I crimini della Wehrmacht non passano da Graz di Tito Sansa

I crimini della Wehrmacht non passano da Graz E rifiuta la prima del film di Schwarzenegger, reo di aver denunciato l'intolleranza del Paese I crimini della Wehrmacht non passano da Graz La città nega i locali per ospitare l'esposizione itinerante VIENNA NOSTRO SERVIZIO La città di Graz (250 mila abitanti), capitale della Stiria, «non ha posto» per la mostra «Crimini della Wehrmacht 1941-1945» che documenta le atrocità commesse dall'esercito di Hitler in Jugoslavia e in Russia. Si tratta di quella mostra ambulante, allestita da un istituto di ricerche storiche di Amburgo, che nei mesi scorsi è stata obiettivo di proteste, dimostrazioni e assalti da parte di naziskin, quando era ospitata a Monaco di Baviera. In Austria, dove l'anno scorso è stata allestita a Vienna, Klagenfurt, Innsbruck e Linz, i neonazisti si erano limitati a contenute proteste. Le autorità di Graz, del Land e della città, civili ed ecclesiastiche, non hanno fatto obiezioni di ordine pubblico. Hanno semplicemente rifiutato tutti i circa 60 locali presi in esame dagli organizzatori (tra cui un paio di edifici religiosi e ospedali) o fatto pressioni talmente forti su chi era disposto a mettere a disposizione i suoi locali da obbligarlo a negarli. Contro la mostra sono intervenuti politici dei due principali partiti austriaci, il socialdemocratico e il democristiano, che formano la coalizione di governo a Vienna. Soltanto il sindaco di Graz, Stingi (socialdemocratico) era pronto ad appoggiare e finanziare la mostra, ma è stato sopraffatto dalle pressioni di colleghi di partito e alleati. Analogo ostruzionismo si era avuto esattamente 50 anni fa, nel 1947, sempre a Graz, quando il politologo Alois Sillhaber aveva allestito (per la prima volta dopo la guerra appena finita) una mostra antifascista dal titolo «Mai dimenticare». I socialdemocratici, che ancora si chiamavano socialisti, e i popolari (democristiani) riuscirono ad impedirla. «Graz non impara - ha detto ieri il socialdemocratico Herper - E' in gioco la sua reputazione internazionale». Lo conferma la inaspettata messa al bando, da parte dei politici di Graz, del loro cittadino più conosciuto in tutto il mondo, il cinque volte Mister Universo e attore Arnold Schwarzenegger. Quattro giorni fa, proprio mentre «Terminator» veniva operato al cuore in una clinica di Los Angeles, funzionari del municipio di Graz sono riusciti a impedire che il prossimo 20 giugno U nuovo stadio della città ospiti la «prima» europea del film «Batman III» che Schwarzenegger aveva fatto appositamente trasferire da Londra alla sua città natale. I solerti funzionari di Graz hanno pure negato i saloni del Municipio per la serata di gala del film, in coincidenza con il 50° compleanno della «quercia stiriana» (che peraltro cade più tardi, il 31 luglio). La festa si svolgerà perciò in ambiente plebeo, in una birreria. Ma i nemici di «Arnie» non sono riusciti ad impedire che il nuovo impianto sportivo si chiami «Stadio Arnold Schwarzenegger». Così ha voluto la vox populi. Ma cosa mai ha fatto di così grave l'ex Mister Universo per essere così inviso ai politici della sua città natale? E' semplice: due settimane fa, venendo insignito del National Leadership Award nel «Simon Wiesenthal Center» di New York (ospitato nel Waldorf Astoria), Schwarzenegger (figlio di un nazista e pertanto con conoscenza di causa) nel ringraziare per l'onorificenza ha tenuto un breve discorso sulla tolleranza e contro la discriminazione razziale e l'antisemitismo, pronunciando mia frase che da molti in Austria è stata definita «inqualificabile». Ha detto: «Vengo da un Paese nel quale non ho mai ricevuto una lezione di tolleranza. Soltanto qui in America ho imparato cos'è». Nel metterlo al bando insieme con la mostra sui crimini della Wehrmacht, Graz gli dà ragione. Tito Sansa