«Foresti non se ne va»
Lite sulle elezioni, Berisha e Nano le vogliono ma non il 29 giugno come dice Vranitzky «Foresti non se ne va» La Farnesina: è indispensabile ROMA. La presenza a Tirana dell'ambasciatore italiano Paolo Foresti «è necessaria in questa fase cruciale della crisi e dell'azione internazionale a favore dell'Albania»: è quanto si sottolinea alla Farnesina dopo le polemiche dei giorni scorsi e le dichiarazioni dello stesso diplomatico, che aveva parlato ieri (in un'intervista pubblicata in esclusiva da «La Stampa») della possibilità di rientrare. «Sarebbe giusto che io venissi avvicendato - aveva detto Foresti - anche perché non vorrei continuare a essere ostaggio di polemiche». Le domande a Foresti riguardavano in particolare l'atteggiamento di Rifondazione comunista, che ha accusato l'ambasciatore italiano di un rapporto troppo stretto con il presidente Berisha (espressione del partito democratico, cui si oppone la sinistra socialista, cioè gli ex comunisti, pur temporaneamente associati al potere in un governo di unità nazionale). La Farnesina ha ieri ribadito che un avvicendamento di Foresti era stato «deciso da tempo e reso pubblico nel quadro di normali movimenti riguardanti le nostre sedi diplomatiche all'estero»; ma tale avvicendamento è stato «temporaneamente sospeso, anche su richiesta dei nostri partner, proprio perché la sua presenza in Albania è necessaria in questo momento». Foresti svolge a Tirana una importante attività di raccordo dell'azione diplomatica internazionale per l'Albania, «riconosciuta anche dai nostri partner europei e americani». Al ministero degli Esteri si aggiunge che «nell'adempimento delle istruzioni del governo, l'operato dell'ambasciatore Foresti è stato, da ultimo, prezioso per addivenire alle intese tra le forze politiche albanesi, governative e di opposizione, che sono state alla base della formazione del governo Fino e per avviare il dialogo con i comitati degli insorti di Valona». E riguardo a Foresti e a questa sua azione, la Farnesina continua a ricevere «molti attestati di apprezzamento e stima da interlocutori di differenti opinioni politiche». A Tirana anche il primo ministro Bashkim Fino ha difeso ieri Foresti, stavolta dalle accuse che gli erano state lanciate dal giornale d'opposizione «Koha Jone», secondo il quale l'ambasciatore è stato responsabile dell'annullamento della visita a Valona di Vranitzky. Fino ha detto che «questa accusa non è esatta. L'Italia ha dimostrato una grande disponibilità per aiutare il nostro Paese in questo momento difficile». Ancora da Roma, Fassino ha dichiarato ieri che «nella politica italiana in Albania non ci sono due linee, non c'è stata alcuna distinzione tra chi sarebbe stato favorevole alla mediazio¬ ne e chi l'avrebbe frenata»: con queste parole il sottosegretario agli Esteri ha smentito l'ex ambasciatore in Albania Luigi Vittorio Ferraris, che in un'intervista al «Corriere della sera» aveva denunciato «una resistenza» all'interno della Farnesina che avrebbe fatto arenare il suo tentativo di mediazione tra Berisha e l'opposizione. [Ansa-Agi]
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