Una strage per punire la moglie di Fabio Albanese

Messina, folle di gelosia un legale ha ammazzato anche la madre e il fratello Messina, folle di gelosia un legale ha ammazzato anche la madre e il fratello Una strage per punire la moglie «Uccido meei nostri figli così ti lascio in pace» MESSINA. Pochi momenti di follia, una strage provocata da una gelosia morbosa e, a quanto pare, ingiustificata; cinque persone morte; tre lettere. Uno stimato »«professionista ha deciso di uccidere i suoi figli, e poi il fratello handicappato, e ancora l'anziana madre, prima di togliersi la vita. Quando ieri mattina i carabinieri di Barcellona Pozzo di Gotto hanno bussato al portoncino di una palazzina di tre piani di via Giovanni XXIII, pieno centro cittadino, pensavano solo di dover chiedere notizie della famiglia Calderone, a causa di un misterioso silenzio che durava da alcuni giorni. Invece, distribuiti su due appartamenti, hanno trovato i corpi senza vita di quattro persone. Erano le 11 : al piano terra c'erano i cadaveri di Maria Giunta, 82 anni, la madre, e di Michelangelo Calderone, 56 anni, il fratello, da sempre affetto da turbe psichiche. Al primo piano quelli di Giulio Calderone, 21 anni, e di suo padre Andrea, 59 anni, noto avvocato civilista e giudice di pace a Milazzo, il responsabile di questa terribile carneficina. Ma le sorprese non erano finite. All'appello manca un altro figlio di Andrea Calderone, Franco, 20 anni. Lo credevano a Roma, con la madre, Maria Rosa Gentile, 46 anni, Marisa per gli amici, impiegata all'ufficio postale di Gala, che da meno di un mese ha lasciato il marito e quell'ambiente opprimente di Barcellona, stanca dei continui litigi e degli assurdi sospetti del coniuge. Ma a Roma Franco non c'è. Allora lo vanno a cercare nella casa a mare, a Gioiosa Marea. E lì lo trovano, poco prima delle 13, anch'egli morto, con in corpo due proiettili sparati da una pistola che l'avvocato Calderone deteneva legalmente da un po'. Dopo due giorni, il telefono di casa Calderone muto ha messo in allarme la moglie dell'omicida-suicida, l'unica sopravvissuta. Da Roma, dove a Pasqua si era trasferita per andare a trovare il figlio Franco, da mercoledì chiamava inutilmente casa, a Barcellona. Giovedì sera si è messa in contatto con i carabinieri della stazione di Trastevere per chiedere aiuto. L'hanno rassicurata. Ma in nottata ha pensato alle pistole che il marito aveva in casa, ed è tornata in caserma. Ieri mattina, avvertiti dai colleghi romani, i carabinieri di Barcellona sono andati in via Giovanni XXIII e hanno scoperto quanto era accaduto. Ancora tanti gli interrogativi in questa tragedia, ai quali il sostituto procuratore Silvia Bonardi dovrà dare risposta nelle prossime ore, partendo da tre lettere che Andrea Calderone ha lasciato alla moglie, «imbucandole» sotto la porta della casa in cui la donna era andata ad abitare dopo la separazione, nella frazione di Caldera. Frasi a volte sconnesse, piene di rancore e di odio: «Mi sento tradito, umiliato, tu continui a prendermi in giro - ha scritto -. Questa è l'ultima sera. Ti lascio tutto, così potrai continuare a divertirti». Poi, ha spiegato così il folle proposito di sterminare l'intera famiglia: «I figli me li porto con me, così ti lascio in pace». Era stato il figlio Franco, che a Roma frequentava la Facoltà di Scienze Politiche e giocava a tennis a buoni livelli, a tentare l'ultima mediazione. All'inizio della settimana era tornato a Barcellona per spiegare le ragioni di sua madre e per tentare di convincere il padre a non opprimerla più. Ma lui non aveva voluto saperne, forse quel gesto disperato di riconciliazione lo ha ulteriormente esasperato; in una delle lettera ha scritto frasi del tenore: «E' inutile che me li mandi qui, perché loro non sanno la verità». In realtà, i tradimenti della donna esistevano solo nella fantasia di Andrea Calderone, che però ne era ormai ossessionato. Secondo la ricostruzione degli investigatori, il folle omicida ha prima ucciso Franco, a Gioiosa, sparandogli due colpi alla nuca con la pistola calibro 6,36. Poi è tornato a casa, ha preso un'altra pistola, una Beretta cai. 9, e ha ucciso Giulio, l'altro figlio, studente di Scienze Bancarie all'Università di Messina; quindi è sceso al piano di sotto e ha fatto fuoco ancora, ammazzando la madre e il fratello. Infine è risalito, si è disteso sul letto e si è sparato in bocca con la Beretta. L'altra pistola, l'unica regolarmente denunciata, è stata trovata nascosta in una scatola. Secondo i carabinieri, la strage è avvenuta mercoledì; lo proverebbero pure alcuni quotidiani con la data del 16 apri¬ le, i più recenti trovati in casa. Ammutoliti ed esterrefatti i vicini, secondo i quali l'avvocato Calderone «era un tipo riservato e tranquillo, anche se negli ultimi tempi appariva molto geloso della moglie; mai però avremmo potuto immaginare che sarebbe stato capace di una cosa del genere». Solo ieri sera Maria Rosa Gentile ha saputo della tragedia. I carabinieri di Trastevere l'hanno prima riaccompagnata in Sicilia, dopo avere fatto una colletta per pagarle il biglietto d'aereo. Fabio Albanese Alla donna, da cui si era separato di recente, ha scritto tre lettere: «Mi prendi in giro» »« La casa dove è avvenuta la strage e da sinistra i due figli del pluriomicida Giulio Calderone 20 anni e Franco, 19