunciava un presunto intrigo internazionale riguardante la stessa vicenda, che sarebbe stato ordito dagb 007 tedeschi. «I servizi segreti di Bonn - ha detto Ah Fallahian, ministro responsabile dell'intel¬ ligence iraniano - volevano da noi informazioni su Ron Arad. Quando abbiamo risposto che non ne sapevamo niente, hanno annunciato che ci sarebbe stata una rappresaglia a livello giudiziario, con il processo Mykonos». Tale processo, ribattezzato dal nome del ristorante berlinese in cui nel 1992 furono uccisi quattro oppositori iraniani curdi, si è concluso il 10 aprile con la condanna di un iraniano e tre libanesi e con la chiamata in causa, come mandanti, dei vertici della Repubblica islamica. Anche il presidente iraniano Akbar Hashemi Rafsanjani dopo la sentenza aveva parlato di «emissari giunti a Teheran che promettevano di intervenire sul processo in cambio di informazioni su Arad». Teheran ha sempre smentito di avere notizie sulla sorte del navigatore, ma la vicenda riporta d'attualità gli stretti rapporti intrattenuti negli ultimi anni tra i servizi segreti tedeschi e iraniani. Secondo Fallahian, i tedeschi cominciarono a interessarsi interessarono ad Arad solo dopo che la cooperazione tra gli 007 di Bonn e di Teheran aveva cominciato a «innervosire gli americani e i sionisti. Perciò Bonn voleva da noi qualcosa che potesse placare gli israeliani - dice il ministro iraniano - e non potendolo avere ci ricattò con il processo di Berlino». [Ansa] Il pilota israeliano Ron Arad