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La polizia: processate Netanyahu L'accusa è abuso di potere. Il premier tace. Peres: un terremoto politico La polizia: processate Netanyahu Inchiesta per l'Hebrongate TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Il primo ministro Benyamin Netanyahu rischia di essere incriminato per abuso di potere: la notizia, senza precedenti in cinquant'anni di storia dello Stato ebraico, è stata divulgata la scorsa notte dalla televisione commerciale israeliana sulla base di una fuga di notizie relative al contenuto dell'inchiesta della polizia sullo scandalo politico-giudiziario noto come «Hebrongate». Il capo della polizia Assaf Hefetz poi ha confermato nella sostanza la notizia. La prima reazione dell'ufficio del primo ministro è stata affidata all'avvocato del premier Yeuda Weinroth: «Lo scopo della fuga di notizia - ha spiegato - è certamente quello di influenzare slealmente la decisione della magistratura». Il portavoce del premier Bazak ha aggiunto che Netanyahu non intende commentare la vicenda finché il capo della magitratura signora Edna Arbel e il consigliere legale del governo Elyakim Rubinstein avranno espresso in modo compiuto la loro opinione, cosa che dovrebbe avvenire già oggi oppure domenica. Le rivelazioni televisive hanno avuto l'effetto immediato di mandare a picco - almeno per il futuro immediato - l'ipotesi del governo di unità nazionale che da settimane il leader dell'opposizione laborista Shimon Peres accarezzava nella persuasione di poter così salvare in extremis il processo di pace che attualmente si trova in stato di collasso. Ieri a margine della conferenza euro-mediterranea di Malta Arafat e il ministro de- gli Esteri israeliano Levy si sono incontrati registrando «la volontà di continuare il processo di pace». «E' un terremoto politico» ha affermato Peres, mentre nel suo partito si sono subito moltiplicate le voci di quanti consigliano di fare lo sforzo estremo di abbattere il governo Netanyahu in Parlamento. All'origine dello scandalo vi sono le accuse lanciate nel gennaio scorso nei confronti di Netanyahu dalla televisione di Stato. L'emittente - che secondo il Premier è ostile all'attuale governo - aveva sostenuto che un complotto politico-giudiziario aveva preceduto ai primi di gennaio la nomina alla prestigiosa carica di consigliere legale del governo dell'oscuro avvocato Roni Bar-On, un membro del comitato centrale del Likud. Secondo l'emittente, la candidatura di Bar-On era stata voluta dall'ex ministro delgi In¬ terni Arye Deri (leader del partito ortodosso Shaf, dieci seggi in Parlamento) nella persuasione che una volta in carica il consigliere legale del governo avrebbe avuto cura di depennare capi d'accusa infamanti nel processo in corso che vede lo stesso Deri accusato di corruzione. Il teorema della tv andava oltre: se il volere di Deri non fosse stato appagato, Shaf avrebbe votato contro il ritiro israebano da Hebron (Cisgiordania), recando così grave imbarazzo a Netanyahu. Tre mesi di inchiesta serrata, l'interrogatorio di un premier e di otto ministri, di 5 deputati e di una cinquantina di testimoni non hanno comprovato la fondatezza di queste accuse. Ma hanno messo a nudo in modo molto esplicito i giochi di potere e gli intrighi di corridoio che hanno fatto da scenario alla nomina di Bar-On (annulalta poi nel giro di 24 ore). Per convenienza politica Netanyahu e il ministro della Giustizia Zahi Hanegby non hanno esitato a nominare a una delle cariche più delicate del Paese una persona che sapevano che non era stimata all'altezza della situazione: «Abuso di potere», secondo la televisione. L'ultima parola spetta alla magistratura. Ma anche se la signora Arbel non se la sentisse di incriminare Netanyahu e decidesse di perseguire per legge il solo Deri, il governo sarebbe nei guai egualmente: perché i dieci deputati di Shaf potrebbero lasciare la coalizione di governo pur di impedire che il loro leader politico diventasse? il capro espiatorio. Aldo Baquis Netanyahu: la richiesta d'incriminazione in un momento cruciale per la pace