«D'Alema non avere fretta»

«D'Alenici, non avere fretta» // Cavaliere: Scalfaro mi consiglia prudenza «D'Alenici, non avere fretta» // Cavaliere: Scalfaro mi consiglia prudenza to a lungo un po' di tutto. Lui consiglia prudenza». Se u giudizio del Cavaliere sull'ultimo D'Alema è «sospeso», quello di Romano Prodi è diventato, invece, più positivo anche se l'alone di «sospetto» che contraddistingue i rapporti tra i due personaggi non è scomparso. A Franco Marini, il premier dice: «Il discorso che D'Alema ha fatto sulla stabilità di governo è finalmente apprezzabile». Inutile dire che la parola che conta nella frase del professore è quel «finalmente». Potrebbe essere definita una fase di stallo, di melina, una situazione ricca di segnali contraddittori. Una fase nella quale i protagonisti si guardano intorno per individuare un possibile compromesso, cercando di individuare quel filo che potrebbe evitare i guai ma che non è detto si trovi. E' la fase in cui sono banditi i giudizi ultimativi e che privilegia la mediazione anche quando diventa incomprensibile. Così Berlusconi cerca di vedere il meglio delle mosse di D'Alema ma non è detto che alla fine le approvi. Come pure il presidente della Bicamerale descrive possibili scenari di accordi sulle riforme che nella realtà sono tutti da verificare. E in questa situazione è ovvio che il confine tra l'ottimismo e il pessimismo è assai esile. Ieri al comitato politico del pds, il segretario ha tentato di spargere ottimismo per tranquillizzare lo stato maggiore del partito, disorientato dagli ultimi fatti e dalle ultime uscite dello stesso D'Alema. Al solito sul banco degli imputati in primo luogo sono finiti i giornali. «Hanno messo in evidenza - ha spiegato - che stavolta ho detto che la stabilità di governo viene prima delle riforme. In realtà la mia era è stata una semplice constazione: senza il governo non si fanno neppure le riforme. Era soprattuto una risposta al Polo, per avvertirli che non possono chiedermi di far saltare il governo e le riforme. Bisogna continuare a tenere separato il tavolo del governo da quello della Bicamerale, mettendo nel conto che su quest'ultimo si potranno verificare di volta in volta maggioranze diverse». Inutile dire che per D'Alema ci sono le condizioni per tenere insieme tutto, per evitare il disastro del governo ma anche quello della Bicamerale. «La situazione - ha spiegato ai suoi - dopo l'Albania si è fatta più difficile. Non credo, però, che sul Dpef Rifondazione romperà. Inoltre penso ancora che ci sia la possibilità di chiudere un'intesa in Bicamerale». Ovviamente, l'accordo di cui parla D'Alema non è a schemi fissi: perché si realizzi, le forze presenti nella Bicamerale dovrebbero accettare di andare in minoranza su singoli temi senza per questo far saltare il tavolo. Sull'argomento giustizia, ad esempio, il numero uno di Botteghe Oscure precisa nella riunione del comitato politico che «non ci sono i termini por un accordo» sul Csm e sulla separazione della carriere. Mentre il presidente della Bicamerale ha in testa uno schema per forma di governo e legge elettorale. «Si può chiudere un accordo con ppi e Rifondazione - dice - basato su un premierato forte e un doppio turno aperto con una soglia di sbarramento al 6 per cento. Per essere più chiari, tutte le forze che raggiungono quello sbarramento possono decidere se presentarsi al secondo turno o no». Inutile dire che qualcuno dei presenti si è premurato di spegnere gli entusiasmi del segretario. «Secondo me - è stata la notazione di Claudia Mancina - eccedi in ottimismo». E forse l'esponente pidiessina non ha tutti i torti. Il numero uno di Botteghe Oscure si comporta come il ragioniere che cerca di individuare un minimo comun denominatore, ma in politica è difficile adottare un metodo del genere: ci sono posizioni irrinunciabili. «Mi sembra - si affretta a dire ad esempio il forzista Rebuffa - una proposta stitica. Noi possiamo accettare il doppio turno solo se c'è l'elezione diretta. Quello è uno schema che punta a risolvere i problemi del centro-sinistra, ma lascia aperti quelli del Polo. Così l'Ulivo vincerà le elezioni nei prossimi 50 anni». Insomma, la strada per un accordo è ancora tutta da fareAugusto Minzolini «Possibile un accordo con ppi e Rifondazione sul premierato forte» Rebuffa: accettiamo il doppio turno solo con l'elezione diretta

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