In volo con Blair il salvatore di Fabio Galvano

Pacefirmata con gli elettori scozzesi Il leader laborista alla Usher Hall di Edimburgo per cancellare una gaffe anti-autonomista In volo con Blair, il salvatore Pacefirmata con gli elettori scozzesi LA CORSA DEL FAVORITO EDIMBURGO DAL NOSTRO INVIATO «Voglio essere eletto per il bene del Paese», esclama: «Perché da 18 anni sono uno che parla senza poter agire». Gli applausi lo travolgono, ma il tono messianico non evapora: «Affronto questo momento con grande umiltà e con senso di responsabilità, ma anche con una stupenda eccitazione». Si asciuga il sudore dalla fronte e improvvisamente, fra i mille che lo applaudono come fra gli osservatori ancora incerti sul suo fenomeno politico, la verità si fa strada: la partita è vinta, questo è il prossimo primo ministro britannico. «Nel futuro», proclama ambiziosamente lo slogan sul suo «battlebus»; «perché la Gran Bretagna merita di meglio», si legge dovunque e persino sui sedili del volo charter con cui la truppa elettorale laborista ha raggiunto la capitale scozzese con giornalisti, fotografi, teleoperatori. Il futuro è lì, e si chiama Tony Blair: le mani sui fianchi, quasi in sfida all'avversario John Major - che non si dà per vinto, riceve l'abbraccio della moglie Cherie. Ed è pace, anche, con gli scozzesi. Un giorno con Tony Blair, per scoprire l'uomo che fra meno di due settimane - se i pronostici saranno rispettati - entrerà al 10 di Downing Street: da un ospedale di Londra, dove ribadisce il suo credo nella medicina di Stato e accusa i conservatori di «volerla uccidere», alla coreografia amica nella Usher Hall di Edimburgo, per un bagno di foDa e di applausi. Per cancellare la gaffe di due settimane fa in tema di autonomia scozzese, quando si difese dalle accuse tory di mettere a rischio la coesione del Regno Unito dicendo che il nuovo Parlamento scozzese da lui promesso «non avrà più poteri di un consiglio di quartiere». D'improvviso ci si rende conto - scomparsi molti dei suoi sorrisi pieni di denti, da quando gli esperti d'immagine li hanno bocciati come sgraditi al pubblico che Blair si comporta già da primo ministro. Tiene le distanze dal pubblico ma soprattutto dai giornalisti, che ormai ricamano a ruota libera su quella specie di «cordone sanitario» con cui il lea der del New Labour difende il vantaggio sui tories evitando pericolose trappole. Resta - ed contagioso - il grande entusiasmo: «La paura è l'arma dei con servatoli, la nostra si chiama spe ranza». Nuovo Labour, nuova retorica. Ma funziona. Eppure Blair sembra frenarsi. Vuole evitare l'errore di Neil Kin nock, che cinque anni fa bruciò una vittoria elettorale ormai cer ta facendo sfoggio di un giubilo e di un trionfalismo che gli inglesi giudicarono altezzosi e pochi giorni dopo punirono nell'urna. Quando entra in scena il complesso dei D:Ream, che in chiave elettorale rilanceranno la settimana prossima un loro disco del 1994 già diventato inno di battaglia del Labour, lui si defila con Cherie. Festa e canti senza di lui: «Things can only get better», le cose possono solo migliorare, canta il quintetto. E forse Blair pensa già, dietro le quinte, alla prossima tappa della sua campagna. E poi ci sono i conservatori, che non si arrendono. Ieri, per esempio, hanno pubblicato a paga- mento su molti giornali una foto a tutta pagina di Helmut Kohl in poltrona con un pupazzo sulle ginocchia: Tony Blair. «La posizione europea del Labour», dice il titolo, ed è la replica al duro attacco subito due giorni prima da Major sulle bizze dei suoi euro- scettici, che lo avevano costretto a rivolgere un appello tv alla nazione per spiegare la posizione tory sulla moneta unica: «Le prossime settimane e i prossimi mesi - si legge - esigeranno per la Gran Bretagna i più abili negoziatori: non mandate un ragazzo a fare un lavoro da uomo». Ma non ci sono manifesti tory nella Usher Hall, dove lo studente Blair andava a sentire i complessini pop di allora e, quando aveva i soldi, anche la Royal Scottish National Orchestra che vi è di casa. E' fra amici, come lo era in mattinata al St. Thomas' Hospital di Londra dove ha visitato un reparto per inalati di cancro e poi, ùi un breve domande-risposte con medici e infermiere, ha enunciato la sua politica di risanamento del sistema sanitario. A differenza di Major, che non esita a gettarsi allo sbaraglio, affrontando anche le folle meno amiche, Blair sembra andare su binari supercontrollati. Appena arrivato a Edimburgo, gli hanno offerto mia pinta di «Blairs' Brew», una nuova birra a lui intitolata: l'ha assaggiata, ma non bevuta, temendo chissà quali malignità. Nei giorni scorsi, incontrando Major, gli avevo domandato perché mai avesse indetto le ele- zioni - lui che si dice superstizioso - proprio per il Labour Day, il 1° maggio. Aveva risposto che non era cosi: che l'anniversario era quello dellAtto d'Unione con cui la Scozia e l'Inghilterra, nel 1707, furono unite. Ed e per quei- I l'unione che si batte, denunciali- i do il progetto di autonomia - la «devolution» - promesso da Blair. «Un primo passo - dicono i conservatori - verso la spaccatura del Regno Unito», verso l'indipendenza scozzese per cui si battono i nazionalisti di Alex Salmond. Ma un passo che preoccupa, considerato che la Scozia è roccaforte Labour. I A Edimburgo, questa volta, | Blair non ne ha parlato. Non in pubblico, per evitare i trabocchetti e le polemiche di due settimane fa. Parla invece di ospedali e di pensioni, del suo progetto di togliere il voto ai lord ereditari e di leggi contro le anni da fuoco (Dunblane è rimasta nel cuore degli scozzesi). Ma poi e pane e giochi, con comici che sfottono Major (Vincerà le elezioni? «Che domanda sciocca», risponde quello che impersona il primo ministro I e il complessino di sassofoniste Jazz a Belles. interventi strappavoti dell'attore Alan Cuinming e dell'ex calciatore John Colanomi. Fino a quando in scena compare l'attore e regista Richard Attenborough, anzi Lord Attenborough, che da 52 anni vota Labour e ora fa parte dell'equipe di Blair. Ma fino alle frasi messianiche Blair sta nell'ombra. L'architettura della sua campagna non va disturbata, neppure sull'aereo (pensate invece ai nostri politici) dove non supera la tendina della prima classe per farei vedere dai giornalisti, altro che «hello» fra la folla in stile Major. Quando parla finge d'improvvisare, conferma chi lo segue da tempo e sa che certe battute estemporanee si ripetono. Gesticola, sinfervora, come intossicato dalla propria adrenalina. Calore o calcolo? «Succede anche agli attori», spiega quando improvvisamente il microfono fa cilecca. E tira avanti, verso Downing Street: le grandi speranze eh Tony il visionario non possono bloccarsi per un transistor. Fabio Galvano Bagno di folla nel centro cittadino «Voglio essere eletto per il bene del Paese, perché da diciotto anni sono uno che parla senza poter agire» Tony Blair fotografato durante il suo intervento a Edimburgo e il manifesto dei conservatori che lo rappresenta come un pupazzo sulle ginocchia di Kohl. In basso, la folla davanti alla stazione ferroviaria di Leeds, dopo l'esplosione della bomba [foto reutersj