Sull'autobus di Major, l'irriducibile di Fabio Galvano

Il premier stringe mani, s'immerge nella folla, rintuzza i contestatori: la battaglia è il suo elemento Sull'autobus di Major, l'irriducibile Un giorno di campagna elettorale per sconfessare i sondaggi Il premier stringe mani, s'immerge nella folla, rintuzza i contestatori: la battaglia è il suo elemento Sull'autobus di Major, l'irriducibile Un giorno di campagna elettorale per sconfessare i sondaggi mano è un voto assicurato. E poi via, sul «battlebus», l'autobus per la battaglia, quello su cui percorre ogni contea alla ricerca di altri fedeli, o alla riconquista di quelli perduti. «Potete essere certi soltanto con i conservatori», proclama una scritta sulla fiancata. E dentro sembra di essere su ima navicella di «Guerre stellari», batterie di computer e aria asettica, cervelli che fumano per tenere in piedi una campagna in bilico fra trionfo e disperazione. Major sta, con Nonna e con i più stretti collaboratori, nella parte posteriore, separato dall'«ufficio» e dai sedili per guardie del corpo e accompagnatori. Quando ci sono salito, fra scaffali di documenti e video in collegamento satellitare con Downing Street, la security non mi ha perso di vista un attimo: la stessa security che, nella piazza di Tavistock, era così discreta da mimetizzarsi completamente con la folla, tutti tranne Lenny che è trop¬ po alto, troppo bello - dicono le ragazze - per passare inosservato. Il «battlebus» ha soppiantato, trasformandola in chiave servoassistita, la cassetta di legno che alle ultime elezioni era diventata il distintivo di Major: quella su cui saliva per i discorsi in pubblico. L'ha usata anche quest'anno, la prima giornata di campagna; ma era già condannata. Oggi dal «battlebus» esce una piattaforma cui si accede da una porticina elettrica. Così, senza neppure scendere dalla sua caravella eh comando, Major ha un pulpito per arringare la folla. E la tecnologia è dalla sua: «Ragazzi, posso parlare più forte di voi», ha detto nei giorni scorsi a un gruppo di studenti che lo fischiavano, alzando il volume degli altoparlanti. E' la piattaforma da cui accusa Blair - sempre applaudito, si vede che la battuta piace - di avere «imparato a scrivere in corsivo» (di suo pugno il leader laborista ha scritto il manifesto del partito; ndr) ma di «pensare ancora in stampatello». Se è vero che Blair ha creato attorno a sé un «cordone sanitario», per evitare eccessivi contatti con giornalisti e pubblico che egli considersa forse dannosi alla sua immagine, Major fa esattamente il contrario. A parte Nonna, una volta evanescente e ora invece sempre in primo piano con giaccìiette gialle e sgargianti pied-de-poule, dalla folla e dal contatto personale sembra tran-e nuova linfa. Riesce addirittura a mascherare l'immagine televisiva, un po' legnosa e pedante, sen¬ za con questo rinunciare al perfezionismo di chi sembra sapere sempre tutto, senza perdere una battuta o dimenticare un nome. Si muove con studiata naturalezza, sempre attento ai fotografi e alle telecamere che lo seguono. A punto di accelerare il passo, all'aeroporto, quando s'imbatte nei cartelli delle «partenze» - non si sa mai, qualcuno potrebbe fare clic e poi alludere - e di soffermarsi invece, per esempio, davanti a un pub di Roche ch>- si chiama Victona Imi. Sarà a due settimane dall'oscurità, da una sconfitta elettorale capace di scatenare profonde lotte di successione fra i Tories. ma l'impeto e l'impegno sono quelli del vincitore. Persino quando dibatte al porto di Newlyn le quote del pesce, o a Tavistock il problema di «mucca pazza» («Noi abbiamo messo la nostra casa in ordine, adesso tocca ai nostri partner europei»! riesce a suscitare comprensione se non simpatia, ammirazione se non promesse di voto. Un'indagine del «Times» dice che lavora 19 ere al giorno, contro 14 di Blair; che la settimana scorsa ha trascoreo 23 ore a contatto diretto con gli elettori (contro un'ora di Blair). E' apparentemente instancabile. «Sarò nelle piazze e nei mercati dove ci sarete voi», aveva promesso al congresso del partito: «Parlerò con la gente nella folla». Eccolo: «Hello, come sta7». Fabio Galvano Il torpedone ha un podio incorporato Quattro espressioni del premier britannico durante un'intervista tv

Persone citate: Roche