Il giorno dopo tutti contro Borrelli

Anche molti magistrati contestano il procuratore per le parole usate con Berlusconi Anche molti magistrati contestano il procuratore per le parole usate con Berlusconi Il giorno dopo tutti contro Borrelli Flick: pronto ad avviare un 'azione disciplinare ROMA. Borrelli è rimasto solo. Il giorno dopo lo scontro fra Silvio Berlusconi e il procuratore di Milano, magistrati e politici si sono trovati, per una volta, sullo stesso fronte: tutti contro Borrelli. Quanto al ministro di Grazia e Giustizia, sta valutando l'ipotesi di un'azione disciplinare. Al Guardasigilli quell'accenno ai «diktat di Berlusconi» e all'impossibilità di «polemizzare con un imputato» non è piaciuto. «Il magistrato deve fare solo il magistrato», ha avvertito. «Per il rispetto che si deve al Parlamento, il quale deve poter lavorare in piena sovranità, ho ritenuto di dover mantenere il più assoluto riserbo fino a quando la discussione sia in atto. Proprio per questo, ritengo inammissibili le polemiche e i conflitti tra magistratura, avvocatura e politica». «La libertà di espressione - ha aggiunto il ministro Flick - la manifestazione delle proprie opinioni e il diritto di critica che spettano a tutti i cittadini non possono mai assumere i caratteri dell'intimidazione e dell'interferenza, specialmente da parte di chi, a sua volta, sia titolare di responsabilità e prerogative istituzionali. In questo quadro non mancherò di esaminare, come del resto ho fatto finora, comportamenti e dichiarazioni che possano assumere rilevanza per i profili di mia competenza, e cioè per l'esercizio dei poteri e dei doveri che incombono sul Guar¬ dasigilli. Il ministro insomma, sta esaminando la possibilità di aprire un'azione disciplinare nei confronti del procuratore Borrelli. Nel frattempo, è già partito un esposto da parte del movimento dei diritti civili, che ha ipotizzato il reato di attentato agli organi costituzionali. Le affermazioni del procuratore capo di Milano «rappresentano un'inaccettabile e illecita interferenza e intimidazione nei confronti della commissione bicamerale e di alcuni suoi autorevoli componenti», ha spiegato il coordinatore del movimento, Franco Corbelli. Ma a prendere le distanze dal procuratore Borrelli è sta¬ ta la gran parte della categoria dei magistrati. Elena Paciotti, presidente dell'associazione nazionale, ha affidato a una nota il rimprovero della categoria: «Come cittadina di uno Stato democratico debbo preferire una cattiva legge votata da un libero Parlamento, a una buona legge imposta da troppo autorevoli magistrati». Anche l'Unicost, l'associazione che rappresenta il maggior numero di magistrati, ha dichiarato in una nota di «dissentire fortemente dal clima di frontismo» che le dichiarazioni rese nel corso dell'assemblea «hanno incau- tamente innescato». Nessun commento è giunto invece da Silvio Berlusconi: «Oggi ho deciso di non parlare di giustizia», ha affermato. Bocche cucite anche alla Procura di Milano dove i pochi presenti, fra cui Piercamillo Davigo, hanno preferito evitare ulteriori polemiche. Toni più concilianti quelli utilizzati da Giovanni Conso. L'ex ministro della Giustizia e ex presidente della Corte Costituzionale ha invitato a «lavorare senza scontri, senza toni arroganti perché, altrimenti, il pericolo è di non arrivare a nessuna conclusione, oppure a decisioni sbagliate». La soluzione proposta da Conso è di «intervenire con leggi ordinarie e, in qual- che modo, modificare anche la Costituzione italiana». Con l'unica eccezione di Rifondazione, il mondo politico si è presentato compatto all'ennesimo scontro con la ma¬ gistratura. «L'autonomia della magistratura è un bene troppo prezioso per essere messa a rischio». Per questo, ha avvertito il leader dell'estrema sinistra, «sarebbe utile che la bicamerale desse una prova di responsabilità e di alto senso dello Stato riconsegnando alle sedi idonee del Parlamento l'intera materia». Il segretario del Ccd Pierferdinando Casini ha invece invitato il procuratore Borrelli a farsi eleggere: «E' nelle condizioni di portare uno straordinario contributo al tema della riforma della giustizia». «Per questo - ha aggiunto - gli consiglio di farsi eleggere in Parlamento e di fare le leggi. Fino a che è magistrato, deve applicarle». Marco Boato, relatore in comitato giustizia della Bicamerale, ha confermato che i lavori andranno avanti «con assoluta determinazione». Calderisi, vicepresidente dei deputati di Forza Italia, ha chiesto l'intervento dei presidenti di Camera e Senato. Flavia Amabile «Davigo ha detto che sono i migliori Questa è una posizione da casta sacerdotale» «Alleanza nazionale non ha mai voluto essere il partito dei magistrati» ORIENTAMENTI POLITICI DEI GIUDICI FONTE; SEI UNITA PER LA COSTITUZIONE [Unicost] 41,66% Moderali di centro: 2856 voti, pari al 41,66% [+4,35% rispetto al 1990, quando aveva ottenuto il 37,31%] MAGISTRATURA INDIPENDENTE [MI] 18,12% Moderati di centro destra: 1242 voti, pari al 18,12% [-11,35% rispetto al 1990, quando aveva ottenuto il 29,46%] MAGISTRATURA DEMOCRATICA [MD] 23,57% Sinistra: 1616 voti, pari al 23,57% [+1,89% rispetto al 1990, quando aveva ottenuto il 21,68%] MOVIMENTI RIUNITI [Verdi] 16,64% Estrema sinistra: 1141 voti, pari al 16,64% [+5,10% rispetto al 1 990, quando aveva ottenuto l'I 1,54%] componenti», ha spiegato il coordinatore del movimento, Franco Corbelli. Ma a prendere le distanze dal procuratore Borrelli è sta¬ che le dichiarazioni rese nel corso dell'assemblea «hanno incau- «Davigche soQuestaposiziosacerd«Alleannon hvolutoil partidei ma«GFin Qui accanto il presidente di An, Fini A sinistra il presidente di An Elena Pacioni

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