Il regalo di Eltsin a Kohl di Emanuele Novazio

Il regalo di Eltsin a Kohl «Il 27 maggio firmo con la Nato» Per le opere d'arte rubate un gesto simbolico: restituiti solo pochi documenti e microfilm A Baden Baden, dopo il vertice con il Cancelliere, il leader russo apre sull'allargamento a Est A Baden Baden, dopo il vertice con il Cancelliere, il leader russo apre sull'allargamento a Est Il regalo di Eltsin a Kohl «Il 27 maggio firmo con la Nato» BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Se gli ultimi ostacoli saranno risolti «in fretta», il 27 maggio Boris Eltsin firmerà a Parigi un accordo di collaborazione strategica fra Russia e Nato. Lo ha annunciato ieri il Presidente russo a Baden Baden, al termine di un incontro di alcune ore con il cancelliere Kohl. Per la messa a punto del trattato - che spiana la strada all'allargamento dell'Alleanza verso Est, fornendo a Mosca le rassicurazioni indispensabili per ottenerne il consenso formale - manca però ancora la stesura del quinto capitolo dell'accordo, ha precisato Kohl: quello più difficile e controverso. Ma, ha aggiunto il Cancelliere, le settimane che restano prima del vertice consentiranno certamente di metterlo a punto. Soltanto 48 ore prima della visita di Eltsin in Germania - dove ieri sera ha ricevuto il premio dei media tedeschi come «personaggio dell'anno», e dove è apparso in ottima forma fisica - il segretario generale della Nato, Solana, si era mostrato pessimi- sta in proposito, al tennine di un incontro a Mosca con il ministro degli Esteri russo Primakov. Troppe difficoltà sembravano ancora sussistere: a cominciare da quelle relative allo stazionamento di truppe straniere nei Paesi dell'Est europeo che con il vertice di Madrid dell'8 e 9 luglio aderiranno alla Nato - Polonia, Repubblica ceca e Ungheria - e del dislocamento di armi nucleari sul territorio dei nuovi associati. L'ottimismo esibito ieri da Eltsin - che, di fronte alla irrevocabilità della decisione occidentale, ha accettato finora a denti stretti l'ipotesi di allargamento - sembra dunque avere un duplice significato: un messaggio ai vertici Nato perché sia trovato mi compromesso, ad ogni costo, nella soluzione dei problemi ancora in sospeso, pena una crisi duratura con Mosca («Bisogna affrettarsi», ha detto chiaramente Eltsin nella conferenza stampa conclusiva). E una conferma del ruòlo privilegiato del rapporto fra Mosca e Bonn. Quello che poche settimane fa, nell'incontro di Helsinki fra Eltsin e il presidente americano Clinton, era sembrato lontano, appare adesso vicino: al punto che il leader russo si azzarda a dare per scontato che l'obiettivo sarà raggiunto. Un riconoscimento esplicito alla funzione di «ambasciatore» che il Cancelliere tedesco dovrà e saprà svolgere con i partner occidentali. E un riconoscimento implicito al ruolo che Bonn ha assunto nell'asse Est-Ovest della nuova Europa. Sull'altro tema scottante, la restituzione delle opere d'arte trafugate in Germania dalle truppe sovietiche al termine della Seconda guerra mondiale, non sembrano esserci stati passi decisivi, ma soltanto progressi di facciata: il problema andrà affrontato con calma, confermava ieri sera il portavoce di El¬ tsin, e al di fuori della pubblicità che ha ricevuto sui giornali di tutto il mondo. Poco più che simbolici, dunque, sono apparsi «i doni» portati a Kohl da un Presidente msso visibilmente a disagio con una vicenda che l'ostilità della Duma rischia di fargli sfuggire di mano: un pacco di documenti appartenuti a Walther Rathenau, il ministro negli Esteri di Weimar ucciso nel 1922; e alcuni microfilm di materiali contenuti nell'archivio centrale della Ddr. I due «doni» sono un simbolo che fa ben sperare, ha commentato Kohl. In realtà, un granello di sabbia: il «bottino di guerra» portato in Urss nel '45 conta almeno duecentomila dipinti di gran scuola, due milioni di incunaboli, migliaia di film già proprietà dell'Archivio del Reich. Oltre a reperti archeologici inestimabili come il «Tesoro di Priamo», oltre ai seimila volumi della biblioteca di Gotha, ai duemila dipinti e disegni del Museo di Dresda, alle armi antiche un tempo raccolte a Berlino e alla Wartburg, ai manoscritti preziosi di cento biblioteche, ai cinquemila oggetti d'arte asiatica di musei e collezioni private. Oltre ai documenti d'archivio che messi in fila - occuperebbero tre chilometri di scaffali. Nel complesso, un patrimonio del valore di almeno cento miliardi di marchi, secondo stime del governo di Bonn, che tre anni fa ha inviato al Cremlino un documento di 220 pagine: un elenco dettagliato e «provvisorio» dei beni reclamati. Emanuele Novazio Per le opere d'arte rubate un gesto simbolico: restituiti solo pochi documenti e microfilm Kohl e Eltsin a Baden Baden: la guerra sulla Nato sembra chiusa