«Il Papa nel mirino del terrore islamico» di Francesco Grignetti

Nuovi timori dopo l'esplosione sventata a Sarajevo. Il rapporto dei servizi chiama in causa la crisi iraniana «Il Pupo nel mirino del terrore islamico» Allarme del Sismi, rìschio attentati anche negli aeroporti Nuovi timori dopo l'esplosione sventata a Sarajevo. Il rapporto dei servizi chiama in causa la crisi iraniana «Il Pupo nel mirino del terrore islamico» Allarme del Sismi, rìschio attentati anche negli aeroporti ROMA. La vita del Papa è in pericolo. Dopo il fallito attentato di Sarajevo, quando fu diramato un ordine di ricerca su quattro presunti terroristi turchi, il servizio segreto militare ha lanciato l'Sos anche in Italia. Due sere fa, in gran segreto, s'è tenuto un vertice al Viminale. Erano presenti i responsabili di Sisde e Sismi, il capo della polizia, i comandanti generali di Carabinieri e Guardia di Finanza. Al termine, è stato diramato il cosiddetto «allarme rosso» per tutte le forze di polizia. Immediatamente è scattato il piano antiterrorismo. Nel mirino, secondo quanto risulta dall'informativa del Sismi, c'è anche Giovanni Paolo II. Il Pontefice, scampato all'attentato durante la visita in Bosnia, sarebbe braccato da misteriosi terroristi islamici. I quali, però, potrebbero pure colpire gli aeroporti internazionali. E naturalmente la mente corre agli attentati di Parigi. «La vigilanza è costante», fa sapere il Viminale, preso in contropiede dalla fuga di notizie. Si invita alla prudenza e al senso di responsabilità. Al¬ larmi di questo genere ne vengono lanciati a iosa. Non significa che tutti siano attendibili. «Gli allarmismi possono solo nuocere alla causa della sicurezza pubblica», conclude il ministero dell'Interno. Il rapporto del Sismi, però, a quanto se ne sa, è molto approfondito. Si fa riferimento alla «crisi iraniana», di cui poco s'è parlato in Italia, ma che ha arroventato i rapporti tra Teheran e le cancellerie europee: dopo che un tribunale tedesco ha riconosciuto la diretta responsabilità di alcuni iraniani in atti di terrorismo. Ne è discesa una crisi diplomatica senza precedenti. E in questo momento gli ambasciatori dei Quindici sono stati richiamati. Ebbene, questa «crisi iraniana» viene indicata dal Sismi (e probabilmente da tutti i servizi segreti alleati) come la miccia di probabili atti terroristici. Un allarme che era stato lanciato circa una settimana fa, peraltro. E non a caso la polizia bosniaca si era attivata in maniera spasmodica nell'attesa del Papa. La polizia italiana, a quanto si sa, aveva inviato a Sarajevo i suoi due migliori cani-poliziotto addestrati alla ricerca di esplosivi. E naturalmente era stata attivata l'intera intelligence della Nato, visto che la Bosnia è presidiata dalle forze militari dell'alleanza atlantica. La bomba in realtà erano 23 mine inserite nel punto più delicato di un ponte, lungo il passaggio del Pontefice. L'effetto di una esplosione sarebbe stato devastante. Paragonabile all'esplosione che è costata la vita a Giovanni Falcone, a sua moglie e alla sua scorta. Ma l'esplosivo è stato scoperto con 24 ore di anticipo. Gli artificieri hanno fatto in tempo a disinnescarlo. Tanto che il Papa ha potuto proseguire lungo il suo itinerario come se nulla fosse. L'allarme ora approda a casa nostra. Tanto più grave perché è in corso la missione internazionale in Albania. E la domanda è ovvia: ma forse ci sono collegamenti con l'incendio di Torino? Si voleva forse attentare alla Sacra Sindone, simbolo mondiale di cattolicesimo? Fa impressione il concatenarsi degli eventi: 10 aprile, dopo la condanna del tribunale di Berlino (per l'assassinio di quattro esuli curdi, deciso dagli ayatollah) vengono ritirati gli ambasciatori europei; 11 aprile, a Torino va a fuoco il Duomo; 12 aprile, con poche ore di anticipo viene sventato l'attentato al Papa. Ci sarebbero pure delle bombe a Genova, il giorno dopo, misteriosamente fatte ritrovare alla polizia. Ma questa sembra essere un'altra storia. Davanti a questi dubbi - e l'ex magistrato Carlo Palermo aveva già parlato di una «pista islamica» per l'incendio del Duomo - il Viminale ci va cautissimo. Le «fonti estere» del Sismi sembrano essere molto generiche. L'incendio del Duomo potrebbe essere accidentale e anzi nulla fa propendere per l'ipotesi di un attentato. Resta l'allarme. E quelle mine di Sarajevo: non c'è da scherzare. Francesco Grignetti Dopo un vertice con finanza, polizia e carabinieri è scattato il piano di prevenzione Esclusi collegamenti con il rogo di Torino e la bomba trovata a Genova

Persone citate: Carlo Palermo, Giovanni Falcone, Giovanni Paolo Ii