«Il tuo sogno si è avverato Ora, Davide, torna a casa»

« Pescara, l'appello nelle lettere dei compagni del ragazzino scomparso da lunedì « Il tuo sogno si è avverato Ora, Davide, torna a casa» SULLE TRACCE DI UN MISTERO PESCARA DAL NOSTRO INVIATO"" Se il sogno di Davide era quello di t'arsi un viaggio e andare lontano, come scrivono i suoi compagni di scuola nelle letterine pubblicate dai giornali, quel sogno si è realizzato. Ma dopo cinque giorni sarebbe ora di tornare indietro. E invece Davide non c'è. Lo vedono qui, lo vedono là. L'ultimo è stato un commerciante dei dintorni di Napoli, nel cui negozio giovedì pomeriggio e entrato un ragazzino a elemosinare mille lire. Al commerciante è sembrato cbe assomigliasse a Davide. Le telecamere a circuito chiuso del negozio lo hanno filmato e ieri sera le immagini sono state mostrate al papà di Davide, ma Alfredo Mutignani non ha riconosciuto suo figlio: «E' in controluce, non si capisce niente», ci ha detto nel cortile della questura. Alfredo però se n'è andato con un sorriso indecifrabile, come se qualcosa di nuovo dovesse capitare in questa piccola storia di un ragazzino di 11 anni alto un metro e quaranta, con i «capelli biondo-cenere, occhi castani e un cappello a visiera» (è la descrizione di Davide che leggiamo nei volantini appesi per strada e firmati da tre compagne di scuola, Giovimi, Genni e Alessandral scomparso nel nulla lunedì scorso dalla casetta popolare di via Monte Siella. E speriamo che davvero capiti qualcosa in queste ore perché, ci dice il capo della squadra mobile Patrizio Di Frischia, «il tempo che passa affievolisce la sensazione iniziale di un allontanamento volontario». Come dire: l'ipotesi principale resta quella che Davide se ne sia andato da solo, ma come vive, dove dorme, come fa un ragazzino che non aveva nemmeno mai viaggiato con i genitori a girare l'Italia da solo? Giovedì sera il papà di Davide, Alfredo, che ha 40 anni e fa il camionista sulle rotte Italia-Francia-Belgio, aveva lanciato la convinzione; che il figlio fosse stato rapito da un pedofilo. La tesi della famiglia è che Davide «non si sarebbe mai allontanato da solo». Entriamo in quella piccola casa ! al piano rialzalo, una cucina e tre stanze, una cameretta per Sara (la figlia di mezzo, 13 anni), una (con il letto a castello) per i due ragazzi, Davide e Patrizio, 15 anni. Alle pareti i simboli confusi di due ragazzi e di due età: le Spice girls di Patrizio, le figurine con i cartoni animati di Davide e i suoi pupazzi, compresa una tartaruga Ninja che tuttora, ci dice la zia Mara, portava a letto con sé per addormentarsi. «Può dar l'impressione di essere un ragazzo scaltro, in realtà era ancora molto ingenuo», dice Alfredo. Ma si sa che i genitori sono sempre gli ultimi a sapere, si fatica ad accettare l'idea che i propri figli crescano e ancor di più che possano anche desiderare di scappare. Ci sediamo in cucina dove bolle l'acqua per la camomilla (ce n'è bisogno), si fuma una sigaretta dietro l'altra, si coito al telefono che suona inutilmente al ritmo di una volta ogni cinque minuti. Arriva una troupe del telegiornale: cacciata, con un po' di nervosismo. Chiediamo ad Alfredo perché abbia parlato di pedofili. Torturandosi con le sue mani spesse, risponde: «lo sto sempre in Belgio e con tutte le cose che sono successe là...». Dunque una suggestione, una paura. E' un uomo semplice e gentile, Alfredo, racconta che sta ì'uori di casa dal lunedi al sabato, guida il camion, da solo, fino al Monte Bianco, poi a Parigi, Bruxelles. Così da sei anni, da quando ha smesso di fare il pescatore, come tanti qui, perché «non si guadagna più». Dice: «Sono un padre della domenica», e naturalmente gli dispiace. Anche lui da ragazzino era scappato di casa, ma dice che si tratta di tutt'altra «situazione». Ci fa vedere i quaderni di Davide che fa la quinta elementare: sono un po' disordinati, ma «normali». Niente che lasci pensare, nemmeno sul diario: «Davide ha ancora paura del buio, so¬ prattutto di notte quando deve andare a fare la pipì...». Eppure in questura sono convinti che se ne sia andato da solo e lo provano almeno tre circostanze che tra le mille segnalazioni fasulle o improbabili arrivate in questi giorni appaiono invece accertate. Dunque. Lunedì pomeriggio Davide è uscito di ca¬ sa dicendo alla mamma che andava a trovare il suo amico Yuri. Ma la mamma di quest'ultimo non ha lasciato uscire il figlio (ha spiegato, misteriosamente, per un «presentimento») e Davide è così rimasto solo. Ha preso un autobus urbano ed è stato fatto scendere dal controllore perché non aveva pagato il biglietto. Il giorno dopo è stato visto da alcuni ragazzini nella zona di Rancitelli, un quartiere molto popolare e «a rischio», dove viveva fino a poco tempo fa. Mercoledì pomeriggio ha telefonato a un suo compagno di scuola (forse anche ad altri, ma una sola è la telefonata sicura) per dirgli, più o meno, «Sto bene, torno presto». Il quotidiano di Pescara il Centro ha pubblicato le letterine dei suoi amici e colpisce il fatto che in tutte ci sia un riferimento alla fuga come a un fatto aspettato. Scrive Simona: «Il tuo sogno si è avverato. Quindi, adesso, puoi tornare a casa...». E Alessandra: «Ti consideravo irresponsabile, ma mi sbagliavo. Mi manchi moltissimo». Francesco: «Torna presto a casa perché non c'è più allegria». Grazia: «Perché sei scappato? Per il sogno che volevi realizzare? Beh, i sogni non si avverano mai, ma forse il tuo si è avverato». Il «sogno» sarebbe poi stato quello di viaggiare sul bus a due piani che qui da Pescara porta a Roma e a Napoli. Indagini difficili, dice il capo della Mobile, perché «non è facile ricostruire il delicato universo di fantasie di un bambino soprattutto se raccontato da altri bambini». E secondo le indagini Davide su quei bus non sarebbe mai salito. Forse, invece, ce l'ha fatta. Non si sa mai. Ma adesso basta. Dai, Davide, torna. Cesare Martinetti Ma il trascorrere dei giorni rafforza l'ipotesi che possa essere stato rapito Le indagini estese anche a Napoli I MIHORI SCOMPARSI [DATI 1996] 550 BAMBINI MAI RITROVATI 821 DENUNCE DI SCOMPARSA 15-18 ANNI FASCIA DI ETÀ' PIÙ' A RISCHIO OLI INDIZI DI m REBUS GLI AMICI Martedì, giorno successivo alla scomparsa, alcuni compagni avrebbero visto Davide in città, solo. LA TELEFONATA Viene verificata una presunta telefonata che Davide avrebbe fatto mercoledì a un compagno di scuola: «Sto bene, mi trovo a Na...». GLI ALLARMI Dalle zone di Napoli e Caserta sono arrivate diverse segnalazioni: finora, però, tutte si sono rivelate infondate. IL FILMATO I genitori hanno visto un filmato registrato in un negozio di Torre del Greco (Napoli), in cui si intravede un ragazzino. La registrazione di pessima qualità non ha dato ai genitori la certezza che il ragazzo sia Davide. IL RAPIMENTO Con il passare dei giorni si rafforza la convinzione su cui insiste il padre e cioè che Davide non sarebbe stato in grado di allontanarsi per così tanto tempo. A fianco Davide, il ragazzino di 11 anni scomparso da lunedì. Sotto i genitori, che non credono alla possibilità di una fuga volontaria: a casa della famiglia Mutignani continuano ad arrivare segnalazioni, ma finora nessuna pista ha portato a risultati concreti

Persone citate: Alfredo Mutignani, Cesare Martinetti, Mutignani, Spice