Nei guai l'angelo custode di Di Pietro
Nei guai l'angelo custode dì Pi Pietro Fortieri indagato a Chieti insieme ad altri carabinieri e poliziotti Nei guai l'angelo custode dì Pi Pietro «Ha dato informazioni a un'agenzia investigativa» MILANO. Il suo nome è sconosciuto ai più, ma il suo volto ha raggiunto in questi ultimi anni quel quarto d'ora di celebrità televisiva che secondo Andy Warhol prima o poi tocca a tutti nella vita. E a Giampaolo Fortieri, 37 anni, maresciallo dei carabinieri, quel quarto d'ora è toccato grazie ad Antonio Di Pietro di cui, quando l'ex ministro e pm arrivava a Roma, spettava l'onore e l'onere della scorta e dunque anche un labile riflesso delle luci della ribalta televisiva a lui riservata. Sempre un passo indietro a quello di Tonino, era riuscito a conquistarne la fiducia. E dunque adesso è un brutto colpo scoprire, come riportano le agenzie, che il suo nome è stato inserito in una lista di 37 imputati di cui il procuratore della Repubblica di Chieti, Bruno Paolo Amicarelli, ha chiesto il rinvio a giudizio per una brutta storia di un'agenzia d'investigazioni priva¬ te, la Sandinforni di Chieti. I reati contestati a Fortieri, per la verità, dovrebbero essere tra i meno gravi (abuso d'ufficio e violazione di segreto), rispetto al resto delle accuse contestate agli altri imputati, molti dei quali apparterrebbero alle forze dell'ordine, ovvero: corruzione, peculato, tentata estorsione, intercettazione abusiva, abuso e violazione di segreti d'ufficio. Ma sarà per l'effimera e relativa celebrità televisiva, o probabilmente più per il compito di vigilanza svolto su Di Pietro, insieme al titolare della Sandiform, quello di Fortieri è l'unico nome che appare sulle agenzie. Così il provvedimento di richiesta di rinvio a giudizio, negli ambienti vicino all'ex ministro, è valutato per ora come l'ennesimo siluro contro Di Pietro. Del resto Fortieri apprese, anche stavolta dai giornali, di essere indagato all'indomani delle dimissioni da ministro di Di Pietro, ma la notizia, in quei giorni di trambusto, sfuggì ai più, anche se Giuliano Ferrara sul Foglio e Vittorio Sgarbi in tivù non mancarono di citarlo per la sua testimonianza rilasciata a proposito del famoso «passi» di Palazzo Chigi che costò l'avviso di garanzia a Silvio Berlusconi e per la sua passata attività di collaboratore del pm Vittorio Paraggio nell'inchiesta sulla cooperazione. Il carabiniere, ascoltato una prima volta come testimone e una seconda da mdagato dalla procura di Chieti, preferisce non fare dichiarazioni e aspettare di vedere le carte che lo riguardano. Un fatto è certo: Fortieri manca dalla cittadina teatina da almeno 10 anni. L'inchiesta sulla Sandinform, che secondo le accuse si avvaleva di carabinieri e poliziotti per rimpolpare, con notizie riservatissime, i suoi poderosi archivi, lo coinvolgerebbe per una telefonata che Fortieri avrebbe ricevuto nel '93 da un col¬ lega poliziotto che gli chiese notizie su una persona per «un'inchiesta». A quanto pare, invece, l'informazione serviva alla società d'investigazione privata che, secondo l'inchiesta teatina, non si limitava a schedare mariti fedifraghi ma anche politici, magistrati, lavoratori, sindacalisti. A gestire l'agenzia e questo singolare lavoro di spionaggio, di fatto, si legge nella richiesta di rinvio a giudizio, sarebbe stato un ispettore della Digos, Gaetano Caraccia, ora sospeso, e sua moglie Angela De Martiniis. «Dopo mesi d'mdagini - ha dichiarato il procuratore di Clùeti Amicarelli - la Questura di Chieti può essere considerata bonificata». E questo «al termine di un'inchiesta molto difficile», una parte della quale, relativa alla schedatura di 4 magistrati, è stata stralciata e inviata alla procura di Perugia per competenza. I detective privati sembra avessero creato una rete informativa efficientissima che disponeva di 9 poliziotti, a cominciare dal sovrintendente Digos Caraccia, 3 carabinieri, tra cui Fortieri, due dipendenti Telecom, un funzionario dell'ex Intendenza di Finanza. Secondo le accuse, per procurarsi informazioni, avrebbero consultato gli archivi telematici del ministero degli Interni e delle procure. Paolo Colonnello Giampaolo Fortieri, il brigadiere collaboratore strettissimo dell'ex pm Antonio Di Pietro con l'ex ministro
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