Hebrongate, vacilla il governo Netanyahu

A Peres che chiede le sue dimissioni il capo del Likud risponde: uno sbaglio non è un crimine A Peres che chiede le sue dimissioni il capo del Likud risponde: uno sbaglio non è un crimine Hebrongqte, vacilla il governo Netanyahu Prosciolto ilpremier ma moralmente è una condanna TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Benyamin Netanyahu non sarà incriminato per lo scandalo Hebrongate. Lo hanno deciso - respingendo la raccomandazione della polizia - il consigliere legale del governo Elyakim Rubinstein e la procuratrice capo Edna Arbel, che affermano di non aver trovato le prove che egli abbia compiuto un reato. Rubinstein ed Arbel hanno egualmente provocato un terremoto politico accompagnando le loro raccomandazioni (fra cui quella di incriminare il leader dell'influente partito ortodosso «Shas» Arie Deri per intralcio della giustizia, minacce, tentativo di ricatto, frode ed abuso di potere) con un rapporto di ottanta pagina in cui stigmatizzano senza mezzi termini «le norme di comportamento» di Netanyahu, del ministro della giustizia Hanegby e degli altri protagonisti della vicenda. Pochi minuti dopo la drammatica conferenza stampa di Rubinstein ed Arbel, il leader del partito laborista Shimon Peres ha invocato le dimissioni immediate di Netanyahu e il voto anticipato. Deputati di sinistra studiano inoltre la possibilità di proseguire la battaglia legale contro Netanyahu alla Corte Suprema. Da parte sua il primo ministro non ha nascosto il proprio sollievo e per la prima volta ha ammesso in un messaggio televisivo registrato - di aver sbagliato nominando alla carica di consigliere le- gale l'avvocato Roni Bar-On (che poi rinunciò alla nomina). «Ma una scelta sbagliata - ha subito aggiunto - non è un crimine». Netanyahu ha quindi descritto un complotto «architettato da alcuni giornalisti e dai nostri rivali politici (laboristi) per abbattere il governo scelto dagli israeliani nel giugno scorso». «Ci sono persone - ha proseguito - che non si rassegnano all'esito di quelle elezioni e che hanno diffuso informazioni distorte pur di far cadere il nostro governo». «Ma le elezioni si decidono nelle urne - ha rilevato - non con trasmissioni della televisione di Stato» che il 22 gennaio per prima aveva riferito di Hebrongate. Rubinstein non è stato dello stesso parere e si è anzi felicitato del lavoro dei giornalisti televisivi «che hanno reso un servizio nel¬ l'interesse pubblico». Rubinstein ha peraltro espresso una serie di perplessità sul comportamento di Netanyahu nei giorni antecedenti la nomina di Bar-On. Ha confermato che era stato messo al corrente delle minacce di Deri «ma non abbiamo le prove che le avesse prese in considerazione». Rubinstein non è stato dunque in grado di stabilire con matematica certezza che furono quelle minacce - e non altre considerazioni - a indurre Netanyahu a sottoporre il 10 gennaio la nomina di Bar-On al voto del governo. Rubinstein ha poi espresso grande rammarico che la polizia non sia riuscita a trovare una cassetta (una «scatola nera») in cui Deri (secondo la sua versione) sotto processo per corruzione aveva registrato l'impegno di BarOn a usare clemenza nei suoi confronti una volta che avesse ricevuto la nomina. La signora Arbel ha lanciato ripetute frecciate al suo diretto superiore - il ministro della Giustizia Hanegby - che nella seduta del governo del 10 gennaio preferì non menzionare la assoluta opposizione alla nomina BarOn espressa dal presidente della Corte Suprema giudice Aharon Barak. I ministri ebbero quindi la falsa impressione che questi non avesse alcuna opinione in proposito. Adesso lo scandalo Hebrongate passa dal campo giudiziario a quello politico. Per il momento la coalizione governativa di Netanyahu regge al contraccolpo. «Il nostro governo ha subito danni - ha convenuto Netanyahu - ma in futuro correggeremo il nostro modo di operare». L'opposizione di sinistra cerca da parte sua di coordinare un grande sforzo - con dimostrazioni nelle strade, con ricorsi alla Corte Suprema, con una battaglia in Parlamento - per abbattere il governo. Per una ironia della sorte, l'esito di questo sforzo dipenderà probabilmente dal comportamento del partito più coinvolto nello scandalo: lo Shas di Arye Deri. I sostenitori di questo partito in gran parte ebrei sefarditi (originari dei Paesi arabi) e tradizionalisti - ritengono che l'incriminazione del solo Deri sia una nuova prova di un complotto nei confronti della loro leadership politica da parte dell'establishment ashkenazit.a (originario cioè dei Paesi europei). I più esaltati fra gli attivisti di Shas ricordavano ieri la possibilità di tumulti. Cosi la signora Arbel deve muoversi da ieri con una scorta annata. Aldo Baquis NEIANYAHU: NON INCRIMINATO. Nessuna prova che lui abbia compiuto un reato. Ma nel rapporto della procura sono state stigmatizzate senza mezzi termini «le norme di comportamento» del premier e degli altri protagonisti. Netanyahu non ha nascosto il proprio sollievo e ha ammesso di aver sbagliato nominando come consigliere legale l'avvocato Roni Bar-On. UEBERMAN: NUOVE INDAGINI. Il consigliere legale del governo Rubinstein e il procuratore generale Arbel hanno chiesto alla polizia di proseguire l'inchiesta nei confronti di Lieberman, immigrato dall'Urss e assurto a consigliere e braccio destro del primo ministro israeliano come direttore generale del suo ufficio. Nuove indagini anche per l'uomo d'affari Appel. DERI: INCRIMINATO. Il leader dell'influente partito ortodosso «shas» sarà incriminato per frode ed abuso di potere, per aver espresso minacce, per un tentativo di estorsione e per intralcio alla giustizia. Le accuse si riferirebbero al suo tentativo di fare pressioni su Netanyahu. Deri, che è un deputato, avrà il diritto di essere ascoltato prima che la giustizia proceda. HANEGBI: NON INCRIMINATO. Rubinstein e Arbel hanno respinto la richiesta di incriminazione nei confronti del ministro della Giustizia Zahi Hanegby, anche in questo caso «per mancanza di prove». Di Hanegby è stata rilevata «una colpevole negligenza» nel corso della vicenda sullo scandalo Hebrongate, che non costituisce tuttavia un reato penale.

Luoghi citati: Tel Aviv, Urss