Chirac sfoglia la margherita delle Politiche

Due opzioni per rimediare al crollo di popolarità e alle divisioni che minano il gabinetto Juppé Chirac sfoglia la margherita delle Politiche Atteso l'annuncio: rimpasto governativo o elezioni anticipate Due opzioni per rimediare al crollo di popolarità e alle divisioni che minano il gabinetto Juppé Chirac sfoglia la margherita delle Politiche Atteso l'annuncio: rimpasto governativo o elezioni anticipate PARIGI NOSTRO SERVIZIO Jacques Chirac. pensa, in solitudine, all'Eliseo. E i francesi, a ogni giorno che il Presidente trascorre nel silenzio, si interrogano e intrecciano ipotesi su che cosa stia passando per la sua mente. Rimpasto governativo? Scioglimento del Parlamento ed elezioni anticipate? Due i punti fermi, apparentemente inconciliabili: da un lato la certezza che qualcosa stia per succedere, perché la maggioranza di centro-destra non può rischiare di arrivare tra meno di un anno alla scadenza delle legislative proprio nei giorni dell'esame europeo per l'ingresso della moneta unica, con tutta la prevedibile coda di polemiche, sacrifici e difficili sentenze. Dall'altro lato, l'Eliseo - ufficialmente continua a smentire rimpasti o scioglimenti, giorno dopo giorno, anche se ora parla di «spazio di riflessione» che il Presidente ha deciso di concedersi. I giornali si cimentano in una gara alla costruzione di ipotesi e scenari. Due giorni fa sembrava imminente l'annuncio di un rimpasto del malandato governo di Alain Juppé, minato da mesi di difficoltà e da un'impopolarità nei sondaggi ormai a livelli record. Questa eventuale strategia avrebbe consentito di convogliare a Palazzo Matignon, tacitandoli, i rappresentanti di quei settori della maggioranza che più scalpitano e insidiano dall'interno il governo. Ieri, la prospettiva è cambiata, anche perché qualche parola l'ha pronunciata il costituzionalista neogollista Pierre Mazeaud, che appena qualche ora prima aveva escluso lo scioglimento delle Camere, scegliendo l'ipotesi del rimpasto. «Uno scioglimento non è impossibile», ha dichiarato contraddicendosi a qualche ora di distanza, mentre Pierre Mehaignerie, alto esponente dell'altra componente della maggioranza, l'Udf, confermava che «uno scioglimento del Parlamento presenta più vantaggi che inconvenienti». E' vero, infatti, che eventuali elezioni a giugno vedrebbero la maggioranza - stando ai sondaggi - avvantaggiata sull'opposizione di sinistra, anche se le recenti consultazioni francesi hanno dimostrato che un solo mese di campagna elettorale è sufficiente per rovesciare i pronostici. Il segretario socialista Lionel Jospin, nell'attesa, ha già fatto sapere di attendere «a pie fermo» uno scioglimento, dal momento che il Ps è «pronto» per eventuali legislative anticipate. Un altro che si è detto disposto a entrambe le soluzioni, e che viene dato in grande ascesa, è il presidente dell'Udì', Francois Leotard, che già avrebbe prenotato il posto di de Charette al Quai d'Orsay. Ieri, fra l'altro, si è parlato ancora di possibili gravi difficoltà francesi a rispettare il tetto dei deficit pubblici quest'anno, che non riuscirebbero a essere contenuti al disotto del 3,8% del pil, compromettendo così l'ingresso di Parigi nell'Euro. Immediatamente, il ministro dell'Economia, Jean Arthuis, ha assicurato che l'obiettivo sarà comunque rispettato, anche se saranno necessari nuovi provvedimenti. Si osservano, ora dopo ora, i gesti di Chirac alla moviola, per scoprire se è vero - come dicono - che ha in mente di annunciare la sua grande decisione durante il weekend, quando la Borsa è chiusa. Oppure se, come è ormai sua abitudine, entrerà direttamente nelle case dei francesi, attraverso i teleschermi, all'inizio della settimana. Tullio Giannotti

Persone citate: Alain Juppé, Chirac, Francois Leotard, Jacques Chirac, Jean Arthuis, Lionel Jospin, Pierre Mazeaud, Tullio Giannotti

Luoghi citati: Euro, Parigi