IL GAMBERO ROSSO di Augusto Minzolini

IL GAMBERO ROSSO IL GAMBERO ROSSO SPERIAMO che i quattrocinque D'Alema che si sono avvicendati negli ultimi tempi sul palcoscenico della politica siano parti in commedia di quella campagna elettorale che si concluderà fra tre settimane. Se, invece, per ragionare sulla politica del leader bisognerà rifarsi solo alle sue ultime uscite, c'è il rischio di perdere la bussola. La ragione è semplice. Era chiaro fin dall'inizio a tutti, anche al più sprovveduto riformatore, che per cambiare le istituzioni di questo Paese, per trasformare lo Stato sociale, per riformare il sistema giudiziario e, ancora, per cambiare nel profondo una sinistra arrivata al governo quasi per caso, bisognava mettere nel conto traumi profondi. Era chiaro fin dall'inizio a tutti, anche al più inesperto dei politici, che ci sarebbero state grosse resistenze, che i partiti più restii ad ogni tipo di innovazione - a cominciare da Rifondazione avrebbero usato il ricatto del governo per vanificare ogni tentativo di riforme. Ora l'affermazione di D'Alema, che giudica il «bene» della stabilità di governo superiore al «bene» delle riforme se diventerà davvero l'asse portante della politica del pds - regala a Bertinotti un potere di veto formidabile e decreta prima del tempo la fine di ogni avventura riformatrice. Augusto Minzolini CONTINUA A PAG. 3 PRIMA COLONNA

Persone citate: Bertinotti, D'alema

Luoghi citati: Rifondazione