Scoppia la tregua tra politici e magistrati di Giovanni Bianconi

Il leader della Bicamerale, dopo l'audizione dell'Anni: sì a riforme con leggi ordinarie Scoppia la tregua tra politici e magistrati D'Alema tende la mano, Berlusconi è d'accordo Il leader della Bicamerale, dopo l'audizione dell'Anni: sì a riforme con leggi ordinarie Scoppia la tregua tra politici e magistrati D'Alema tende la mano, Berlusconi è d'accordo ROMA. La mano tesa di Massimo D'Alema verso la magistratura si materializza a fine mattinata, quando il presidente della Bicamerale e leader del pds prende la parola dopo aver ascoltato la relazione di Elena Paciotti, presidente dell'Associazione nazionale magistrati, il «sindacato dei giudici». La signora aveva chiesto - con garbo e pacatezza, ma con uguale fermezza - di toccare poco o per niente la Costituzione in materia di giustizia: a parte qualche ritocco, può essere pericoloso per l'autonomia e l'indipendenza delle «toghe», e gran parte dei problemi si possono risolvere con le leggi ordinarie. Ed ecco la risposta di D'Alema, che apprezza «il tono e le argomentazioni» del presidente dell'Anm: sì, è possibile e giusto cercare «risposte alternative alla riforma della Costizione». I magistrati, secondo il segretario pidiessino, devono fare qualche altro passo in avanti, ma - dice - «se noi individueremo soluzioni non costituzionali ai problemi che abbiamo davanti e di cui si riconosce l'esistenza, questo può essere un fatto positivo che è bene approfondire». Insomma, è vero che in Bicamerale si discute di riforme costituzionali, ma se dal dibattito emergono strade alternative, condivise dalle parti in causa, è bene discuterne e approfondirle. Un esempio? La «liberazione» del Csm «da una certa impronta corporativa. E' un problema molto importante - sostiene D'Alema -, non sarà di rilevanza costituzionale, ma approfondirlo potrebbe essere utile in chiave alternativa». Insieme alla mano tesa, però, il presidente della Bicamerale chiede alla magistratura associata di «spingersi un po' oltre». Difendere l'autonomia della magistratura va bene, perché criminalità e corruzione «esigono un forte controllo di legalità. Ma allora - aggiunge - i magistrati italiani dovrebbero aiutare di più il Parlamento a trovare una so lu;$jpne, genza opporre resistenze corporative». D'Alema continua a prèndersela coi giornali che danno l'i<0à diit una «contrapposizione odiosa» tra politici e magistrati, ri¬ badisce di non aver dato alcuno «schiaffo» al Csm, ha solo rispettato la legge. Ma poi, a conferma che lo scontro è nell'aria, attacca il procuratore di Bologna Ennio Fortuna, che ha criticato in un articolo la «bozza Boato»: «Se l'atteggiamento prevalente è quello di questo procuratore, è difficile affrontare le questioni». Elena Paciotti ha parlato con altro linguaggio, e con lei D'Alema dialoga volentieri. Con lo stesso garbo usato dalla signora spiega che, esaminando i dati delle sentenze della sezione disciplinare del Csm (quasi il 75 per cento di assoluzioni), si rileva «l'impressione di una giurisdizione domestica inquinata da una certa dose di perdonismo». Il Parlamento s'è liberato delle autorizzazioni a procedere, dice il segretario pdiessino, la magistratura deve muoversi nella stessa direzione e abbandonare «indulgenti protezionismi». Alla fine della seduta Elena Paciotti è soddisfatta, perché ha potuto esporre le posizioni dell'Anni e per la disponibilità mostrata dal presidente della Bicamerale. I commissari dell'Ulivo, a cominciare dal relatore Boato, dicono che non c'è alcuna «svolta» nelle dichiarazioini di D'Alema. E ieri sera Silvio Berlusconi ha dichiarato che «il Polo è d'accordo con quanto dichiarato dal presidente della Bicamerale»: i principi fondamentali vanno scritti nella Costituzione, ma «molti miglioramenti» si possono apportare con le leggi ordinarie. Risposta di D'Alema: «Un giorno mi disapprovano e un giorno mi approvano. Io lavoro sul medio periodo, non si può fare il fixing quotidiano». Altri del centrodestra, prima delle dichiarazioni del Cavalie¬ re, avevano criticato D'Alema: «Senza una vera riforma costituzionale i princìpi del processo accusatorio non possono essere recepiti», attacca il segretario del Cdu Buttigliene; «s'è spaventato delle reazioni dei magistrati», dice la Parenti; «è pronto al grando abbraccio coi pm che non vogliono le riforme», accusa la Maiolo; «deve fare i conti con Rifondazione comunista non solo fuori ma anche dentro il pds», sintetizza Pera. Ieri il mondo della giustizia è andato a dire la sua in Parlamento non solo per bocca dell'Associazione magistrati, ma anche con i rappresentanti degli avvocati. E se la Paciotti ha chiesto interventi sul piano ordinario, difendendo a spada tratta l'obbligatorietà dell'azione penale, l'inamovibilità dei giudici, la carriera unica di tutti i magistrati e l'attuale composizione del Csm, il presidente dell'Unione delle camere penali, l'avvocato Gaetano Pecorella, s'è presentato con documento do- ve erano scritti alcuni articoli della nuova Costituzione così come li vorrebbero gli avvocati italiani. Lì dentro c'è il contratrio di quanto chiesto dalla magistratura: separazione delle carriere giudici-pubblici ministeri, istituzione di due Csm separati, con un «Consiglio delle procure» che deve «sorvegliare sull'esercizio dell'azione penale, nonché coordinare gli uffici del pm». Giovanni Bianconi Ma nel Polo non tutti concordano con la posizione del Cavaliere &■ -ss^ ULIVO ASSOCIAZIONE MAGISTRATI Il Capo dello Stato lo presiede e ne determina Mg. Due sezioni: uno per majstroti giudicanti e uno per quelli requirenti. Due ipotesi sulla composizione: una paritaria tra membri topati e laici, una con 3/5 di togati e 2/5 di laici. I Csm non può essere stravolto nella composizione, nella struttura e nei poteri. Si olle due sezioni distìnte, requirente e giudicante. Quanto alia rappresentanza, ci deve essere dimeno parità tra membri laici e togati. AZIONE PENALE i magistrati sorto soggetti solo alla legge, ebe assicuro il coordinamento interno degli uffici del pm. Il Guardasigilli ne riferisce annualmente al Parlamento oppure riferiste dopo aver sentito il Pg presso la Cassazione. L'obbligatorietà dell'azione penale non va posta in discussione. Sì alle indicazioni di linea giudiziaria da parte del ministro. Il rapporto tra membri laici e togati non può essere modificato a svantaggio di questi ultimi. Separazione tra l'organo & autogoverno che riguarda i giudici e quello che concerne i pm. --ii propone uiMHgjdgMfeJla giurisdizione formalo da mernorìellnlnella magistratura " Rotóre. L'azione legale è legata all'indipendenza dei pm, non può dipendere da altri poteri. No allabrogrammazione dei pm da parte di Governo o Parlamento. STATUS DEI GIUDICI Passaggio tra l'esercizio delle funzioni giudicanti e requirenti solo tramite concorso. Giudei e pm sono inamovibili. Indipendenza e autonomia della magistratura non si discutono. La distinzione delle funzioni tra pm e giudici non si traduce automaticamente nella separazione delle carriere. La inamovibilità dei magistrali va salvaguardata come garanzia di imparzialità e indipendenza. La legge assicura la parità delle parti nel processo. Parità nel processo. Stesse facoltà per accusa e difesa sulla formazione della prova: principio da inserire nella normativa ordinaria. No alla separazione dei pm dai giudici. a iu dicali te i ujvconj Va mpntenulo il principio costituzionale. Indispensabile la separazioni; delle corriere, il giudice deve essere inamovibile, lo slesso problema «on sipone'perilpni. " ' La parità delle parti non può essere sancita con una norma costituzionale. Imparzialità dei giudice, parità dei diritti delle parti "formazione dello prova ne ' ccnlrodérflotio oralilae pubblicità aéldibattimenlo iBÉgs n o n e ne del Csm, il presidente dell'Unione delle camere penali, l'avvocato Gaetano Pecorella, s'è presentato con documento do- Ma nel Polo non tutti concordano con la posizione del Cavaliere &■ segretario della Quercia Massimo D'Alema cure» che deve «sorvegliare sull'esercizio dell'azione penale, nonché coordinare gli uffici del pm». Giovanni Bianconi segretario della Quercia Massimo D'Alema

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