Netanyahu illusi non mi dimetto di Aldo Baquis

«Un complotto contro di me». Il Likud: il capo degli investigatori è manovrato dai laboristi Netanyahu: illusi, non mi dimetto Israele frastornato dallo scandalo «Hebrongate» «Un complotto contro di me». Il Likud: il capo degli investigatori è manovrato dai laboristi Netanyahu: illusi, non mi dimetto Israele frastornato dallo scandalo «Hebrongate» TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO A poche ore dalla pubblicazione della decisione della magistratura sulla necessità o no di incriminare per «abuso di potere» il primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu è apparso ieri radioso nella sede di Tel Aviv del Likud (la «Fortezza Zeev») e ha assicurato ai suoi sostenitori inneggianti che resterà in carica «almeno fino al Duemila, probabilmente oltre». A centinaia lo hanno allora osannato: «Bibi, Re d'Israele, vivrà per l'eternità». Ma a giudicare dalle prime pagine dei giornali il futuro di Netanyahu è meno promettente. La possibilità che sia incriminato per lo scandalo politico-giudiziario noto come «Hebrongate» è definita «Una bomba politica» dal diffuso Yediot Ahronot e «Un terremoto» dal Maariv. Il primo consiglia al premier di «esigere di essere processato» per mettere a tacere i suoi denigratori, il secondo indica un'altra via di uscita: elezioni anticipate in cui gli israeliani esprimano democraticamente il loro giudizio. Netanyahu invece sente odore di «complotto» ai suoi danni (forse fra gli inquirenti della polizia, forse nella magistratura) ed è deciso a dare filo da torcere a quanti vorrebbero che uscisse prematuramente di scena. Il suo portavoce Bazak è perentorio: «Netanyahu - afferma - non si allontanerà temporaneamente dall'incarico, non darà le dimissioni, non indirà elezioni anticipate». I collaboratori di Netanyahu sprizzano irritazione nei confronti dei responsabili delle fughe di notizie sulla sua possibile incriminazione mercoledì sera, quindici minuti prima dell'inizio dei telegiornali. «Si tratta di un tentativo evidente da parte di pubblici dipendenti di intimorire la magistratura e di influenzare slealmente la sorte di un premier eletto direttamente da milioni di persone» si è lamentato Bazak. Se c'è stato un complotto politico-giudiziario - sembra di capire da queste dichiarazioni questo non è Hebrongate bensì una coalizione di magistrati e giornalisti impegnata a impedire al Likud di governare il Paese. Sando Mazor - il capo del dipartimento investigativo della polizia - è stato definito ieri da un collaboratore di Netanyahu «una bomba a orologeria lasciata dai laboristi». Il capo della polizia Assaf Hefetz ha respinto con sdegno queste accuse e ha ricordato che fu proprio Netanyahu a gennaio a chiedere un'inchiesta della polizia. I collaboratori di Netanyahu aggiungono che tutte le accuse nei confronti del premier vengono da un unico testimone: secondo la radio militare si tratta dell'avvocato Dan AviYitzhak che aveva motivi di risentimento per essersi visto sfuggire la nomina a ministro della Giustizia nel giugno scorso e quella a consigliere legale del governo nel gennaio 1997. Avi-Yitzhak nega in modo reciso di essere la «gola profonda» che a gennaio ha fatto esplodere l'Hebrongate. Tutti gli occhi sono adesso puntati r.u una palazzina di Neveh llan, alle porte di Gerusalemme, dove il capo della procura Edna Arbel e il consigliere legale del governo Elyakim Ru- binstein studiano le mille pagine dell'inchiesta per stabilire se contengano prove sufficienti a incriminare Netanyahu, il ministro della Giustizia Zahi Hanegby, il leader dell'influente partito ortodosso «Shas» Arye Deri e il direttore generale dell'ufficio del premier Avigdor Lieberman. La decisione della signora Arbel e di Rubinstein - che rischia di segnare il destino del governo Netanyahu - potrebbe essere resa nota domenica. I laboristi, per la prima volta dalle elezioni del giugno scorso, fiutano la possibilità di sgretolare la coalizione di governo e di abbattere Netanyahu con un voto di sfiducia. Ieri il primo ministro ha irriso a queste speranze: «Ogni due settimane - ha detto ai membri del Likud - i laboristi danno aria ai loro abiti ministeriali di un tempo nella speranza di indossarli presto. Possono pure richiudere gli armadi, perché questo governo è qui per restare e per condurre in un porto sicuro il popolo ebraico». In queste condizioni la nuova missione diplomatica del mediatore statunitense Dennis j Ross si ò arenata prima di de- j collare. Ross era giunto mercoledi sera nel tentativo di riatti- ' vare le relazioni fra israeliani e I palestinesi ma a Gerusalemme ; e a Gaza ha trovato solo interlocutori distratti e impazienti. Bill Clinton ha fatto sapere di non essere molto interessato alle peripezie giudiziarie di Netanyahu. Aldo Baquis Un Netanyahu baldanzoso è stato acclamato ieri dai suoi fans dopo aver assicurato che non si dimetterà in seguito all'inchiesta che la polizia ha aperto su di lui

Luoghi citati: Gaza, Gerusalemme, Israele, Tel Aviv