«Rovinalo, me ne andrò» Il falso medico: ma è una colpa aiutare?

«Rovinalo, me ne andrò» 7/falso medico; ma è una colpa aiutare? «Rovinalo, me ne andrò» 7/falso medico; ma è una colpa aiutare? NOVARA. AVO soltanto consigli, un aiuto a chi me li chiedeva. E se riguardavano la salute non è una colpa. Sapevo indicare lo specialista giusto. Tutto qui. Non credo però di aver mai fatto nulla di male. Adesso mi sento ferito, sotto pressione. Qui non posso più vivere. Me ne nadrò. Dove? Ancora non lo so. Forse all'estero, ma di sicuro lascerò il paese». Giuseppe Ariotti, 50 anni, il medico senza laurea di Casalbeltrame, è deciso. Vuole proprio andar via, lasciare il piccolo paese fra le risaie della Bassa Novarese. Scoperto dai carabinieri e denunciato a piede libero per esercizio abusivo della professione medica e usurpazione di titolo, si sente come un perseguitato. E a trattenerlo dai propositi non basta la stima generale dei compaesani. Neppure la pubblica difesa che lo scrittore Sebastiano Vassalli ha voluto esprimere ieri con una lettera a La Stampa. «Sono un suo paziente e voglio continuare a esserlo. Ho fiducia di questo falso medico. E' meglio di tanti laureati, da cui non mi farei curare nemmeno un'unghia», ha ribadito l'autore di «Cuore di pietra» e «Chimera». A Casalbeltrame sono in tanti a pensarla cosi. «Lasciatelo stare - sbotta un'anziana - l'Ariotti non ha fatto niente di male. Gli si poteva telefonare anche di notte. Era sempre disponibile e non costava. Tutto gratis». Non c'e alcuna insegna davanti alla sua porta, nemmeno il nome sul campanello. Eppure tutti sanno dov'è. La casa è in via Vittorio Emanuele, proprio a fianco del municipio e dell'ambulatorio medico, quello vero. Lui ci vive con la moglie, che fa l'insegnante. Non hanno figli. Ieri è stata una giornata pesante per loro, stretti d'assedio da cronisti e troupe della tv «Abbiamo dovuto staccare il telefono. Insopportabile, non ce la facevo più», confessa Ariotti. E' nel suo studio. Sulla scrivania campeggia un computer. Attorno ci sono tanti libri. «Ne ho seimila e molti me li hanno regalati». C'è di tutto: saggi di psicologia, disegno, pittura. «Amo leggere e so tutto dei veleni, per esempio. Ma sono anche appassionato di arte, musica lirica e classica.» Giuseppe Ariotti, uomo di bella presenza, brizzolato, porta occhiali da lettura sulla punta del naso. Ha sempre il sorriso sulla labbra e un aspetto decisamente professionale. Parla con toni pacati, è rassicurante. E scopri che è facilissimo dargli fiducia. Come mai non ha preso la laurea? «Non voglio rispondere. Certo, ho studiato medicina ma non ho terminato gli studi». Perché? «Preferisco tacere». In quale modo aiutava la gente, tanto da meritarsi così unanime riconoscenza? «A chi mi parlava del suo problema suggerivo lo specialista cui rivolgersi. Niente di più. Se voi conosceste un bravo medico non fareste altrettanto per un vostro amico?». Ma lei si faceva pagare? «Mai. I buoni consigli non si danno in cambio di denaro. La mia ricompensa era scoprire che grazie alle mie indicazioni tutto fosse andato bene. Certo, qualcuno si è sentito in dovere di regalarmi un libro o una scatola di cioccolatini. Ma che male c'è?». E allora come si guadagna da vivere? «Ho un'altra attività fuori provincia ed è regolarmente retribuita». Quale? «Non lo dico». Come ha scoperto di essere sotto inchiesta? «Una settimana fa i carabinieri di Biandrate hanno suonato alla porta e mi hanno chiesto di seguirli in caserma. Lì mi hanno spiegato che c'era una denuncia anonima. E già che c'erano mi hanno sequestrato libri e farmaci che avevo in macchina». Che genere di farmaci? «Niente di speciale, medicine che mi servivano e che mi aveva prescritto il medico della mutua. Alcune erano scadute e volevo cercare un posto dove buttarle». Chi pensa che sia l'autore della denuncia? «Non lo so e non mi interessa. So soltanto che la mia vita adesso è distrutta. Ma non ho risentimenti, semmai provo dolore per quanto ora stanno passando mia mo- glie e mia madre, che in questa storia non c'entrano nulla. Conosco bene l'animo umano: leggo Jung e Kant. E la psicologia, anche riferita alla mia vicenda, è importante. Sono fra coloro che ritengono sia più opportuno iniziare a prendersi cura del titolare prima che della sua malattia». All'Ordine provinciale dei medici di Novara riferiscono però che il caso di Casalbeltrame ha «una storia lunga». «Presentammo un esposto alla magistratura già molti anni fa, e altri per episodi ricorrenti. Nessuno però in questi ultimi mesi», dice il presidente Silvio Maffei che ieri sera ha convocato d'urgenza il Consiglio. «Siamo di fronte a un caso molto grave - spiega Maffei, oncologo all'ospedale Maggiore - anche per diversi aspetti. Non ultima l'esternazione di Vassalli, quanto meno discutibile. Un uomo di cultura del suo calibro non deve dire certe cose, che offendono un'mtera categoria di uomini e di professionisti, senza valutarne le conseguenze sull'opinione pubblica». Pietro Benacchio Cristina Meneghini Mai preso un soldo La ricompensa più bella era sapere che grazie alle mie indicazioni tutto fosse andato bene. Certo qualcuno si è sentito in dovere di regalarmi un libro o una scatola di cioccolatini ma che male c'è? Io mi guadagno da vivere con un altro lavoro pi| U Non ho risentimento nei confronti di chi mi ha denunciato Semmai provo dolore per quanto stanno passando mia moglie e mia madre Per questo mi sento ferito e me ne andrò da Casalbeltrame. Dove? Forse all'estero. Neanche la lettera di Vassalli servirà a trattenermi Sebastiano Vassalli

Luoghi citati: Biandrate, Casalbeltrame, Novara